Batman Earth One – Recensione USA
Pubblicato il 9 Luglio 2012 alle 10:29
Dopo aver resuscitato Hal Jordan e Barry Allen nei ruoli, rispettivamente, di Green Lantern e Flash, dopo aver riletto gli inizi dell’Uomo d’Acciaio in Superman: Secret Origin ed aver riportato in auge Aquaman nelle Nuove 52, Geoff Johns riscrive gli inizi di Batman nella seconda graphic novel del progetto Earth One che ha avuto inizio con il mezzo passo falso del Superman di Straczynski.
Batman Earth One
Autori: Geoff Johns (Testi); Gary Frank (Disegni); Brad Anderson (colori).
Casa editrice: DC Comics
Genere: Supereroi
Paese: USA
Prezzo: 22,99 $
Data di pubblicazione USA: 4 luglio 2012
Il progetto, divenuto parte integrante delle Nuove 52 realtà parallele del cosmo DC post-reboot, nasce per fornire una visione più adulta e realistica dei supereroi della casa editrice e Johns ci fornisce un Batman umano e fallibile, ancor più, se possibile, di quello presentato da Frank Miller nel suo Batman: Anno Uno. L’impianto narrativo è simile invece a quello del Batman Begins di Christopher Nolan proponendo le vicissitudini dell’eroe adulto intervallate dai flashback che ne svelano i tragici trascorsi.
Le origini del personaggio non subiscono variazioni sostanziali per quel che riguarda le motivazioni che lo spingono a diventare un vigilante. La novità sta nella storia della sua famiglia. Thomas Wayne si candida a Sindaco di Gotham mentre Martha fa parte degli Arkham, due dinastie che hanno di fatto fondato Gotham. Anche l’Arkham Asylum viene presentato in una veste diversa ma non meno inquietante. L’omicidio della coppia si verifica con le dinamiche che conosciamo ma i risvolti sono ambigui: l’assassino è un delinquente occasionale o c’è stato un mandante?
Nel presente, dunque, Batman indaga sulla morte dei genitori ma la storia salta un passaggio. Non ci viene spiegato come Bruce si trasformi da bambino viziato ad un combattente del crimine dal temperamento molto rabbioso ed avventato. Anche la questione del pipistrello in quanto elemento iconico viene risolta in modo troppo rapido. A onor del vero, questo accade anche nella versione originale scritta da Bob Kane nella quale la scelta del simbolo non ha le profonde motivazioni psicologiche che le sono stati attribuite in seguito.
Il personaggio che subisce il restyling più radicale è Alfred, non più maggiordomo vecchio stampo bensì un reduce di guerra zoppo e cinico, sfaccettato benissimo, che sembra un incrocio tra il dr. House e Stick, il maestro di Daredevil. Come nella versione presentata da Grant Morrison sulla serie regolare pre-reboot, Alfred è ancora in grado di combattere ed è attraverso la sua figura tutelare che viene posta in evidenza la condizione psicofisica di Bruce. Certamente una visione più moderna e, forse, maggiormente avvincente e funzionale del più fedele ed intimo alleato del Cavaliere Oscuro.
In Batman: Anno Uno, Miller componeva la coppia Jim Gordon-Tenente Flass, inflessibile il primo, corrotto il secondo, come buona parte del dipartimento. Qui Johns rovescia il guanto. Gordon è remissivo di fronte alla corruzione che dilaga a Gotham perché teme per la vita della figlia Barbara che non denota cambiamenti rispetto alla versione classica. In questo caso la coppia di sbirri è completata da un Harvey Bullock non più grasso e trasandato (non ancora, almeno) come lo ricordavamo, bensì aitante e farfallone, perfino ex-conduttore di uno show tv, ma ligio al dovere. Una dicotomia accattivante che regge anche qui su un’ottima caratterizzazione.
Lo sceneggiatore segue il trend odierno di collegare le origini del supereroe al villain principale della storia, il Pinguino, qui più snello e in veste di sindaco ma sempre viscido e disgustoso. Viene inserito anche un cattivo inedito, lo psicopatico Birthday Boy, un gigantesco serial killer di ragazzine la cui presenza amplifica il tono maturo e tragico del racconto evidenziando leggere venature horror-thrilling. Tra gli altri personaggi, Lucius Fox ha lo stesso ruolo della sua controparte nella trilogia di Nolan anche se qui è molto più giovane e gli elementi (fanta)tecnologici sono appena accennati. Presentato anche Harvey Dent che viene però rimandato al Volume 2 e, nel finale, viene annunciato il villain del sequel.
Come al solito, Johns imbastisce una sceneggiatura gradevole in ottimo equilibrio tra l’introspezione dei personaggi, le dinamiche investigative immediate e prive di complicazioni, e le sequenze action il cui taglio cinematografico risulta efficace grazie all’assenza di didascalie introspettive che rallenterebbero la lettura e all’interpretazione fortemente realistica dell’ottimo Gary Frank che ha già affiancato lo sceneggiatore su The Avengers e Superman: Secret Origin. Ben calibrate e mai gratuite le splash-page singole e doppie, utilizzate solo per esaltare i momenti epici e fondamentali della narrazione.
Il tempo di adattarsi all’approccio di Johns e la pagine scorrono via che è un piacere. La reinterpretazione è calibrata ma decisa, i fattori che da sempre appassionano i lettori di Batman restano inalterati, vengono esplorati e modificati con un’ottica più moderna e complessa solo gli elementi e le dinamiche troppo risapute o, da sempre, poco approfondite. In questo senso, Frank Miller prima e Christopher Nolan poi hanno evidentemente fatto scuola. La leggenda continua.