Senzanima – Redenzione | Recensione
Pubblicato il 9 Settembre 2020 alle 16:00
Tra le mura in rovina di un vecchio monastero immerso fra le nevi eterne delle montagne a nord di Merovia, il giovane Ian Aranill, una monaca guerriera e un brutale assassino si ritrovano infatti a combattere per qualcosa di più importante della vita… la propria redenzione!
Autori: Stefano Vietti (testi) Francesco Rizzato (disegni) Paolo Francescutto (colori) Mario Alberti (copertina)
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore
Genere: fantasy
Provenienza: Italia
Prezzo: € 17, 22×30, pp. 80, col., C.
Data di pubblicazione: 10 settembre 2020
Arriva al quinto volume Senzanima, il prequel adulto di Dragonero, con Senzanima – Redenzione.
Partito come “esperimento” – sia per contenuti che per formato – la serie si è guadagnata un nutrito gruppo di estimatori anche fra coloro che non leggono il mensile principale merito di un taglio decisamente diverso rispetto alla serie regolare, scelta che sta portando grande soddisfazione ai creatori della serie.
Ricordiamo che Senzanima narra le avventure di un giovane Ian Aranill appena unitosi alla banda di mercenari dei Senzanima impegnati in Merovia. Trovate le nostre recensioni dei precedenti volumi QUI.
Senzanima – Redenzione
In Senzanima – Redenzione, il giovane Ian Aranill si gode una licenza di 6 giorni nelle montagne innevate a nord di Merovia. La battaglia finale è vicina e la zona brulica di soldati mentre i locali sperano, giustamente, che la furia della guerra non li investa.
Dopo aver avuto un battibecco con un gruppo di soldati imperiali in una locanda, Ian si imbatte in una Madre Guardiana che vomita sangue. Soccorsa e caricata di peso sul suo cavallo, Ian la porta nel monastero vicino dove la monaca guerriera viene curata dalle poche monache rimaste invece nel santuario.
Pur invitato a non lasciare le sue stanze, Ian è preoccupato per la salute della donna scoprendo, grazie ai suoi poteri ancora non pienamente formatisi, che ha cercato il suicidio dopo non essere riuscita a rispettare il suo voto monastico.
Tuttavia non c’è tempo per riflettere sui peccati di guerre combattute lontano, Ian vuole rimettersi subito in marcia ma con orrore scopre che nel monastero si sono infiltrati proprio quei soldati che aveva incrociato nella locanda con intenzioni tutt’altro che pacifiche.
Il loro capo, un Campione Imperiale, è infatti rimasto impressionato dalla giovane Isa e vorrebbe possederla lasciando il resto delle monache ai suoi sottoposti. Quando Ian cercherà di affrontarlo però scoprirà di avere di fronte un nemico ben al di là della sua portata… in suo soccorso per fortuna arriva la Madre Guardiana.
Mentre Ian e Isa liberano con astuzia le altre monache e fuggono, all’interno del luogo sacro si consuma un brutale duello senza vincitori né vinti; all’esterno invece la Madre Superiora si macchia di un terribile delitto pur di sfuggire ai suoi aguzzini.
Perché combattiamo?
Stefano Vietti confeziona una storia solidissima, brutale e cruda. Il plot è abbastanza lineare e segue alcuni stilemi tipici di una certa letteratura bellica e non specificatamente fantasy in senso stretto con lo scrittore che riesce a donargli un ritmo e un taglio tale da incollare, con la sua aria opprimente, il lettore alle pagine.
Tematicamente il perno Senzanima – Redenzione rimane sempre l’ampia riflessione sul tema della guerra, sull’impatto che essa ha su coloro che la combattono e soprattutto su coloro che ne sono vittime/spettatori. In questo quinto volume nello specifico però questo tema viene filtrato tramite la lente degli ideali in una ipotetica tensione fra l’incapacità di rispettarli della Madre Guardiana e la volontà di piegarli ai propri scopi e interessi del Campione Imperiale. Non c’è bene o male, solo sfumature di grigio che non portano a nulla.
Nel mezzo c’è Ian che alla domanda diretta sul perché combatta non sa cosa rispondere se non descrivendo la frenesia del campo di battaglia stesso.
In questo senso c’è da sottolineare anche l’ottimo lavoro di Stefano Vietti, ma in generale di tutti gli autori di Senzanima, che stanno tracciando in maniera evidente ma non scontata la parabola del giovane Ian: da imberbe mercenario a guerriero consapevole.
Una parte grafica evocativa
Assolutamente strepitosa la parte grafica firmata da Francesco Rizzato ai disegni e Paolo Francescutto ai colori. Il team dimostra di potersi completare a vicende in maniera pressoché perfetta come dimostrano le prime pagine ovvero una splendida sequenza muta in cui veniamo subito catapultati nell’atmosfera invernale e montana del volume.
Lo stile di Rizzato è pulito, fatto di linee sottili e panneggi molto realistici. Vi è sicuramente un certo influsso della linea chiara francese ma senza rinunciare a quel dettaglio tipico di una certa produzione, sempre franco-belga, più moderna.
Da evidenziare anche la costruzione della tavola assolutamente dinamica. L’utilizzo degli inserti e della sovrapposizione dei riquadri dona ritmo e chiarezza nello storytelling permettendo al disegnatore di giocare sia con la dimensione della verticalità sia la possibilità di concedersi qualche splash-page anche doppia dal grande impatto.
Encomiabile il lavoro ai colori di Paolo Francescutto. La sua paletta è attenta alle sfumature e un utilizzo sapiente della luce dona un tono estremamente realistico ed evocativo a moltissime tavole.
Gli esterni sono colorati davvero magistralmente con un senso di profondità eccellente, qualche momento più piatto si ha solo nelle sequenze all’interno del monastero dove però l’azione è a farla da padrone concedendo al colorista un po’ di tregua.
La cura editoriale
Il volume cartonato di grande formato è oramai lo standard per Senzanima esaltando le qualità di disegnatori e coloristi. Come sempre ricchissimo l’apparato redazionale che Sergio Bonelli Editore riserva in coda al volume con scheda di approfondimento sugli ordini monastici, sul ruolo delle locande e dei campioni imperiali. Il tutto è intervallato da schizzi preparatori e bozzetti.
In Breve
Storia
7.5
Disegni
9.0
Cura Editoriale
8.0
Sommario
Il perno Senzanima - Redenzione rimane sempre l'ampia riflessione sul tema della guerra, sull'impatto che essa ha su coloro che la combattono e soprattutto su coloro che ne sono vittime/spettatori.
Stefano Vietti confeziona una storia solidissima, brutale e cruda mentre assolutamente strepitosa è la parte grafica firmata da Francesco Rizzato ai disegni e Paolo Francescutto ai colori.