Caino 1 – Recensione
Pubblicato il 8 Giugno 2012 alle 09:48
Inizia una serie thriller dai toni cospiratori di area BD imperniata sulle complesse e labirintiche vicende del misterioso Caino. Tra echi di Dan Brown e teorie del complotto, arriva un albo scritto da Nicolas Takian e disegnato da Andrea Mutti proposto da GP Publishing.
Caino 1 – Progetto Cold Fusion
Autori: Nicolas Takian (testi), Andrea Mutti (disegni)
Casa Editrice: GP Publishing
Provenienza: Francia
Genere: Thriller
Prezzo: € 2,90, pp. 96, b/n
Data di pubblicazione: giugno 2012
GP Publishing sta continuando a proporre fumetti di provenienza francofona in bianco e nero e in formato bonellide. E questo mese arriva in edicola e in fumetteria Caino, serial scritto da Nicolas Takian e disegnato dall’italiano Andrea Mutti, imperniato sul misterioso e inclassificabile Caino, appunto. In verità, ad essere inclassificabile è la serie stessa, considerando che attribuirle una precisa etichetta di genere è arduo. Potremmo definirla thriller e si notano certamente gli elementi tipici di una storia di questo tipo.
Ma buona parte della narrazione è imperniata sulle teorie del complotto che da Dan Brown in poi hanno ottenuto il favore del grande pubblico. Non mancano nemmeno gli stilemi della spy-story e nei prossimi numeri pure l’esoterismo probabilmente giocherà un ruolo importante nelle story-line. Come se non bastasse, la trama si svolge in diversi contesti fisici e temporali e bastano tali cenni per intuire che l’impianto narrativo complessivo del fumetto è decisamente vasto.
Takian inizia con un evento realmente accaduto: il massacro degli abitanti di Ouradour-sur-Glane da parte di un commando nazista nel 1944. Secondo l’autore, solo un bambino, Victor Granger, riesce a salvarsi dall’eccidio, aiutato da un enigmatico individuo apparentemente invulnerabile. Decenni dopo, Victor cerca di ritrovarlo e nel corso della sua ricerca si imbatte in un mistero incentrato sulla figura di un certo Andrea Balgani che, sulla base di alcune interpretazioni, potrebbe essere addirittura il mitico Caino della tradizione biblica.
E le suggestioni bibliche sono prevalenti. Takian gioca con le atmosfere cospiratorie legate alla Chiesa cattolica, ai gruppi segreti interni al Vaticano, collegandosi a Leonardo Da Vinci, agli albigesi, a San Francesco d’Assisi, all’alchimia e alla magia di Ermete Trismegisto, tra le altre cose. Tuttavia, sebbene ci siano spunti interessanti non privi di potenzialità, a mio avviso c’è troppa carne al fuoco e Caino non decolla. L’incedere della narrazione è lento e poco scorrevole, per giunta appesantito da dialoghi spesso noiosi. Inoltre, l’esasperata alternanza di ambientazioni e linee temporali rende difficile la lettura. Il mix di esoterismo e scienza (ci sono intrighi riguardanti un processo avveniristico di fusione fredda) non sembra riuscito. Si aggiunga inoltre che i personaggi non sono sfaccettati e tridimensionali ma anzi piuttosto schematici e si può concludere che purtroppo Caino non è un’opera molto valida.
Il discorso cambia per ciò che concerne la parte grafica. Andrea Mutti è bravissimo e rivela grande maestria e perizia sia nella rappresentazione degli sfondi, delle architetture e degli ambienti, interni ed esterni, sia in quella dei numerosi character. La struttura della tavola ha un taglio e un’incisività di impronta cinematografica e il suo stile fluido ed elegante è contrassegnato da notevole bellezza formale. È un peccato, però, che la sua arte sia stata messa al servizio di una serie che, almeno per quanto riguarda la prima uscita, non mi pare possieda le carte in regola per catturare l’attenzione. Magari in seguito le cose cambieranno ma onestamente non mi sento spinto a seguire gli sviluppi futuri.