Storia delle Console – Parte 6: il monopolio di PS2
Pubblicato il 10 Settembre 2020 alle 11:30
L’arrivo della nuova generazione è ormai alle porte ed entro la fine del 2020 vedremo il lancio di PS5 e Xbox Series X. Nintendo nel frattempo segue la sua filosofia di non competere con nessuno e lo Switch prosegue con le sue ottime vendite e il parco titoli che si ampia sempre più a distanza di 3 anni dal lancio. Le cose erano molto diverse agli albori del medium e le console tra cui scegliere non erano così poche. Ma sopratutto, il ruolo di Nintendo non era quello di adesso, a volte quasi defilato.
La sesta generazione vide l’ormai perfezionamento della tecnologia 3D, il consolidamento della posizione di Sony, il declino di SEGA e l’arrivo di Microsoft sul mercato console. Ma fu anche una generazione importante per Nintendo, che capì di non poter più vivere solo grazie al suo nome, ma che doveva anche sapersi reinventare per avere successo nel mercato di quegli anni. Potete recuperare tutte le parti precedenti ai seguenti link: prima parte, seconda parte, terza parte, quarta parte, quinta parte.
Dreamcast – La prima console di sesta generazione
In seguito all’insuccesso del SEGA Saturn di cui avevamo parlato nello scorso speciale, l’azienda giapponese iniziò, fino dal 1997, a lavorare ad una nuova console casalinga. Tra gli obiettivi vi era quello di creare il sistema più avanzato dal punto di vista grafico e portare ad una rinascita di SEGA come produttrice di console.
Il Dreamcast fu la prima console di sesta generazione a vedere la luce. Nel 1998, il suo lancio in Giappone fu un grande successo ma i seguenti lanci sui mercati americani ed europei non furono altrettanto calorosi. La console veniva venduta a soli 199 dollari, montava un hardware molto più potente delle console dell’epoca ed era anche dotato di un modem per collegarsi ad internet: si tratta della prima volta nella storia in cui una console possiede già un suo modem dedicato e già incluso.
Altra feature rivoluzionaria era la VMU (Visual Memory Unit) che fungeva prima di tutto da memory card da inserire nel controller, ma anche da mini-console da gioco dove era possibile accedere a dei videogiochi legati ai salvataggi che vi erano sopra e portare quei progressi poi nel gioco vero e proprio. Le VMU erano anche un potente strumento di gameplay, un esempio era Resident Evil: Code Veronica che utilizzava lo schermo della memory card per mostrare le munizioni delle armi, annullando il bisogno di aprire il menu per farlo. La console utilizzava i GD-ROM, delle speciali unità ottiche progettate da SEGA per combattere la pirateria.
Purtroppo, agli inizi del 2001, la console fu già dismessa, dopo appena tre anni dalla sua uscita in madrepatria e solo due da quella europea e statunitense. Il Dreamcast fu una delle console più sfortunate di sempre, dovendo competere dapprima contro Nintendo, ma specialmente contro l’uscita di PS2, che fagocitò tutto il mercato e schiacciò letteralmente la console SEGA, che finì per vendere poco più di 9 milioni di unità.
L’insuccesso della console fu dovuto principalmente alla concorrenza con Sony e anche per lo scarso supporto di terze parti. Divenne, con il tempo, una console invece molto ambita dai collezionisti e amata da chi l’aveva avuta e vi è un’attivissima comunità online che produce ancora modifiche per questa console purtroppo in parte dimenticata. Killer app del sistema furono indubbiamente i due Shenmue, Jet Set Radio e Crazy Taxi, così come tutta una serie di trasposizioni per sale giochi data la fluidità della console nel riprodurli.
In seguito al fallimento di Dreamcast, SEGA, che già da tempo era spaccata in due scuole di pensiero (ovvero continuare o meno a produrre console), andò incontro ad una pesante ristrutturazione aziendale e si ritirò per sempre dal mercato delle console, iniziando solo a produrre e sviluppare software.
PlayStation 2 – la console più venduta della storia
Vi è, in realtà, una sola protagonista della sesta generazione di console, e questa è Sony. Il successo di questa console non è mai stato raggiunto ad oggi: dismessa addirittura nel 2013, la PlayStation 2 vendette l’astronomica cifra di quasi 160 milioni di console, tra il modello fat e slim. La sua presentazione nel 1999 e il lancio nel corso del 2000 in tutto il mondo, decretarono un successo immenso per il monolite nero di casa Sony. Data l’altissima richiesta, l’assistenza tecnica della console è rimasta attiva addirittura fino a 2 anni fa, venendo interrotta nel settembre 2018.
La PS2 venne venduta fin da subito pubblicizzata come in grado di leggere CD-ROM e DVD-ROM. Questa la rendeva prima di tutto compatibile con tutti i giochi della prima Playstation ma fece sì che venisse anche venduta come un lettore DVD tramite la quale era possibile vedere i film. La console era allo stesso modo compatibile con ogni altra periferica di quella precedente, a partire anche dai semplici joystick e memory card.
