La vetta degli dei vol. 1 – Recensione
Pubblicato il 5 Luglio 2012 alle 12:00
Arriva finalmente in Italia l’appassionante manga di Jiro Taniguchi che adatta il romanzo di Baku Yumemakura, raccontando l’intensa avventura del confronto dell’uomo con la montagna, che riflette l’aspirazione umana all’infinito.
La vetta degli dei 1
Autore: Baku Yumemakura (storia), Jiro Taniguchi (disegni)
Editore: Rizzoli Lizard
Provenienza: Giappone, 2000
Formato: brossurato con alette, 17×24, 336 pag., b/n e col.
Target: seinen
Genere: avventura, psicologico, slice of life
Prezzo: € 18,00
Anno di pubblicazione: 2012
1924. Gli inglesi George Mallory e Andrew Irvine tentano la prima scalata senza ossigeno dell’Everest. La missione fallisce, lasciando avvolta nel mistero la verità sul reale esito dell’impresa.
1993. Il fotografo giapponese Makoto Fukamachi, in viaggio di lavoro in Nepal, entra fortuitamente in possesso di una macchina fotografica che sembra essere proprio quella usata in missione da Mallory. Mentre Fukamachi è a un passo da una scoperta sensazionale, potenzialmente in grado di riscrivere la storia dell’alpinismo mondiale, qualcuno ruba il prezioso apparecchio.
Inizia così la ricerca del ladro, un’indagine che porterà il fotografo ad incrociare la strada con il misterioso Bikhalu-san, che non solo sembra saperne più di quanto voglia far credere, ma assomiglia in modo impressionante al celebre e solitario scalatore giapponese Habu Jôji, di cui nessuno ha più avuto notizie…
Rizzoli Lizard continua ad arricchire il suo parco titoli assicurandosi un’altra imperdibile opera del maestro Taniguchi, che qui disegna “La vetta degli dei” (Kamigami No Itadaki), monumentale adattamento a fumetti in cinque volumi del fortunato romanzo-fiume di Baku Yumemakura.
Fin dalla primissima tavola, ci si rende conto che se c’era qualcuno in grado di compiere l’ardua impresa di tradurre in immagini l’opera di Yumemakura, quel qualcuno non poteva che essere Jiro Taniguchi.
La straordinaria abilità del mangaka, unita alla sua solita attenzione ai piccoli gesti dei suoi personaggi, riesce a dare vita agli ambienti e alle figure, conquistando immediatamente il lettore, trasportato nel mondo dell’alpinismo, e avvolgendolo con la sua intensa interpretazione dei protagonisti.
Fukamachi e Habu sono infatti le presenze dominanti di questo primo volume. Il primo, è l’elemento narrativo fondamentale, che permette di avviare la trama e condurla nei suoi sviluppi successivi. Il secondo, è un personaggio di grande carisma, magnetico nelle numerose sfaccettature del suo difficile carattere, e genuina incarnazione di quell’aspirazione all’infinito che contraddistingue l’essere umano, e che trova il suo corrispettivo nella maestosità delle impervie vette che lo scalatore affronta con tenacia quasi ossessiva.
Habu è infatti un personaggio assoluto, quasi spietato nei suoi pregi e nei suoi difetti, assoluto e spietato come la montagna cui ha dedicato la sua esistenza.
Nonostante la mole del volume, la narrazione procede spedita e con un ritmo serrato, articolandosi in otto episodi, per una lettura che si dimostra di ampio respiro, e in grado di catturare l’attenzione del lettore dalla prima all’ultima pagina, coinvolgendolo dapprima nel mistero della missione di Mallory e Irvine, e successivamente introducendolo alla tormentata vicenda di Habu.
L’edizione proposta da Rizzoli Lizard mantiene il senso di lettura originario e opta per l’adattamento delle onomatopee. Scorrevoli e comprensibili gli adattamenti, anche se qualche nota in più su alcuni termini non avrebbe guastato. Il volume è corredato da una prefazione di Stéphane e Muriel Barbery, e in chiusura dalla doppia postfazione di Baku Yumemakura e di Jiro Taniguchi. Le pagine della prefazione, arricchite da alcune foto degli autori, insieme alle prime tavole a colori, sono stampate su carta lucida.
Al di là del noto problema di impaginazione che l’editore ha prontamente provveduto a sistemare, bisogna rilevare che purtroppo l’edizione presenta un costante problema di resa dei retini e occasionali problemi di resa ottimale dei neri, aggravati da un editing grafico delle didascalie che lascia molto a desiderare, con pecche grossolane e fastidiose.
Nel complesso, “La vetta degli dei” è una lettura intrigante e coinvolgente, che permette di calarsi completamente nell’atmosfera della storia e di essere partecipi delle vicende umane e narrative dei suoi indimenticabili protagonisti. Un primo numero intenso, ma per certi versi ancora in sordina, che promette un crescendo nei volumi successivi. Un’opera ideale per gli amanti dell’alpinismo, un titolo imperdibile per gli affezionati di Taniguchi e di Yumemakura, ma anche per gli amanti del buon fumetto.