Il Mostro – Frankenstein e altre Storie di Junji Ito | Recensione
Pubblicato il 21 Settembre 2020 alle 19:00
La Junji Ito Collection di J-POP si arricchisce di una nuova antologia con al suo interno l’adattamento del Frankenstein di Mary Shelley vincitore di un Eisner Award.
Autori: Junji Ito (testi & disegni)
Provenienza: Giappone
Casa editrice: J-POP
Genere: horror
Prezzo: € 15, 15×21, 368 pp., b/n., brossurato con sovracoperta
Data di uscita: 16 settembre 2020
Junji Ito è il mangaka horror più influente al mondo e più in generale l’autore di fumetti che meglio sta interpretando il genere fra innovazioni, richiami alla tradizione e un disturbante senso di morbosa inquietudine. Non è un caso che J-POP prosegua a tamburo battente nelle sue proposte della Junji Ito Collection con questa interessante antologica intitolata Il Mostro – Frankestein e altre Storie.
Il volume contiene 10 storie fra cui Frankenstein rivisitazione dell’omonimo romanzo di Mary Shelley vincitrice di un Eisner Award nel 2019 come Miglior Adattamento a Fumetti.
Il Mostro – Frankestein e altre Storie
Frankenstein è posta esattamente al centro del corposo volume fungendo da spartiacque.
Le prime 5 storie infatti hanno come protagonista lo studente tutt’altro che popolare, Toru Oshikiri. Passata la prima storie, di ambientazione scolastica a metà strada fra il revenge horror e il folklore, Ito cambia passo e realizza un filotto di storie a base di ossessioni e universi paralleli utilizzando sempre come volano il body horror e un morboso senso di inquietudine del protagonista.
Frankenstein occupa gran parte del volume. È un adattamento fedele al romanzo ma anche personale che si prende le giuste libertà piegando uno dei romanzi gotico-vittoriani più imitati al suo stile che rimane senz’altro rispetto dell’opera originale.
I temi del romanzo vengono filtrati in maniera molto puntuale. Dall’ossessione del giovane Victor Frankenstein per carpire il segreto della vita, per crearla e infonderla fino alla malinconica ma brutale solitudine del Mostro.
Per quanto breve, l’adattamento mostra un ritmo invidiabile e una narrazione coinvolgente lasciando spazio ovviamente anche particolari cruenti e a quel body horror ante-litteram che è proprio l’opera della Shelley.
Chiudono il volume una storia con protagonista bambini che si trasformano in bambole, ancora con il body horror protagonista, e una macabra che si rifà ai classici temi della tortura. A fine volume poi due storie brevi, semi-autobiografiche, che ci mostrano lo sguardo “malato” con cui Junji Ito guarda non solo alla realtà ma anche alla sua stessa vita.
Il corpo, orrore infinito
Se volessimo trovare un ipotetico filo conduttore di questo volume antologico Il Mostro – Frankestein e altre Storie sarebbe senz’altro il corpo inteso come “luogo” di maggior disagio dell’uomo sotto molteplici punti di vista.
È scontento del suo corpo Toru Oshikiri, protagonista delle sue storie, tanto da incontrare qualcuno come lui che, non avendo amici, se li è creati e arrivando addirittura ad incontrare un suo malvagio doppelganger che incarna tale frustrazione.
La piega quasi fantascientifica delle prime 5 storie viene riportata su territori più classici con l’adattamento di Frankenstein in cui la creazione del Mostro, con Victor che viene mostrato mentre trafuga, smembra e assembla il suo abominevole corpo. C’è poi la solitudine e la rabbia del Mostro stesso data dalla sua immagine orribile e dall’incapacità di essere accettato anche dalla stessa empia compagna che Victor assembla con disgusto.
C’è il corpo che si trasforma in maniera algida e orribile in L’infernale Funerale delle Bambole, o quello che diventa una prigione in L’immobilizzatore di Teste. Infine c’è quello incomprensibile del cane in La Boss Nonnon e La Boss Nonnon gioca a Nascondino.
Espressionismo e stilizzazione
Sempre preciso e mai esagerato anche nei frangenti più cruenti o agghiaccianti, lo stile grafico di Junji Ito è subito riconoscibile. Il tratto è stilizzato con lunghe linee che racchiudono figure semplici ma ben distinguibili, il tratteggio è ridotto al minimo così da esaltare quel gusto tipicamente espressionista che si rifà per certi aspetti al gekiga o più in generale al realismo crudo ed immediato delle sensazioni.
Come sempre chiarissima la tavola in termini di costruzione e story-telling con la sua regolarità che si concede raramente soluzioni fuori da schemi ben collaudati.
Conclusioni
In Il Mostro – Frankestein e altre Storie, Junji Ito paga dazio ad una delle opere che ha fondato il genere horror sfruttando i suoi temi, conosciuti e declinati nelle maniere più disparate, per mostrarci quanto essi siano ancora oggi influenti nelle sue opere e nel genere stesso in maniera più ampia. L’adattamento del Frankenstein di Mary Shelley è poi nello specifico un lavoro minuzioso, personale e sicuramente interessante.
Il volume J-POP
Ottima la cura dell’edizione J-POP. Il massiccio volume brossurato, oltre 350 pagine, è ottimamente tradotto e adattato pur non presentando né extra né pagine a colori. Da segnalare che il volume è provvisto di sovracoperta.
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In Breve
Storia
7.5
Disegni
7.5
Cura Editoriale
8.0
Sommario
In Il Mostro - Frankestein e altre Storie, Junji Ito paga dazio ad una delle opere che ha fondato il genere horror sfruttando i suoi temi, conosciuti e declinati nelle maniere più disparate, per mostrarci quanto essi siano ancora oggi influenti nelle sue opere e nel genere stesso in maniera più ampia.