Dylan Dog 410 – La Notte Eterna | Recensione
Pubblicato il 29 Ottobre 2020 alle 14:00
In Dylan Dog 410 – La Notte Eterna, Londra è nel caos a causa di un blackout… Tutti i semafori sono spenti, il traffico è congestionato da ingorghi e incidenti, i vigili del fuoco sono subissati da chiamate di persone bloccate negli ascensori… E qualcuno sostiene di essersi trovato di fronte a una sorta di fantasma dalla voce sinistramente gracchiante…
Autori: Claudio Chiaverotti (testi), Piero Dall’Agnol, Francesco Cattani (disegni)
Genere: Horror
Casa editrice: Sergio Bonelli Editore
Formato: 16×21 cm, b/n, 96 pp.
Data di uscita: 29 ottobre 2020
Si riparte dal punto in cui Claudio Chiaverotti ci aveva lasciato alla fine del numero 409, con il ritorno di Mana Cerace nella vita e negli incubi di tutti i londinesi. In Dylan Dog 410, “La notte eterna”, colui che fu Philip Crane ha causato un guasto alla centrale elettrica che fornisce energia a tutta Londra e dintorni, gettandola nel buio e nel caos.
Crane è alla folle ricerca di vendetta contro coloro che gli hanno fatto del male in passato, ma anche contro tutti i londinesi. Fuoriesce il Male da ogni cittadino, un Male che è sempre stato celato, generato dal buio e dal caos. Ed è proprio all’interno del Caos che Dylan chiede aiuto al miliardario John Ghost, che gli dà un notevole aiuto per la battaglia contro l’uomo del buio.
Nel frattempo, Philip Crane riesuma un alleata, per la quale prova un sentimento che è molto simile all’amore…
Dylan Dog 410 – Il Buio e Mana Cerace
Il nuovo Dylan deve di nuovo affrontare un suo vecchio nemico, conosciuto quando era ancora nelle forze di Polizia, affidandosi al suo proverbiale quinto senso e mezzo. Tornano a parlargli anche vecchie “vittime”, come Kelly Walsh (Dylan Dog 34) e Merrill, che lo seguono come un’ombra.
Chiaverotti usa Crane e la filastrocca di Mana Cerace per far chiarezza su qualcosa che è sempre stato sotto gli occhi di tutti: il Male si è sempre celato dentro il cuore degli uomini, serve solo un pretesto per farlo fuoriuscire.
E il ritorno dell’uomo del buio, che uccide nell’oscurità solo per il semplice gusto di farlo, fa compiere ai londinesi gesti molto violenti pur di ottenere un filo di luce ed evitare di rimanere intrappolati nelle tenebre, con il rischio di ritrovarsi addirittura sgozzati.
Lungo le pagine del numero 410 di Dylan Dog, Claudio Chiaverotti inizia un profondo cammino all’interno dell’animo di Crane. Ripercorriamo ciò che lo ha fatto diventare ciò che è adesso, ciò che lo ha condotto in prigione e la causa del suo male.
Eliminando la paura, all’interno di questo albo troviamo sparuti momenti dove troneggiano i buoni sentimenti. Sorprendentemente, non vengono solo dall’eterno amatore Dylan Dog…
Dylan Dog 410 – Profondamente nero
Torna alle matite Pietro Dall’Agnol, co-creatore della figura di Mana Cerace. Al suo fianco, Francesco Cattani, disegnatore pluripremiato (per il suo graphic novel Luna del mattino) e già in Sergio Bonelli Editore per il numero 10 di Mercurio Loi.
La coppia di fumettisti si fonde in un unico grane e colmo buio, dal quale fanno fuoriuscire il mostro in maniera fumosa. L’abilità sta nel rendere distinguibile Mana Cerace, nonostante sia immerso nell’oscurità. La brillantezza che viene data ai personaggi (protagonisti e non) dai bianchi pieni li veste di luce rispetto al male in cui è sprofondata la città intorno a loro.
A racchiudere questa filastrocca paurosa, la copertina di Gigi Cavenago è un misto tra sogno e realtà. Un Dylan Dog “peterpanesco” sorvola Londra in maniera inerme, come un giustiziere addormentato, cercando di liberare la sua città dall’incombente minaccia di un fantasma del suo passato editoriale.
La lotta contro il Male non finisce qui: Mana Cerace torna il prossimo mese con il terzo albo del ciclo omonimo.
In Breve
Storia
7.2
Disegni
7.5
Cura Editoriale
8
Sommario
Lungo le pagine del numero 410 di Dylan Dog, Claudio Chiaverotti inizia un profondo cammino all'interno dell'animo di Crane. Ripercorriamo ciò che lo ha fatto diventare ciò che è adesso, ciò che lo ha condotto in prigione e la causa del suo male.