Già solo questo poteva garantire uno straordinario successo per Sony, che avendo già creato una solida base di fan grazie alla sua precedente console, ebbe un’ineguagliabile supporto dalle terze parti e il lancio sul mercato della versione slim non fece che raddoppiare le vendite della console. PlayStation 2 era dotata di un’hardware potente, semplice su cui programmare e in grado di elaborare complessi ambienti 3D. Il gioco che letteralmente vendette il sistema fu il celeberrimo GTA: San Andreas, che da solo vendette quasi 21 milioni di copie, ma ci furono anche altre pietre miliari come Final Fantasy X, Black, God of War 1 e 2, Metal Gear Solid 2 e 3 e la lista potrebbe continuare all’infinito.
Xbox – l’arrivo di Microsoft
Xbox venne presentata a sorpresa nell’inverno del 2000. Forte dell’endorsement di Bill Gates in persona, la console venne pubblicizzata come la più potente tra quelle disponibili sul mercato. Non si trattò di pubblicità ingannevole: dal punto di vista hardware la prima Xbox fu realmente il pezzo tecnologico casalingo più potente del 2001 fino all’arrivo del suo successore.
Il suo lancio verso la fine del 2001 in Nord America e poi nel 2002 nel resto del mondo fu ben accolto ed entro la fine del suo ciclo vitale console arrivò a vendere quasi 25 milioni di unità, un buon risultato, ma ancora lontano dai numeri e dal successo dei concorrenti. Non sarebbe tuttavia possibile parlare di Xbox senza Halo: Combat Evolved. La storia della console è così strettamente legata a quella del gioco che sarebbe sciocco non farlo.
Il gioco fu immediatamente pubblicizzato come rivoluzionario, nuovo e come qualcosa di mai visto prima. E lo era davvero: erano anni che non si vedeva non solo una space opera del genere, ma anche uno sparatutto in prima persona così profondo, raffinato, dalla libertà d’azione che presentava Halo e con una così sofisticata Intelligenza Artificiale.
Da solo, Halo fu in grado di trainare quasi tutte le vendite iniziali della prima Xbox. Merito della console fu anche quello di inventare il gaming online per console come lo conosciamo oggi. Xbox Live venne lanciato con l’idea di non rendere la console una semplice macchina da gioco ma per essere un prodotto multimediale e che consentisse di collegare più persone tramite un servizio a pagamento ospitando i giocatori sui server Microsoft.
Altre killer app furono indubbiamente Halo 1 e 2 (il secondo uno dei sequel più attesi della storia videoludica), Knights of the Old Republic, Morrowind e Dead or Alive 3.
Gamecube e Game Boy Advance – la risposta di Nintendo
Nintendo, in tutto questo quadro appena delineato, non se la passava benissimo. Nintendo 64 era stato un discreto successo commerciale, ma non aveva rappresentato la rivoluzione che l’azienda di Kyoto sperava. Dopo averla presentata nel 2000, entro il 2001 fu lanciato sul mercato il GameCube.
La nuova console Nintendo presentava un potente hardware non dissimile da quello di PS2, un controller rivoluzionario (tutt’oggi lodato per la sua ergonomia), una dimensione compatta della console e un supporto per DVD chiamato ‘Nintendo Optical Disc‘ ovvero dei dischi di dimensioni ridotte per evitare la pirateria. Era la prima volta che la compagnia passava ai supporti ottici.
Nonostante queste caratteristiche, il GameCube non risultò un successo commerciale, vendendo addirittura meno di Nintendo 64 e attestandosi a poco più di 20 milioni di unità. Il suo insuccesso va ricercato nel ritardo di lancio della console, nelle terze parti già impegnate sulla macchina Sony, nonostante la console abbia comunque avuto delle killer app come Super Mario Sunshine, Luigi’s Mansion, Super Smash Bros. Melee ed Eternal Darkness, riuscendo persino ad avere l’esclusiva temporanea per Resident Evil 4, che fu progettato inizialmente per GameCube (dove tutt’ora resta una delle migliori versioni, nonostante l’ottimo porting per PS2).
Un altro grande successo delle console portatili di Nintendo: il Game Boy Advance.Discorso completamente diverso va fatto per il Game Boy Advance, il successore dell’acclamato Game Boy. Anche qui Nintendo toccò delle cifre da capogiro, arrivando a piazzare più di 80 milioni di unità sul mercato. La console portatile fu la prima di Nintendo ad avere un hardware superiore a quello di altre sue concorrenti di anni prima.
Le killer app della console furono Pokémon Rubino e Zaffiro, The Legend of Zelda: The Minish Cap, Metroid Fusion, Fire Emblem: The Sacred Stones, Kingdom Hearts: Chain of Memories e tantissimi altri. Il suo restyling, ovvero il Game Boy Advance SP dotato di dimensioni e durata della batteria maggiori, vendette addirittura di più arrivando a sfiorare i 100 milioni.
Ma con l’arrivo della settima generazione, le tecnologie si sarebbero evolute e ancora una volta il mercato sarebbe cambiato.