Dylan Dog Color Fest 33 – Delitti e Castighi | Recensione
Pubblicato il 10 Maggio 2020 alle 15:00
Un Color Fest graficamente sperimentale, ma con una storia classica dylaniata nel miglior senso del termine.
Autori: Gigi Simeoni (testi), Davide Furnò (disegni),
Casa editrice: Sergio Bonelli Editore
Genere: horror/mistery
Provenienza: Italia
Prezzo: €5,50, 16×21, pp.96, col.
Data di pubblicazione: 8 maggio 2020
Da quando Roberto Recchioni ha assunto la gestione di tutte le testate legate a Dylan Dog, il Color Fest è diventato a tutti gli effetti il simbolo dello sperimentalismo più estremo sull’indagatore dell’Incubo. E gli esperimenti continuano anche sul Color Fest 33, realizzato da Gigi Simeoni e Davide Furnò.
La storia si apre in maniera classica, con una donna che si reca in Craven Road per chiedere a Dylan Dog una consulenza. La questione si legherà al suicidio del marito Settsway. La risposta ad una serie di morti misteriose sarà da cercare in una macchina fotografica.
Il ritmo narrativo della sceneggiatura di Simeoni è fortemente legato ad una soluzione grafica particolare, e ad una successione delle vignette inconsueta su Dylan Dog. La gabbia bonelliana in Delitti e Castighi viene completamente stravolta, per lasciare spazio a tavole in stile comics americano, che omaggiano Dave Mckean.
Del resto il Dylan Dog Color Fest è la testata sperimentale dedicata all’Indagatore dell’Incubo, che però in questo albo, almeno a livello di trama, si rivela essere abbastanza classica e adatta ai canoni del personaggio. Anzi, ci si potrebbe azzardare a dire che Delitti e Castighi è una storia Sclaviana nel senso più puro.
Questo perché quel meccanismo alla base dei racconti di Tiziano Sclavi, che riesce ad unire mistero, soprannaturale (apparente o vero che sia) e dramma, non è facile da maneggiare, ma allo stesso tempo, se ben dosato, è in grado di creare la miscela perfetta.
E Gigi Simeoni a livello narrativo ha creato un ottimo condensato di investigazione, mistero e dramma (soprattutto nel finale) che mette in mostra il meglio di Dylan Dog.
Spesso negli albi della serie regolare, da un po’ di tempo a questa parte, abbiamo visto trame che tentavano di prendere un percorso puramente basato su una struttura postmoderna e citazionista, o capace di mettere il solo dramma al centro, oppure il mistero.
Era da tempo che non si leggeva una storia di Dylan Dog con tutti questi elementi classici e profondi, che sono la base del personaggio. Ed è una piacevole sorpresa trovare tutto questo sul Color Fest, dove di solito ci si aspetta uno sperimentalismo totale.
Le soluzioni narrative classiche ma profonde di Gigi Simeoni, unite ai disegni “sperimentali” ed efficaci di Davide Furnò si legano bene in Delitti e Castighi, offrendo ai lettori una storia unica, e che scorre con ritmo per tutte le 96 pagine.
La soluzione di questo Color Fest composto da una storia unica in effetti funziona e valorizza molto l’albo. I primi fumetti di questa testata tendevano a raggruppare tante piccole storie, offrendo a volte delle narrazioni interessanti ma troppo compresse, oppure dei riempitivi.
Questo nuovo Color Fest si pone a metà tra la testata Old Boy (che propone situazioni classiche del Dylan Dog pre-gestione Recchioni), ed il tipico Color Fest sperimentale. Il risultato finale non scontenterà gli appassionati.
Sia i lettori alla ricerca di qualcosa di nuovo, e sia chi vuole una bella storia con al centro l’Indagatore dell’Incubo, non resterà affatto deluso. Insomma, Delitti e Castighi è un albo che vale decisamente l’acquisto.
In Breve
Storia
7.2
Disegni
7.4
Cura editoriale
7.0
Sommario
Dylan deve affrontare un caso con al centro una serie di morti ed una macchina fotografica. Cosa si nasconde dietro a questo particolare oggetto del mistero? Una storia classica in grado di rispettare i migliori principi narrativi di Dylan Dog, con un aspetto grafico decisamente innovativo per i canoni bonelliani.