Zagor Le Origini – Il Demone Cannibale | Recensione
Pubblicato il 3 Giugno 2020 alle 17:00
In Zagor Le Origini – Il Demone Cannibale scopriamo un terribile segreto del passato di Wandering Fitzy.
Autori: Moreno Burattini (sceneggiatura & testi), Giuseppe Candita (disegni), Michele Rubini (copertina) Alessia Pastorello (colori)
Casa editrice: Sergio Bonelli Editore
Genere: avventura
Provenienza: Italia
Prezzo: € 17, 22×30, 80 pp., col., C.
Data di uscita: 04 giugno 2020
Con qualche settimana di ritardo rispetto alla tabella di marcia arriva in libreria e fumetteria Zagor Le Origini – Il Demone Cannibale ovvero il terzo volume cartonato che raccoglie il retelling delle origini di Zagor in chiave più “moderna”.
Ci eravamo lasciato lo scorso dicembre con il secondo volume – la nostra recensione QUI – in cui Wandering Fitzy aveva suo malgrado deciso di prendere con sé il piccolo Pat, vittima della terribile esperienza del massacro dei suoi genitori per mano degli Abenaki aizzati da Salomon Kinsky, nascondendogli però quello che aveva scoperto sul passato del padre ex-ufficiale dell’esercito e coinvolto in un massacro di indiani.
Fitzy aveva presto la sua decisione dopo aver reincontrato la magnetica Jelena ed essersi ricongiunto con il Circo Bloom i cui membri avevano ovviamente attirato l’attenzione di Pat.
Le reticenze di Fitzy nel prendere Pat con sé erano state attribuite ad un misterioso evento nel suo passato, evento che ritorna prepotentemente in questo Zagor Le Origini – Il Demone Cannibale.
Come consuetudine il volume si apre con un’aquila in volo che ci restituisce un Pat Wilding oramai nella tarda adolescenza. Non ha dimenticato però il nome dell’uomo che ha ucciso i suoi genitori, contro il quale ha giurato vendetta: Salomon Kinsky. Per prepararsi ad affrontarlo, Pat ha trovato chi gli ha insegnato a fare acrobazie tra i rami degli alberi, a cavalcare, a sparare, a usare la scure.
Dopo aver salutato drammaticamente il Circo Bloom, Pat e Wandering Fitzy si dirigono a Kenton Cross per la fiera cittadina dove però vengono separati a causa dell’inesperienza dello stesso Pat e Fitzy viene catturato.
Il mountain man si ritrova così al cospetto di Crown e della sua banda con cui anni prima scortava le carovane di passaggio verso l’ovest ma la cui avidità gli aveva portati a diventare banditi. Crown vuole da Fitzy la posizione di un carico d’oro perso anni prima quando condannarono a morte proprio i membri di una di queste carovane nella “Valle delle ossa” e dove ora si dice colpisca un misterioso demone cannibale…
Toccherà a Pat andare in aiuto del suo mentore raccogliendo nel percorso anche un improbabile alleato.
Al proverbiale giro di Boa, Moreno Burattini confeziona il volume migliore di questa operazione di retelling delle origini zagoriane unendo in maniera molto armoniosa sia l’esigenza di particolareggiare le origini stesse sia di Zagor che di Fitzy sia quella di raccontare una storia capace di incarnare l’animo più avventuroso che da sempre contraddistingue il personaggio.
In questo senso il plot ricalca certi stilemi texiani virando poi su territori quasi horror in quell’opera di sincretismo narrativo tipicamente zagoriano senza rinunciare al suggestivo sfondo, quella “frontiera” americana, in cui il “destino manifesto” è foriero tanto di leggende quanto di spietate figure arriviste.
L’autore traccia mai come in questo Zagor Le Origini – Il Demone Cannibale in maniera decisa la parabola ascendente di Pat che non è ancora Zagor ma lo sta velocemente diventando – dall’abbigliamento al lancio “debole” della sua scure – ma con una decisa marcia in più rispetto ai due precedenti volumi grazie ad una trama più ricca e sostanziosa in cui l’azione non è più solo “reazione”.
Burattini trova in Giuseppe Candita una matita che si innesta nella più consolidata delle tradizioni bonelliane la sua cifra. Quindi chiarezza del tratto, anatomie precise e una ottima interpretazione di un Pat tardo-adolescente si unisco ad una costruzione della tavola rilegge in maniera dinamica la classica gabbia bonelliana.
In questo senso sono le ultime 20 pagine quelle maggiormente degne d’attenzione complice forse sia una maggior dose di azione e il lavoro ai colori di Alessia Pastorello che dai toni più piatti dell’inizio aggiunge qualche sfumatura in più.
Chiude il volume un corposo apparato redazionale firmato sempre da Moreno Burattini, vero vate zagoriano e curatore del personaggio. È interessante notare come Burattini si soffermi molto nello spiegare come Zagor Le Origini completi e/o ampli due classici zagoriani del passato ovvero “Zagor racconta…” e “Speciale Zagor 7”.
In Breve
Storia
7.0
Disegni
7.0
Cura Editoriale
8.0
Sommario
In Zagor Le Origini – Il Demone Cannibale in maniera decisa la parabola ascendente di Pat che non è ancora Zagor.
In questo senso il plot ricalca certi stilemi texiani virando poi su territori quasi horror in quell'opera di sincretismo narrativo tipicamente zagoriano senza rinunciare al suggestivo sfondo, quella "frontiera" americana, in cui il "destino manifesto" è foriero tanto di leggende quanto di spietate figure arriviste.