K-11 Volume Secondo di Matteo Casali & Luca Genovese | Recensione
Pubblicato il 14 Maggio 2020 alle 15:00
Mentre l’orologio della Storia corre inesorabilmente verso un futuro atomico, Karl sarà messo davanti a una verità che potrebbe spingerlo a una drammatica scelta personale. E nulla sarà più come prima!
Autori: Matteo Casali (testi), Luca Genovese (disegni), Luca Saponti (colori), Emiliano Mammucari (copertina)
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore
Genere: fantascienza
Provenienza: Italia
Prezzo: € 16, 22×29.7, colore, 72 pp., cartonato
Data di pubblicazione: 14 maggio 2019
Ritorna, con qualche settimana di ritardo rispetto a quanto inizialmente previsto a causa dell’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus che ha bloccato le uscite a fumetti e non solo sia nel nostro paese che all’estero, K-11 la serie ideata da Matteo Casali per la linea editoriale Audace di Sergio Bonelli Editore con questo Volume Secondo.
Nel Volume Primo – la nostra recensione QUI – avevamo fatto la conoscenza Karl, sopravvissuto all’assedio di Stalingrado pur gravemente ferito, a differenza di suo fratello rimasto ucciso. L’infortunio riportato in battaglia lo aveva allontanato dal fronte e seppure gli ideali della rivoluzione bruciavano ancora ardentemente dentro di lui, Madre Russia ovvero i suoi superiori, avevano deciso di non rimandarlo al fronte.
Sconfortato Karl era stato avvicinato dal Capitano Voidanov che lavorava per il NKVD – il futuro KGB – il quale gli aveva proposto di offrirsi volontario per un programma sperimentale. Karl pur riluttante di fronte all’alone di mistero del progetto aveva accettato ed era stato sottoposto ad un trattamento sperimentale nella remota città chiusa Krasnokarsk-11 volto a creare soldati capaci di resistere alla nuova arma messa a punto dagli americani: la bomba atomica.
Il Progetto Zaroff va avanti dall’aprile al luglio del 1945. Dopo il trattamento Karl è completamente guarito dalle sue ferite e dai suoi infortuni ed inizia, seppur in circostanze particolari, a mostrare incredibili capacità.
Non sono così fortunati gli altri 3 individui che erano stati sottoposti al trattamento. Due muoiono mentre all’ultimo, Bahzen, viene diagnosticato un cancro.
La tensione inizia a salire all’interno della città chiusa. Voidanov inizia a temere quello che Karl è diventato e che potrebbe aver attirato l’attenzione del governo centrale, gli scienziati rimangono esterrefatti dell’evoluzione delle sue capacità mentre Karl si avvicina pericolosamente all’unica persona che ha mostrato un po’ di umanità, l’infermiera Lora Kazimirova, e il loro rapporto potrebbe drasticamente cambiare il futuro di una intera nazione se non di tutti gli equilibri mondiali.
Matteo Casali continua a costruire in maniera certosina e senza troppa fretta un affresco intrigante. Con questo Volume Secondo però K-11 cambia leggermente i suoi connotati e da storia a metà fra lo sci-fi e il supereroistico diventa un teso thriller psicologico con risvolti politici che riportano alla mente la grande letteratura ambientata durante la Guerra Fredda qui però ancora lontana qualche decennio.
Al centro della narrazione non vi è più la “meraviglia” e l’abnegazione del suo protagonista – di kirbyiana memoria – ma il suo mutamento fisico prima e psicologico poi che non può non influenzare il mondo circostante sia a livello personale che sociale ricordando da vicino una certa riflessione tipicamente Stan Lee-iana.
Il tutto poi viene declinato verso territori (fanta)politici perché quando si prende questa ambientazione e questo periodo storico sarebbe quasi un disservizio non allargare la prospettiva della narrazione oltreoceano e oltre la Cortina di Ferro con la speranza di vedere come i nemici dell’Unione Sovietica potrebbero reagire alla presenza di Karl.
È Luca Genovese ad illustrare questo Volume Secondo con un cambio non tanto di stile quanto di intenzione rispetto al suo predecessore Davide Gianfelice. Genovese presta maggiore attenzione alle inquadrature e alla prossemica delle figure sottolineandone così le gerarchie, le scale di valori ed i mutamenti nei rapporti.
Il tratto è sicuro tipico di quella scuola che, sviluppatasi su John Doe, si è poi perfezionata su Orfani nel mezzo però, nello specifico per quanto riguarda Luca Genovese, c’è quell’ottima esperienza citazionistica che fu Beta per BAO Publishing le cui influenze – Go Nagai ma maggiormente Ken Ishikawa – si fanno ancora vivide in certe figure scattanti e in certi dettagli anatomici.
A chiudere il volume c’è un interessante sezione di extra volta a mostrare la lavorazione di alcuni tavole fra sceneggiatura e work in progress del disegnatore – occasione ghiotta per aspiranti autori e disegnatori per andare dietro le quinte di un fumetto grazie a due autori esperti.
Se K-11 Volume Secondo risulta essere l’evidente chiusa del volume precedente, rappresenta anche l’ideale fine di un primo arco narrativo meramente introduttivo. È lecito aspettarsi un terzo volume di svolta!
In Breve
Storia
7.5
Disegni
7.5
Cura Editoriale
8.0
Sommario
K-11 Volume Secondo cambia leggermente i suoi connotati e da storia a metà fra lo sci-fi e il supereroistico diventa un teso thriller psicologico con risvolti politici che riportano alla mente la grande letteratura ambientata durante la Guerra Fredda qui però ancora lontana qualche decennio.