Scheletri di Zerocalcare | Recensione
Pubblicato il 15 Ottobre 2020 alle 16:10
Scheletri è una storia ancorata al passato ma proiettata al futuro con un aspetto da brividi per raccontare gli scheletri di ognuno di noi.
Autore: Zerocalcare (testi & disegni)
Casa Editrice: BAO Publishing
Genere: Segreti a lunghissima conservazione
Provenienza: Italia
Prezzo: € 21, 17×24, 288 pp., b/n., cartonato
Data di pubblicazione: 15 ottobre 2020
Zerocalcare è tornato con Scheletri una storia uguale e al tempo stesso diversa da quanto prodotto finora. Il prolifico fumettista di Rebibbia ritorna da oggi in libreria e fumetteria con BAO Publishing.
Scheletri – la trama
Tutti preoccupati di avere uno scheletro nell’armadio. Lo teniamo chiuso lì, ci ossessiona come fosse una macchia sulla camicia bianca della nostra vita. E intanto non sappiamo, o facciamo finta di non sapere che è tutta la nostra esistenza a essere costruita su una cazzo di fossa comune.
Dopo la parentesi di raccolta La scuola di pizze in faccia del Professor Calcare Zerocalcare torna a raccontare una storia inedita e di ampio respiro come aveva fatto in Macerie Prime: ancora una volta lo sguardo è quello nostalgico al passato, ma che allo stesso tempo guarda con un po’ di timore al futuro.
In Scheletri Zerocalcare sembra un eterno Peter Pan rimasto fermo in una bolla, che anche noi lettori vogliamo resti così com’è, sempre uguale e immutato nel tempo, perché altrimenti vorrebbe dire che dobbiamo crescere definitivamente anche noi. O forse vorremmo facesse il salto definitivo nella narrazione? Se nei due capitoli di Macerie Prime Zero aveva giocato con la serialità e con l’effetto cliffhanger da Avengers: Infinity War e Endgame, mostrando l’ennesima “stasi” di lui e del suo gruppo a distanza di sei mesi, questa volta il salto temporale con cui gioca è ben più ampio: vent’anni.
Proprio come ne La profezia dell’Armadillo e in Dimentica il mio nome, Calcare parla del lui diciottenne con una discutibile (a detta sua) cresta rossa, per parlare del lui di oggi, così come di noi lettori della sua generazione (e non solo), intrappolati per sempre in questo eterno limbo di precarietà lavorativa, sentimentale, intellettuale.
Zero come dicevamo è diciottenne e appena iscritto all’università, per far felice la madre Lady Cocca. Una bugia ingombrante però, uno scheletro appunto, lo tormenta: ogni mattina dice alla genitrice che va all’università, ma in realtà passa cinque ore seduto in metropolitana, da capolinea a capolinea, perché si sente un pesce fuor d’acqua in cui tutti sanno cosa fare tranne lui (un elemento ricorrente nelle sue opere), ma non vuole deludere le sue aspettative. Inaspettatamente trova un compagno di menzogne in un sedicenne, Arloc, che ha i propri motivi per voler perdere le sue giornate in un vagone della metro B di Roma.
Il loro rapporto diventa una strana e complementare amicizia, come spesso a quell’età in cui i rapporti sono ancora un work in progress, Arloc entra a far parte del gruppo di Zero e a scombussolarne gli equilibri: presto tutti scopriranno di che pasta è fatto, per primi Calcare e il suo immancabile fidato Armadillo.
Scheletri – l’inedito elemento thriller
Nel parlare di tutti questi scheletri nell’armadio di Zerocalcare, di Arloc e dei suoi amici, ci immergiamo nella loro versione giovanile e in quella ancor più adulta rispetto a Macerie Prime, ma l’elemento che colpisce maggiormente in questo Scheletri non è la reiterazione delle tematiche di cui sopra del fumettista di Rebibbia, o l’addentrarsi nel sottobosco criminale di quella parte della periferia romana che è parte di lui e di cui è molto orgoglioso (ricordiamo l’hashtag #RebibbiaRegna).
Come ha detto Zerocalcare stesso questo nuovo graphic novel a metà tra autobiografia e finzione, è “più efferato del solito”: infatti è proprio l’elemento thriller a sorprendere il lettore, e a unire genuini brividi alle frequenti emozioni che si provano leggendo le sue opere. Alcune tavole sono davvero truci e fanno proprio l’uso del bianco e nero per rimarcare questo effetto in chi legge. Proprio addentrandosi nella psiche di Arloc e nel mondo dello spaccio di droga Zero – e il pubblico con lui – scoprirà un mondo ancora più ai margini, che sembra strizzare l’occhio alla filmografia legata alla periferia romana anche recente ma sempre con un sorriso (amaro in questo caso) sulla bocca.
Scheletri mescola quindi i riferimenti alla cultura pop e alla nostalgia anni ’80-’90 tipici delle proprie opere, complice i due piani narrativi temporali di oggi e di vent’anni fa – con l’elemento inedito del mystery, a cui Zerocalcare è chiamato a dare risposte ma potrebbero essere proprio le domande a sorprenderlo.
In Breve
Giudizio Globale
8.0
Sommario
Un fumetto che contiene tutta la passione nostalgia di Zerocalcare mescolandolo all'elemento inedito del thriller con cui viene raccontata questa storia che strizza l'occhio alle storie "ai margini".