Recensione Dark Reign – La Lista 2 (Spider-Man & Punisher) – Panini Comics

Pubblicato il 18 Giugno 2010 alle 10:17

Autori: Dan Slott e Rick Remender (testi),  Adam Kubert e John Romita Jr. (disegni).
Casa editrice:
Panini Comics.
Provenienza:
Stati Uniti.
Prezzo:
3,30 Euro.


Norman Osborn ha una “lista” di bersagli scomodi da eliminare e questa mini in otto parti (raccolta in quattro volumetti dalla Panini), potrebbe segnare una svolta nel suo Dark Reign, con molti nodi che finalmente dovrebbero arrivare al pettine; spesso in passato certi eventi sono stati più paventati che disegnati veramente nero su bianco (e poi colorati), ma forse questa volta non è così e questo numero che contiene le due avventure della Lista legate a Spider-Man e Punisher ne è sicuramente la prova.

Andiamo con ordine e partiamo dal one-shot dedicato al Ragno che in teoria dovrebbe essere quello clou di tutta la miniserie, dato che mette in scena lo scontro diretto tra Peter Parker e la sua arci-nemesi Norman Osborn (!), ma funziona più in prospettiva, se gli eventi futuri saranno gestiti bene partendo dallo spunto offerto alla fine del loro duello, piuttosto che per la lotta di per sé; Peter riesce a scoprire come infiltrarsi nel database segreto di Norman e a trafugare un file con un filmato decisamente compromettente su di lui, filmato che riesce a strappare all’avversario dopo appunto una strenua battaglia contro Iron Patriot, segnando forse un punto importante nella guerra al suo Regno Oscuro, ma molto dipenderà come detto dagli sviluppi che questo fatto porterà sulla sua serie regolare (da noi si vedranno da Spider-Man 536).

Ai disegni abbiamo il ritorno in casa Marvel di Adam Kubert, le cui ultime (brevi) apparizioni si sono viste sul rilancio di Superman post Infinite Crisis e post Un Anno Dopo (Superman Planeta 4/9); a confrontare questo episodio con il periodo supermaniano, pur rimanendo sempre su ottimi livelli si ha comunque l’impressione di qualche leggera incertezza, soprattutto nel delineare i volti dei personaggi e le loro espressioni e un dinamismo nelle scene d’azione meno grintoso.

Di sicuro le tavole dell’Uomo d’Acciaio avevano una potenza (sottolineata da una rifinitura un po’ più grezza) che qui si è persa a favore di una certa fluidità e pulizia del tratto, ma probabilmente è stata una scelta stilistica dettata dal necessario approccio diverso nel rappresentare graficamente i due personaggi; disamina dei disegni a parte, quella di Kubert rimane sicuramente un’ottima prova, ma è quello con il Punitore l’albo veramente imperdibile, forse dell’intera Lista!

Dopo aver infatti colpito a più riprese in maniera diretta e frontale la gestione di Norman Osborn, che già in apertura della sua nuova collana cercava di far fuori direttamente con un fucile di precisione (!), e dopo essere sopravvissuto alla caccia di Sentry e allo stuolo di supercriminali sguinzagliati da Hood (episodi raccolti da noi su Punisher Dark Reign 1 e 2), è arrivato il momento della resa dei conti definitiva per Frank Castle; braccato da uno squadrone dell’Hammer e capeggiati da Daken (sotto lo sguardo attento di Osborn/Iron Patriot), il nostro Punitore affronta una lotta veramente all’ultimo sangue con il figlio di Wolverine, al quale infligge dei colpi veramente micidiali, tanto che alla fine un po’ di stupore per la sua resistenza nonostante il fattore di guarigione sorge anche.

Purtroppo però è Daken alla fine ad aver la meglio e a fare letteralmente a pezzi Castle con gli artigli, staccandogli le braccia, la testa e il tronco a metà (!); la lotta di inaudita violenza, e decisamente inusuale per un albo Marvel al di fuori di linee editoriali più “adulte” (tipo la MAX), non lascia scampo al nostro Punitore che finisce buttato a pezzi giù da un tetto come immondizia, che sia quindi defunto oltre ogni possibilità di recupero è fuori da ogni discussione, se non fosse che l’ultima pagina rimanda alla sua nuova, già pronta (!!), incarnazione, ovvero quella come “Franken-Castel” (!!!).

Rivelare così la fine di un albo in una recensione non sarà forse molto opportuno, ma è ovvio che in questo caso  l’evento è proprio il massacro finale che subisce il Punitore, roba appunto da doverla vedere per poterci credere; i fan del personaggio (che piangeranno la sua prematura dipartita) e i suoi detrattori (che invece potranno finalmente gioire nel vederlo fatto a pezzi), sono quindi avvertiti, perché sicuramente dopo questa avventura le cose per Frank Castle “non saranno più le stesse” (e una volta tanto sto slogan ha anche un senso!).

Come poi anticipato dalla lugubre figura rattoppata che compare alla fine, il nuovo corso del Punisher prevede si una sua resurrezione, ma nei panni di una sorta di mostro di Frankeinstein, come e per opera di chi lo diranno solo i prossimi volumi della sua collana; ovviamente qualche dubbio sulla bontà dell’idea viene per forza, anche visti alcuni trascorsi del personaggio (già morto e resuscitato come golem/angelo vendicatore ai tempi della collana Marvel Knight, svolta quasi subito rientrata e pure abbastanza in fretta), ma i testi di Remender finora si sono rivelati una garanzia (come in questa occasione, ritmo mozzafiato e battute perfette) e questo nuovo corso horror sembrerebbe mietere un discreto successo in patria (staremo a vedere), la svolta epocale per il Punitore comunque è su questo one-shot.

Infine, John Romita Jr. ai disegni torna sul Punitore dopo quasi vent’anni da Punisher War Zone (del 1992) e una quindicina  dal team-up con Batman del 1994 (sua ultima storia col personaggio), e confeziona una lotta sanguinosa veramente d’effetto, brutta, sporca e molto cattiva; che altro vi serve?!


Storie: 7 e ½ (spiderman) – 8 (punisher).

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