PlayStation festeggia 25 anni!

Pubblicato il 29 Settembre 2020 alle 20:00

Il 3 dicembre 1994 Sony presentò PlayStation dapprima nella sua terra natia, il Giappone. Qualche tempo dopo, il 29 settembre 1995, il mercato videoludico europeo conobbe quella che sarebbe stata la capostipite di una serie di generazioni di console che avrebbero intrattenuto e che continuano a intrattenere milioni di videogiocatori in tutto il mondo.

Da brava sonara quale sono ormai da tanti anni, ho pensato bene di celebrare il venticinquesimo compleanno della primissima console Sony, che così tante emozioni mi ha regalato da quando l’ho trovata nella spazzatura (qui trovate un altro mio articolo dedicato alla storia di PlayStation) con un articolo in cui vi parlerò brevemente di PSX e di alcuni dei titoli più memorabili e importanti che hanno fatto al storia di questa console.

PlayStation (1994 – 2000)

Il 3 dicembre 1994 Sony presentò PlayStation, la sua prima console per videogiochi il cui ciclo di vita va dal 1994 al 2000, anno in cui videro la luce prima una nuova versione di PSX, PSOne, e in seguito PlayStation 2.

Grazie al supporto per CD, PSX può essere utilizzata non solo per giocare, ma anche per ascoltare musica; inoltre, grazie alla cosiddetta “modifica” hardware è possibile far girare anche videogiochi masterizzati su CD pirata. Naturalmente, Sony si è sempre dissociata da tale pratica non autorizzata, ma è un dato di fatto comunque importante il fatto che proprio le modifiche hardware sono state determinanti nelle vendite non solo di PSX, ma anche (e soprattutto) di PS2.

Per tutti i nostalgici, poi, durante il Tokyo Game Show del 2018 Sony ha presentato PlayStation Classic, console dotata di una uscita HDMI e che include all’interno della sua confezione due controller e 20 titoli classici per PSX.

A tal proposito, i videogiochi pubblicati per questa console sono davvero tantissimi, e fra questi sono inclusi sia titoli capostipiti di franchise storici che titoli singoli divenuti ormai cult: per farvi solo qualche esempio, per PSX sono stati pubblicati i primi 3 videogiochi della serie di Crash Bandicoot, Diablo, Double Dragon, Doom (qui la mia recensione di Doom Eeternal), Dragon Ball GT: Final Bout, i primi 9 Final Fantasy (qui trovate la mia recensione di Final Fantasy VII Remake) e alcuni spin off, Castlevania: Symphony of the Night (qui la mia recensione di Castlevania Requiem che include, insieme a SOTN, anche il precedente Rondo of Blood), Medievil e il suo seguito, Metal Slug, diversi titoli della saga di Mortal Kombat, i primi videogiochi ispirati a One Piece, Persona e Persona 2 (qui trovate la mia recensione del meraviglioso Persona 5 Royal), Pro Evolution Soccer, meglio conosciuto oggi semplicemente come PES, Quake 2, i primi titoli della saga di Rayman, Resident Evil e Tekken, il primo, storico Silent Hill e alcuni videogiochi ispirati a Star Wars.

Ora che abbiamo parlato brevemente della storia della prima PlayStation, vi voglio parlare di 5 delle serie più importanti mai pubblicate su PSX, i cui primi titoli hanno visto la luce proprio su questa console, ma i cui capitoli continuano a essere pubblicati ancora oggi.

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Pro Evolution Soccer

Pubblicato per la prima volta nel 2001 da Konami (Silent Hill, Castlevania), il primissimo PES, conosciuto in Giappone e negli U.S.A. con il nome di World Soccer Winning Eleven 5 vide la luce sia su PlayStation che su PlayStation 2.

Il titolo include al suo interno ben 85 squadre, 53 delle quali sono nazionali, mentre le restanti 32 sono club calcistici provenienti da tutto il mondo e fra cui non mancano squadre italiane come Milan, Juventus e Inter, che però, per problemi di copyright legati proprio all’utilizzo dei nomi originali delle squadre, sono chiamate rispettivamente Milano, Piemontese e International.

Come potete vedere dal video gameplay qui in basso, sono già presenti le caratteristiche salienti della serie, come la ricerca del realismo (certamente limitata dai mezzi tecnici di 20 anni fa), la presenza di una piccola freccia al di sopra del giocatore controllato e una dettagliata “mappa” che mostra la distribuzioni dei giocatori (rappresentati da alcuni puntini di colore diverso in base alla squadra) sul campo di gioco.

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Crash Bandicoot

Correva l’anno 1996 quando Naughty Dog (Uncharted, The Last of Us) fece conoscere ai videogiocatori di tutto il mondo uno dei protagonisti più iconici di un platformer: Crash Bandicoot.

Divertente, intriso di umorismo, frenetico, difficilissimo per i meno rodati e una bella sfida per i videogiocatori più accaniti, Crash Bandicoot analizza le origini del personaggio, che è stato creato come mezzo per la conquista del mondo dal Dr. Neo Cortex e dallo scienziato Nitrus Brio, i quali stanno anche tenendo prigioniera la fidanzata di Crash, Twna.

Scopo del marsupiale antropomorfizzato dagli esperimenti dei due folli scienziati sarà dunque quello di salvare la sua amata. Qui di seguito, vi lascio un interessante video che mette a confronto le due diverse versioni del primo Crash Bandicoot, PAL e NTSC:

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Final Fantasy

Giappone, 1986: il game designer Hironobu Sakaguchi decide di mostrare il suo nuovo progetto a Shigeru Miyamoto, un videogioco che avrebbe voluto chiamare Final Fantasy perché, se fosse stato bocciato, avrebbe abbandonato per sempre il sogno di creare videogiochi. Quel progetto sarebbe stata la sua “fantasia finale”.

