15 anni di Batman Begins: il (neo)realismo del supereroe al cinema

Pubblicato il 17 Giugno 2020 alle 11:00

“Sentite, questo è ciò che voglio fare, questa è la mia idea visiva del film e dove devono andare i personaggi. Sarà diverso da qualsiasi film di supereroi visto prima d’ora”. Dove altri registi avevano fallito prima di lui, sono queste le parole con cui nel 2003 Christopher Nolan durante un pitch di un quarto d’ora convinse la Warner Bros. a dargli il via libera per riportare Batman al cinema, partendo dall’Anno Uno di Frank Miller che a suo modo aveva anche lui rivoluzionato il mondo del fumetto insieme al Ritorno del Cavaliere Oscuro.

Con il suo Batman Begins, uscito nel 2005, Nolan, che già godeva di buona fama alla casa di produzione con film come Memento e Insomnia, ebbe il coraggio di fare quello che nessuno aveva mai fatto prima: dare al Cavaliere Oscuro e in generale alla figura del supereroe un tono (neo)realistico, dark e drammatico rispetto al camp televisivo della serie anni ‘60, al gotico-grottesco dei film di Tim Burton e alla leggerezza di quelli di Joel Schumacher. Non solo: si trattava anche di far ripartire l’Uomo Pipistrello da zero, raccontando la sua origin story, forse uno dei primi momenti in cui si iniziò a usare con maggiore enfasi e tecnicismo il termine “reboot”.

Per la prima volta il cinema supereroistico e fumettistico – che oggi oramai grazie paradossalmente all’altra faccia della medaglia, il MCU della Marvel, si è espanso tanto da aver raggiunto come spesso accade una sovrabbondanza di prodotto – non guardava più al costume dei vigilanti di quartiere, ma all’uomo che stava “sotto il cappuccio”, al dilemma interiore che aveva creato l’armatura circostante, alla maschera che egli indossava ogni notte per riuscire ad essere se stesso di giorno.

Un film che mostrava quanto Bruce Wayne avesse bisogno del suo alter ego e viceversa. La storia del giovane rampollo miliardario, del resto, si prestava benissimo all’intento: rimasto orfano giovanissimo dei genitori, dopo una rapina finita male in un vicolo, giura vendetta per onorare la loro memoria e giura di ripulire la città di Gotham da tutta la sporcizia che la contraddistingue. Un sudiciume riportato in auge, nei contenuti e nella messa in scena, non solo dalla serie tv Gotham ma soprattutto dal Joker di Todd Phillips in tempi recenti.

Batman Begins ha infatti sdoganato il termine cinecomic, fino a quel momento usato come accezione negativa a indicare un film di serie B, e indissolubilmente legata al genere, rendendo il film di più ampio respiro, un racconto drammatico a tutti gli effetti. Non più un “contentino” per nerd incalliti ma uno spaccato socio-economico-politico della società americana post 11 settembre, che giungerà al culmine con il sequel Il cavaliere oscuro (2008), e la cui trilogia si completerà con Il cavaliere oscuro – Il ritorno (2012).

 

La figura dell’eroe è molto importante nella cultura americana, perché è l’epica a cui possono fare riferimento non avendo avuto illustri precedenti come quella greco-latina, e in questi giorni con la morte di George Floyd e tutto quello che sta accadendo negli Stati Uniti diviene ancor più significativa. Nell’aver scardinato il superuomo Batman Begins quindi acquisisce un’importanza che si porta degli strascichi ancora oggi.

15 anni dopo quando, guarda un po’, ci troviamo di fronte a un nuovo Batman in arrivo, quello di Matt Reeves interpretato da Robert Pattison, quindi più giovane rispetto ai precedenti eppure non l’ennesima origin story a detta del regista… nella curiosità generale che aleggia su questo Crociato Incappucciato cinematografico “d’autore” non bisogna dimenticarsi dell’importante precedente di Nolan che ha fatto da apripista a un nuovo modo di vedere la nona arte nell’audiovisivo, dalla critica come dal pubblico, regalandogli una nuova dignità. L’ispirazione per quel Batman magnificamente interpretato da Christian Bale, venne a Nolan dall’altro membro della Trinità DC al cinema: il Superman di Richard Donner. Il regista di Memento sentiva il bisogno di un corrispettivo per l’Uomo Pipistrello.

Batman Begins fece da apripista anche per la carriera di Nolan, che proprio con questo film per la prima volta univa blockbuster d’azione al cinema d’autore, accontentando così tutti i diversi palati degli spettatori, dai cinefili più d’essai al pubblico occasionale agli appassionati di fumetti. Nolan univa all’azione e alla messa in scena l’attenzione per i dialoghi, per la struttura narrativa non lineare e per la concentrazione mentale che richiedevano le sue opere, il “settimo senso” del cervello oltre a quello della vista.

Portava a un nuovo livello il concetto di epicità al cinema, proprio quell’epicità contemporanea tanto cara agli americani. E, sempre 15 anni dopo, attendiamo trepidanti il suo Tenet, che si prospetta dai trailer e dalle immagini finora diffuse, una vera e propria esperienza cinematografica e mentale.
15 anni dopo, insomma, non possiamo che essere grati a Batman Begins, che ci ha insegnato a ricominciare.

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