Prince of Persia – storia di un classico
Pubblicato il 12 Settembre 2020 alle 14:10
Negli ultimi giorni, in seguito alle tante dicerie riguardo un remake, Ubisoft ha ufficialmente annunciato un rifacimento da zero di Prince of Persia – Le sabbie del tempo. Il titolo, risalente a fine 2003, sancì il ritorno della saga dopo 10 anni dal suo ultimo capitolo. Ripercorriamo insieme alcune delle tappe principali e soprattutto vediamo più da vicino cosa fu Le sabbie del tempo e in che modo il suo successo portò alla creazione di una trilogia.
Gli albori di Prince of Persia
Una schermata del primo gioco, risalente al 1989. Il primo titolo della serie, risalente al 1989 per mano di Broderbund, ci immergeva all’interno di un’atmosfera alla “Mille e una notte“. Il suo level design e la notevole difficoltà resero il primo titolo un grande classico. Le sue animazioni fluide furono ottenute tramite rotoscoping, una tecnica che in realtà veniva utilizzata per i cartoni animati. Anche combattimento con arma bianca fu una grande novità per l’epoca, dove invece primeggiavano i giochi d’azione con armi e fucili.
Il titolo ebbe un seguito quattro anni dopo. Prince of Persia 2: The Shadow and the Flame uscì nel 1993 e rappresentò un passo in avanti sotto ogni punto di vista nonostante la struttura del gioco fosse pressoché identica. Questi due titoli rappresentarono la base dalla quale poi Ubisoft raccoglierà il testimone (e i diritti) e 10 anni dopo re-immaginerà questo mondo portando a ciò che a tutti gli effetti fu un reboot.
Le sabbie del tempo
Il capitolo risalente al 2003 e di cui è atteso il remake per il 21 gennaio 2021, fu un fulmine a ciel sereno. Nonostante si trattasse di un gioco piuttosto breve (una delle maggiori critiche che gli fu rivolta) era capace di trasportare il giocatore all’interno di un’ambientazione fiabesca e infernale allo stesso tempo, costantemente fissa in questo paradosso.
Da un lato le splendide ambientazioni medio-orientali e le musiche sognanti di Stuart Chatwood restituivano un verso senso di magia, mentre da contrappunto vi erano le brutalità delle uccisioni e delle bestie scaturite dalle Sabbie del Tempo che danno titolo al gioco. Fin da subito, inoltre, il protagonista racconta come sia eccitato di partecipare una battaglia, senza però comprendere davvero cosa fosse una guerra e soprattutto senza prevedere gli eventi che di lì a poco avrebbero trasformato la sua vita.
Ma non è tutto: la fortunata saga di Assassin’s Creed deve tantissimo a Prince of Persia. Ricorderete forse questo prototipo di un titolo della saga del principe che poi divenne il concept di Assassin’s Creed 1. Le mosse di Dastan (questo il nome del principe che però ne Le Sabbie del Tempo non ne aveva uno) sono infatti state replicate nella celeberrima saga incentrata sulle vicende di assassini e templari. Il protagonista di Prince of Persia salta, scavalca nemici, corre sulle pareti, si arrampica, volteggia sulle sbarre e compie tantissime altre mosse che poi diverranno un marchio di fabbrica di Assassin’s Creed.
Le Sabbie del Tempo è infatti prima di tutto, incredibile a dirsi, un platform e solo poi un gioco d’azione. Questa caratteristica è forse la più importante e che diede continuità con i giochi risalenti al 1989 e al 1993. Gli stessi combattimenti non sono dei semplici button smash a-la-God of War era PS2, sono invece degli scontri in cui il principe è in svantaggio e deve sfruttare la mancanza di senno dei nemici per sconfiggerli, data la loro superiorità numerica. Saltare su un nemico, parare un colpo, scavalcarlo: ognuna di queste è una tattica essenziale per vincere, specialmente nei combattimenti più avanzati, decisamente più impegnativi.
Tocco di classe però di questo gioco è il Pugnale del Tempo. Suddetta arma permette di tornare indietro nel tempo sebbene solo di pochi secondi e prevenire la morte del protagonista. Avete sbagliato un salto e siete precipitati nel vuoto? Un nemico vi ha sconfitto dopo una schivata sbagliata? Delle trappole sono improvvisamente spuntate dal pavimento? Basterà attivare il pugnale e potrete tornare a pochi attimi prima del vostro incidente di percorso per prevenirlo. Si trattò indubbiamente di una meccanica intelligente e ben studiata. Non era abusabile e appariva perfettamente integrata nel gioco.
A questo quadro armonioso aggiungete le saltuarie osservazioni ironiche del principe e ci ritrovavamo dinanzi ad un titolo solido e intenso, sebbene fosse incredibilmente corto, consentendo al giocatore di completarlo in sole 5 o 6 ore. Che il remake possa aggiungere qualche sezione e allungare sensibilmente la longevità? Oppure sarà un rifacimento passo per passo?
I seguiti: squadra che vince non si cambia?
Meno fortunati furono i suoi seguiti, accolti in maniera piuttosto fredda per via del cambio completo di atmosfera che risultò per molti forzato e poco sensato. “Spirito Guerriero”, del 2004, vedeva Dastan alle prese con un mostro del tempo di Dahaka che gli dava la caccia in seguito alle sue macchinazioni con le Sabbie. Ne “I due troni“si era avuto un ritorno all’ambientazione originale nel tentativo di salvare il regno e uccidere il Visir del primo gioco prima che scateni tutti gli eventi de “Le Sabbie del Tempo“.
Nonostante entrambi i titoli toccarono alcuni degli apici grafici di PS2, fallirono nel ricatturare la magia del primo proponendo poche novità e una generale atmosfera troppo cupa che a molti non scese giù. Il remake in arrivo ha inoltre suscitato parecchie polemiche per via di quella che per molti è stata una presentazione debole e un remake grafico poco curato. Ubisoft, come molte aziende ultimamente, terrà in conto delle lamentele e correggerà il tiro o continuerà per la sua strada?
Noi tutti per adesso attendiamo l’arrivo di questo remake per dare un giudizio definitivo, il trailer mostrato potrebbe essere di una vecchia build o comunque di una versione in continuo aggiornamento. E voi? Avete giocato a questo gioco o addirittura a tutta la trilogia? Come avete accolto l’annuncio di questo remake?