Una storia poetica, romantica e che, alla luce dei tanti titoli della saga, ci fa ringraziare il cielo che il sogno di Sakaguchi continui a vivere ancora oggi (se cercate gli aggiornamenti più recenti che riguardano Final Fantasy XVI, l’ultimo titolo della saga in uscita per le console di nuova generazione, e il futuro della saga in generale, vi rimando a questo nostro articolo).

Nato come JRPG strategico a turni, il gameplay dei titoli della serie è andato mutando ed evolvendosi in maniera costante, fino a giungere al combattimento in stile action puro di FFXV (qui la nostra recensione) e FFVII Remake.

Evocazioni, magia, armi devastanti, sistemi di sviluppo dei personaggi sempre originali, colonne sonore memorabili anche quando erano in formato MIDI, mondi fantastici animati da creature terrificanti e meravigliose storie pervase da un costante senso di tristezza e nostalgia che sovente iniziano male e finiscono peggio sono solo alcune delle caratteristiche salienti di una saga storica e amata letteralmente da decenni.

Per darvi un’idea del gameplay del primo Final Fantasy, potete dare un’occhiata al video qui in basso:

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Resident Evil

 

Un altro pezzo di storia videoludica amatissimo da tutti noi appassionati di horror! Chi di voi non ha mai sentito nominare la malvagia Ubrella Corporation, magari grazie a uno dei tanti film ispirati a questa saga che vedono come protagonista principale la splendida Milla Jovovich?

Resident Evil gode di un successo incontenibile fin dalla pubblicazione del primissimo capitolo della serie, nell’ormai lontano 1996. Una storia oscura, creature assimilabili agli zombie che cercano in ogni modo di farvi fuori e una splendida villa da esplorare risolvendo a volte anche diversi enigmi sono alcuni dei punti di forza di RE, di cui aspettiamo con trepidazione l’ottavo capitolo, Village, che vedrà la luce il prossimo anno per PS5 e PC.

Qui in basso trovate la versione non censurata del video introduttivo di Resident Evil:

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Silent Hill

Chiudo questa carrellata in bellezza con una delle mie saghe videoludiche preferite di sempre, anche se amare Silent Hill significa prevalentemente soffrire senza rimedio alcuno al proprio dolore.

Il primo capitolo venne pubblicato nel 1999 e ci racconta la storia di Harry Mason, il quale si ritrova fra le strade della cittadina statunitense fittizia di Silent Hill per cercare di riunirsi alla sua piccola figlia adottiva scomparsa.

A differenza di Resident Evil, qui i nemici non sono zombie, ma creature mostruose e terrificanti che si nascondono nella onnipresente nebbia e che animano scenari esterni desolati in cui molti percorsi finiscono con un precipizio senza fondo e su cui cade costantemente una pioggia di cenere poiché nel sottosuolo della città arde da tempo un incendio.

Quello che però forse non sapete è che Silent Hill è ispirata a Centralia, una cittadina fantasma della Pennsylvania che venne abbandonata quando prese fuoco una miniera di carbone. L’incendio brucia ancora oggi:

Silent Hill include al suo interno, come RE, diversi puzzle ambientali e ha una caratteristica che mi ha sempre affascinata (e che è sempre un piacere rivedere, sopratutto nel film omonimo, per l’ottima resa grafica): l’Otherworld.

L’Otherworld è una versione alternativa di Silent Hill che è perfino più agghiacciante di quella standard: quando si entra in questa versione decisamente più macabra della cittadina, i muri iniziano a sfaldarsi dissolvendosi verso l’alto e, cosa ancor più affascinante, le mappe delle diverse location del gioco mutano di conseguenza, per cui, ad esempio, alcune porte chiuse nella nostra realtà sono invece aperte nell’Otherword, il che dà modo ai giocatori di esplorare location sempre diverse, anche quando restano le stesse.

Infine, già dal suo primo capitolo Silent Hill presenta ben 6 finali differenti, di cui uno nascosto.

Silent Hill viene considerato ancora oggi un titolo che ha rivoluzionato il concetto di videogioco horror di sopravvivenza grazie a una introspezione psicologica profonda e a trama, ambientazioni e colonna sonora a dir poco memorabili (quest’ultima a cura del Maestro Akira Yamaoka).

Purtroppo, la storia del franchise è a dir poco travagliata a causa di alcuni capitoli non proprio riusciti e soprattutto della diciamo “recente” cancellazione di Silent Hills, che sarebbe dovuto essere diretto da Hideo Kojima (Metal Gear Solid, Death Stranding) e che avrebbe avuto come protagonista Norman Reedus (The Walking Dead, Death Stranding). Almeno, se avete una PS4 e non lo avete cancellate, potrete sempre deprimervi chiedendovi come sarebbe stato Silent Hilss facendovi un po’ di giri nell’appartamento in cui è ambientato P.T. (Playable Teaser), il teaser trailer interattivo del titolo che venne rimosso dallo Store PlayStation dopo la cancellazione ufficiale del progetto.

Ma noi fan di Silent Hill siamo abituati a soffrire, e non possiamo che augurarci che Konami non getti alle ortiche una delle saghe horror più terrificanti e innovative di sempre:

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