Dragon’s Dogma, la recensione dell’anime Netflix
Pubblicato il 19 Settembre 2020 alle 15:00
il GDR Capcom prende vita in una serie animata.
Genere: avventura, dark fantasy
Paese di produzione: Giappone
Studio di animazione: Sublimation
Numero episodi: 7
Durata singolo episodio: 19-32 minuti
Distribuzione: Netflix
Data di uscita: 17 settembre 2020
Dragon’s Dogma venne pubblicato per la prima volta nel 2012, ma l’edizione del titolo che ho platinato sulla mia PS3 è Dark Arisen, che include diversi contenuti aggiuntivi, fra cui alcune classi, armi e una intera nuova zona da esplorare.
Si tratta di un videogioco di ruolo d’azione all’interno del quale i giocatori possono scegliere una classe di appartenenza iniziale (le classi sono chiamate Vocazioni), che però può essere cambiata in qualunque momento durante la propria partita:
Da pochissimi giorni, Netflix ha reso disponibili all’interno del proprio catalogo una serie di animazione in CGI composta da soli 7 episodi basata proprio su questo bellissimo videogioco. Purtroppo, però, il risultato finale è piuttosto deludente…
PREGI…
Dal punto di vista visivo e della narrazione, Dragon’s Dogma riprende quelle che sono le basi della trama del videogioco originale a cui si ispira: in una ambientazione fantasy medievaleggiante classica, la vita tranquilla degli abitanti di un piccolo villaggio viene turbata dall’improvviso e ferocissimo attacco di un drago cremisi, il quale strappa via il cuore dal petto di un abitante del posto.
Nonostante la gravità di una simile ferita, Ethan riesce a sopravvivere: egli è un prescelto, l’Arisen, destinato a dare la caccia al drago per sconfiggerlo e tornare in possesso del suo cuore. Ad aiutarlo in questa impresa ci sarà Anna, una Pedina il cui unico scopo è quello di proteggere l’Arisen in quanto sua Custode.
La serie vede Ethan e Anna soffermarsi per combattere creature fantastiche mentre sono in viaggio alla ricerca della tana del drago. Si tratta di creature come grifoni, succubi, leach e idre, tutte presenti anche nel videogioco targato Capcom e riprodotte con molta fedeltà nella serie.
Un piccolo appunto merita il finale, che, naturalmente, non vi svelerò, ma posso dirvi, nel caso non conosciate il videogioco, che quest’ultimo può essere concluso portando a esiti multipli, cosa, questa, che non sarebbe stata certamente possibile in una serie animata. Potreste apprezzare o meno questa scelta, ma, a onor del vero, il finale della serie non è presente così come viene mostrato all’interno del videogioco, ma è stato creato unendo insieme gli esiti di due finali che in game sono distinti. Dal mio punto di vista, trattandosi di una scelta narrativa azzeccata, il fatto che non rifletta fedelmente il videogioco omonimo non è stato certo un problema.
Dragon’s Dogma è strutturata in maniera tale da essere fruibile anche da chi non conosce affatto il videogioco a cui si ispira, tuttavia alcune scelte possono essere opinabili. Ma qui entriamo nella sezione che riguarda i difetti.
…E DIFETTI
Chi conosce bene come me il videogioco Capcom avrà notato lacune e rimaneggiamenti della narrazione ed elementi che potrebbero avergli fatto storcere il naso:
- Peccati Capitali: ognuno dei 7 episodi è incentrato su uno di essi, il che crea certamente un filo narrativo che ci fa interpretare ogni puntata in maniera anche simbolica, ma tale riferimento è del tutto arbitrario, poiché le varie missioni secondarie del gioco non sono necessariamente collegate fra loro sotto alcun punto di vista.
- Pedine: create dagli Arisen, queste creature dalle sembianze umane forniscono aiuto e supporto, ma anche utili consigli in battaglia, ma si limitano a questo. Nella serie, invece, per qualche misterioso motivo si è scelto di dare ad Anna un ruolo decisamente più di rilievo a volte perfino di quello dello stesso Arisen, in una inversione di ruoli inspiegabile: possiamo infatti vedere Anna scagliare una serie di attacchi magici puri e di frecce intrise di magia elementare (Arciermago mon amour!), dimostrando così di avere un potere devastante, mentre Ethan è un tank puro.
- Vocazioni: proprio in virtù del fatto che l’Arisen disponga di un solo stile di combattimento, la sua Vocazione non solo non cambia mai (il che avrebbe anche reso gli scontri decisamente più divertenti da guardare), ma il termine “Vocazione” non viene mai nemmeno pronunciato.
- CGI: la grafica computerizzata impiegata per la realizzazione di serie animate è un territorio ancora irto di insidie, e una simile scelta stilistica può essere più o meno apprezzata. Tuttavia, è opportuno sottolineare che a tratti l’esito finale è piuttosto irrealistico ed esteticamente poco gradevole. Insomma, si sarebbe potuto fare molto di più.
CONCLUSIONI
Dragon’s Dogma è un doveroso tributo a un videogioco di ruolo fra i più apprezzabili per le console della scorsa generazione; l’intento di restargli fedele cede a volte il passo a una libera interpretazione degli eventi da parte degli sceneggiatori, creando così un prodotto che risulta così non già visto anche per chi conosce già il videogioco.
Tuttavia, una veste grafica non sempre apprezzabile e dei dialoghi per nulla memorabili, anzi, piuttosto banali, e alcune scelte narrative opinabili rendono il risultato finale piuttosto gradevole, ma per nulla memorabile. Se cercate una serie animata Netflix basata su una saga videoludica storica che di certo non vi deluderà vi consiglio caldamente la visione di Castlevania, della cui ultima stagione trovate qui la mia recensione.
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In Breve
Voto complessivo
6.0
Sommario
Dragon's Dogma è un doveroso tributo a un videogioco di ruolo fra i più apprezzabili per le console della scorsa generazione; l'intento di restargli fedele cede a volte il passo a una libera interpretazione degli eventi da parte degli sceneggiatori, creando così un prodotto che risulta così non già visto anche per chi conosce già il videogioco. Tuttavia, una veste grafica non sempre apprezzabile e dei dialoghi per nulla memorabili, anzi, piuttosto banali, e alcune scelte narrative opinabili rendono il risultato finale piuttosto gradevole, ma per nulla memorabile.