Storia delle Console – Parte 2: l’ascesa di Atari e la crisi

Pubblicato il 4 Agosto 2020 alle 12:20

Ci eravamo lasciati nell’ultimo appuntamento della storia delle console con lo sfortunato Magnavox Odyssey e l’avvento di Atari grazie alla commercializzazione di Pong. Potete recuperare la prima parte qui. La seconda generazione presenta delle caratteristiche diverse dalla prima, in primis un numero di console minore tra cui scegliere, e in secondo luogo dei progressi tecnologici che fecero sì che i costi aumentassero e venisse introdotto l’uso della cartuccia di gioco. La cartuccia rimase in auge fino alla metà degli anni ’90, per poi sparire lentamente.

Il sovraffollamento però del mercato console era ancora notevole e questo porterà poi ad uno degli eventi più noti del panorama videoludico: la crisi dei videogiochi del 1983. La seconda generazione, comunque, durò dal 1976 fino a circa il 1983, nonostante in realtà l’Atari 2600 (console di punta dello storico marchio) fu dismesso addirittura nel 1992. 

In attesa della nona generazione di console, vediamo insieme luci e ombre di questa travagliata seconda generazione.

La rivoluzione videoludica di Atari

atari seconda generazione
L’Atari 2600 in tutto il suo splendore retrò.

L’Atari 2600 fu una vera e propria rivoluzione all’interno del mondo videoludico. Nessuna console a cartuccia aveva mai ottenuto il suo stesso successo. Arrivando a piazzare circa 30 milioni di unità, si trattò di un sistema per la quale furono prodotti più di 500 titoli a prezzi molto contenuti rispetto ad oggi. Parliamo di un minimo di 12 fino ad un massimo di 35 dollari per gioco. Come detto, l’Atari 2600 fu in produzione e in vendita fino al tardo 1992. 

Il suo lancio sul mercato avvenne nel 1977 e dovette il suo successo alla sua architettura d’avanguardia per l’epoca e la grande varietà di titoli presenti. Si trattava di una console comunque più costosa di quelle precedenti: con i suoi 200 dollari era un sistema con 2 joystick, un pad e il gioco Combat incluso. Al lancio della console vi erano altri otto titoli presenti sul mercato. Con il tempo il parco titoli si espanse a tal punto che per molti anni l’Atari 2600 fu il punto di riferimento dei videogiocatori, in particolar modo quelli statunitensi, dove il sistema ebbe il maggior successo.

Alcuni dei titoli che contribuirono al successo di Atari 2600 furono Raiders of the Lost Ark Pitfall!, nonostante non mancarono giochi di minore qualità, come il noto E.T. L’extraterrestre, che è stato spesso considerato (erroneamente) il fautore della crisi dei videogiochi di cui parleremo a beve.

atari 5200 seconda generazione
L’enorme “scatola” dell’Atari 5200.

Successore del 2600 fu l’Atari 5200, che fu inizialmente commercializzata per rispondere al suo concorrente Matel: il Colecovision. L’Atari 5200 fu una console estremamente avanguardistica dal punto di vista hardware ma che fallì nell’essere il successore del 2600 per svariati errori di marketing, per le dimensioni esagerate della console e diversi problemi di funzionamento della stessa.

Nonostante questo Atari era comunque un marchio con un peso enorme nell’industria di quel lustro e produsse due versioni della console, una con 4 porte joypad e una con 2. La mancata retrocompatibilità con le cartucce del 2600, tuttavia, minò ulteriormente il successo del 5200. Presto la console scoraggiò anche i produttori di terze parti che abbandonarono il progetto. Una delle criticità della console fu nei suoi joypad. Questi si rompevano molto facilmente e a volte non funzionavano affatto costringendo i giocatori a comprarne di più.

Atari e i suoi concorrenti

intellivision seconda generazione
L’Intellivision di Mattel.

La statunitense Mattel fu la principale concorrente di Atari, cercando di proporre dapprima l’Intellivision nel 1980 e poi il Colecovision nel 1982, non riuscendo tuttavia mai a raggiungere il colosso di Pong. La seconda generazione vide far capolino sul mercato dell’Intellivision nel 1979 prima nel solo stato della California per poi comparire dall’anno successivo nel resto degli Stati Uniti.

La struttura hardware della console era di gran lunga più sofisticata delle concorrenti, essendo stata la prima console a 16 bit della storia. Il suo costo troppo elevato e il dominio di Atari ne minarono il successo complessivo, nonostante la console avesse piazzato diverse milioni di unità in tutto il mondo, Italia compresa. L’Intellivision fu anche la prima console a consentire di scaricare giochi tramite un sistema via cavo, nonostante i giochi sparissero dopo lo spegnimento.

