Utopia, la recensione di un remake Amazon che non si doveva fare
Pubblicato il 1 Novembre 2020 alle 14:30
Utopia è il remake americano del cult inglese ideato da Dennis Kelly.
Genere: drama, thriller, distopico, cospirazionista
Cast: John Cusack, Ashleigh LaThrop, Dan Byrd, Desmin Borges, Jessica Rothe, Christopher Denham, Javon Walton, Farrah Mackenzie, Cory Michael Smith, Jeanine Serralles, Rainn Wilson, Sasha Lane
Distribuzione: Amazon Prime Video
Durata: 8 episodi di 50-60 min. ca.
Data di uscita: 30 ottobre 2020
Sempre per Halloween oltre a Truth Seekers su Amazon Prime Video in Italia (negli Usa ha debuttato un mesetto fa) arriva Utopia, il remake americano tanto chiacchierato a cura di Gillian Flynn (i romanzi di Gone Girl e Sharp Objects) del piccolo grande cult omonimo inglese di Dennis Kelly, inedito in Italia (stranamente non l’hanno fatto arrivare in catalogo su Prime Video con il pretesto della nuova serie).
Un remake combattuto e contraddittorio che potrebbe provocare reazioni contrapposte, vediamo un po’.
Utopia, il remake Amazon: la trama e il cast
Utopia è un conspiracy thriller in otto episodi che si basa sulle avventure di un gruppo di personaggi che cerca di salvare il mondo. La storia gira intorno a un gruppo di appassionati di fumetti conosciutosi online grazie all’ossessione comune per una graphic novel, apparentemente di finzione, intitolata appunto Utopia. Ian (Dan Byrd), Becky (Ashleigh LaThrop), Samantha (Jessica Rothe), Wilson Wilson (Desmin Borges) e Grant (Javon “Wanna” Walton) saranno capaci di portare alla luce messaggi nascosti nelle pagine di “Utopia” che predicono una minaccia per l’umanità?
ll gruppo affronterà così un’avventura che li porterà a ritrovarsi faccia a faccia con la famosa protagonista del fumetto, Jessica Hyde (Sasha Lane), che si unirà alla loro missione per salvare il mondo, celando lei stessa altri segreti.
Nel cast anche John Cusack – per la prima volta membro fisso in una serie televisiva – (Dr. Kevin Christie), Rainn Wilson (Dr. Michael Stearns), Farrah Mackenzie (Alice), Christopher Denham (Arby) e Cory Michael Smith (Thomas Christie).
Utopia, il remake Amazon che non s’aveva da fare?
Le premesse per una serie avvincente e attuale ci sono tutte in Utopia: una riflessione sulla società contemporanea e sul pianeta Terra, attanagliati da tanti problemi, crisi, guerre da aver forse perso l’ago della bilancia per sopravvivere.
Una serie nerd ma non troppo, che unisce fumetti e comic-con ma che può parlare a tutti, soprattutto agli appassionati di serialità fortemente orizzontale e “serializzata“. Protagonisti eterogenei, diversi e complementari, per costruire un castello di carte che riveli uno schema ben più preoccupante e disturbante di quanto si potesse pensare. Per arrivare a un epilogo che chiude e allo stesso tempo apre a nuovi orizzonti. Quindi cosa potrebbe andare storto?
Salvo lo spostamento di location dal Regno Unito agli Stati Uniti, con le dovute accortezze del caso fra ministero e personaggi principali e secondari, la trama di questa “nuova” Utopia è praticamente identica. Ma non solo: anche l’aspetto fisico e le caratterizzazioni dei personaggi principali sono pressoché identiche (salvo qualche cambio di etnia e simili), strizzando fin troppo l’occhio alla serie originale ma senza averne – per ovvie ragioni – la stessa verve.
E allora perché non proporre piuttosto una rivisitazione con un altro significato e significante dell’Utopia del titolo, un altro percorso dei personaggi, un altro tipo di Utopia e di Distopia da raccontare? Gillian Flynn nel muoversi per la prima volta in una sceneggiatura televisiva e non fra le pagine di un romanzo dimostra di sapere regalare altrettanto thriller e pathos, ma senza spingere fino in fondo l’acceleratore, senza avere il coraggio di fare quel “salto” che avrebbe resto questa Utopia derivata ma indipendente, nonostante tutto, dall’originale.
Un plauso va alle interpretazioni incisive di alcuni attori, come John Cusack e Rainn Wilson (che bello vederlo in un ruolo drammatico dopo il suo Dwight di The Office), ma l’effetto non può essere lo stesso per chi ha visto l’originale inglese. Cari Amazon e Gillian, dovevate osare di più.
In Breve
Giudizio Globale
6.5
Sommario
Un remake che non ha una vera ragion d'essere, per come inizia e finisce nello stesso punto, con una storia trasposta dagli Uk agli Usa ma che scimmiotta fin troppo la versione originale.