Dal 1982 fino a poco tempo dopo la crisi del 1983, fu l’anno del Colecovision, che riuscì a piazzare più di 6 milioni di unità complessive e che fu molto meglio ricevuta del suo predecessore. Killer app della console fu l’adattamento di Donkey Kong, che trainò le vendite iniziali del sistema. C’è da dire che il Colecovision riuscì in parte nell’intento di scardinare il dominio di Atari sul mercato console grazie alla sua architettura avveniristica. La console ebbe infatti un ottimo successo commerciale negli Stati Uniti, nonostante la minor potenza rispetto all’Atari 5200.

L’arrivo di Sega e di altri marchi

sega seconda generazione
Il SEGA SG-1000.

Risale al 1983 la primissima console di SEGA, che si affacciò su questo mercato in madrepatria e in Europa, benché l’SG-1000 non fu mai commercializzato negli Stati Uniti. Comparsa proprio a ridosso della crisi dei videogiochi, è importante ricordarla per essere stato il primo sistema di SEGA e per essere stato il precursore del più noto Sega Master System. Anch’essa dotata di cartucce, la console era basato sull’architettura del computer SC-3000.

odyssey 2 seconda generazione
Lo strano look del Magnavox Odyssey 2.

Altri concorrenti del periodo della seconda generazione furono il cosiddetto Magnavox Odyssey 2 e il Vectrex. La prima fu anche chiamata Philips Videopac poiché commercializzata dall’omonima azienda a partire dal 1978. Tale console ebbe un maggior successo in Europa piuttosto che negli Stati Uniti, non riuscendo mai ad imporsi né sull’Intellivision né tantomeno sull’inarrestabile Atari 2600. 

vectrex seconda generazione
Il singolare Vectrex, della statunitense Smith Engineering.

Ancora più sfortunato a livello di vendite, fu il Vectrex. Commercializzato nel 1982, si trattava di una console con grafica vettoriale e dotata di uno schermo integrato per riprodurre i giochi. Si trattò di un esperimento coraggioso ed interessante di proporre una macchina arcade casalinga e dalle dimensioni contenute. Tuttavia il suo fallimento a causa delle scarse vendite (parliamo di circa 250.000 unità piazzate) ne decretò il ritiro prematuro. Al giorno d’oggi si tratta però di un pezzo da collezione ambitissimo da parte degli appassionati del retrogaming.

microvision seconda generazione
L’imballaggio originale del Microvision.

C’è infine da segnalare l’esistenza del Microvision del 1979, considerata da molti la prima console portatile della storia. Prodotta da Smith Engineering, gli stessi del Vectrex, la console è un oggetto da collezione estremamente raro e il suo fallimento è da ricercarsi nella mancanza di titoli e la tecnologia portatile ancora molto rudimentale, portando alla sua dismissione già nel 1981. 

La crisi del 1983 e le sue conseguenze

crisi seconda generazione
I giochi dissotterrati in seguito alla crisi.

Il 1983 fu l’anno della famosa crisi dei videogiochi. Il mercato subì un tracollo totale a cavallo del 1983 1984, portando alla bancarotta e la scomparsa di numerose aziende videoludiche statunitensi. L’evento non segnò soltanto la fine della seconda generazione di console, ma anche un profondo mutamento del mercato e dei competitor. Il numero di console tra cui scegliere diminuì drasticamente e dalle ceneri di questo crollo emersero Nintendo SEGA, che nonostante non furono i soli nomi dell’industria, ne furono indubbiamente i più importanti dell’epoca.

La crisi fu causata da un’insieme di fattori. Prima di tutto Atari aveva fallito nel proporre una versione migliorata del proprio 2600. In secondo luogo i prezzi delle console e dei primi computer avevano raggiunto delle cifre esorbitanti ed inaccessibili per i consumatori medi, senza contare che venivano prodotti una grande quantità di videogiochi (a volte in tempi record e quindi di bassa qualità) che rimanevano poi invenduti. I produttori erano quindi costretti a ritirarli e a fornire nuovi prodotti nella speranza di vendere.

E.T. per Atari 2600 fu solo l’emblema di tanti giochi di scarsa qualità talvolta progettati da una sola persona o da team molto ristretti per abbattere i costi di produzione. Atari si vide addirittura costretta a sotterrare migliaia di copie di videogiochi invendute nel deserto del Nuovo Messico.

In particolar modo, con l’arrivo del Commodore 64, che ebbe un gran successo in Europa, si tentò di vendere computer a prezzi competitivi e contenuti. Ciò creò ulteriori problemi al mercato che vide una scomparsa di titoli, console o abbattimenti di prezzi, costringendo le aziende a vendere in perdita. 

In seguito alla crisik Mattel scomparve così come Magnavox e altri grandi nomi. Il ruolo di Atari anche si ridimensionò drasticamente e di lì a pochi anni avrebbe perso il dominio del mercato, che invece si spostò dagli Stati Uniti al Giappone.

Ma di questo ne parleremo nel prossimo speciale, in cui ripercorreremo la storia della terza generazione di console, forse la più importante a livello di influenza.

Atari Flashback 8 Gold

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