I 10 anime migliori degli anni ’60
Pubblicato il 1 Giugno 2020 alle 10:30
Se state leggendo questo articolo, probabilmente, per non dire “certamente”, siete appassionati come me di anime. La storia dell’animazione giapponese è davvero lunga e affonda le sue radici molto indietro nel tempo, più di preciso negli anni ’60 del 1900.
In questo decennio hanno infatti preso vita i primissimi anime, le opere, cioè, che hanno reso alcune loro caratteristiche precipue dei veri e propri topoi, canoni che sono stati ripresi in seguito da opere successive.
A questo punto, potreste anche pensare che ciò di cui sto per parlarvi è qualcosa che potrebbe esservi completamente sconosciuto, ma sono certa che non sarà affatto così: molte di queste opere sono infatti celeberrime e molto ben conosciute anche da un pubblico più giovane e meno “esperto”.
ATTENZIONE, QUELLA CHE SEGUE NON È IN ALCUN MODO UNA CLASSIFICA! Questo significa che le opere di cui sto per parlarvi non seguono alcun tipo di ordine preciso poiché classificarli risulterebbe una impresa davvero titanica, anche per via del numero decisamente elevato di anime davvero significativi per il decennio preso in esame, motivo per il quale inevitabilmente alcuni di essi resteranno fuori da questa disanima che ne raggruppa insieme “solo” 10.
Inoltre, il fatto che non stia scrivendo una classifica è un modo per lasciare a voi lettori la piena e totale libertà di scegliere quali fra questi vi attirano e vi incuriosiscono di più.
Inoltre, gli scopi di questo articolo sono altri: condividere questa passione con chi già conosce le opere menzionate al suo interno e incuriosire coloro che invece non vi si sono ancora approcciati al punto di voler cercare di conoscere un po’ più da vicino alcune delle opere di animazione giapponese più importanti degli anni ’60.
Inoltre, non sono inclusi in questo elenco anime iniziati negli anni ’60 e conclusisi in anni successivi, per cui troverete unicamente opere di animazione la cui prima messa in onda in Giappone è iniziata e si è conclusa nell’arco di tempo compreso fra il 1960 e il 1969 con una sola, unica eccezione.
Chiariti questi punti, andiamo quindi a scoprire insieme 10 degli anime più significativi, influenti e affascinanti degli anni ’70 in questo articolo speciale di approfondimento!
ASTROBOY
Astroboy non solo non poteva mancare, ma non poteva che essere il primo anime analizzato in questo articolo, principalmente per due ragioni: il creatore del manga originale omonimo da cui è stato tratto è Sua Maestà Osamu Tezuka, conosciuto anche come “padre dei manga” e “Dio dei manga”: audace, rivoluzionario, poliedrico come pochissimi altri autori nel suo campo, Tezuka ha firmato alcune delle opere più conosciute di questo particolare medium, e non è certo un caso che in questo stesso speciale ne troverete menzionata ben più di una. Questo per quanto riguarda il manga.
L’altra ragione per cui ho deciso di parlarvene all’inizio del mio articolo è il fatto che anche l’anime detiene una sorta di primato, poiché viene considerato come il primissimo anime della storia, poiché ha contribuito enormemente a codificarne quelli che oggi sono dei veri e propri canoni dell’animazione giapponese.
Da questo manga sono state tratte 3 differenti serie di animazione, rispettivamente la prima, in bianco e nero, nel 1963, seguita da altre nel 1980 e infine nel 2003, ma esistono anche lungometraggi, cortometraggi, videogiochi e perfino una serie in live action datata 1959 basati su Astroboy.
Il protagonista di questa storia fantascientifica è un robot dalle fattezze umane in grado di provare sentimenti e dotato di tutta una serie di poteri legati proprio alla sua natura di essere artificiale e che sfrutta per combattere il crimine.
Astroboy è un manga antesignano del sottogenere della fantascienza che vede come protagonista principale il contrasto fra gli esseri umani e le creature sintetiche da essi creati che possiedono fin da principio o sviluppano in seguito la capacità di provare sentimenti.
SCHEDA RIASSUNTIVA
- Titolo originale: Giapponese: 鉄腕アトム; Romaji: Tetsuwan Atomu; Traduzione: “Atom dal Braccio di Ferro“
- Autore manga: Osamu Tezuka
- Genere: shōnen, mecha, avventura, azione, fantascienza, commedia
- Prima edizione manga: aprile 1952 – marzo 1968
- Editore: Kobunsha (sussidiaria di Kōdansha)
- Rivista: Shōnen
- Prima trasmissione anime in Giappone: 1 gennaio 1963 – 31 dicembre 1966
- Studio di animazione: Mushi Productions
- Numero episodi: 193
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BEM IL MOSTRO UMANO
Proseguiamo con un’opera la cui genesi ha seguito per così dire un iter inverso rispetto alla maggior parte degli anime di ieri e di oggi: Bem Il Mostro Umano nasce come anime, e solo in seguito ne è stato tratto un manga. Esistono inoltre altre due serie di animazione remake successive realizzate nel 2006 e nel 2019, quest’ultima per celebrare i primi 50 di storia dell’opera.
Anche in questo caso, ci troviamo di fronte a un’opera rivoluzionaria, poiché si tratta di uno dei primissimi anime horror della storia; la presenza di scene particolarmente truculente ha creato non pochi problemi a questa serie, non soltanto in madrepatria, ma anche nel resto del mondo, anche qui da noi in Italia, dove Bem Il Mostro Umano è stato trasmesso non privo di censure.
Sarò sincera: negli anni ’80 ero solo una bambina, e allora mi bastava anche solo ascoltare la sigla di Bem per cadere in preda al terrore!
La storia raccontata è però più profonda di quanto non potrebbe sembrare a prima vista: la tematica trattata è presente in moltissime opere successive, ed è basata sull’accettazione del diverso e sul non lasciarsi ingannare dalle apparenze: sia Bem che i suoi amici hanno un aspetto mostruoso, ma le loro azioni sono mosse da ideali di giustizia e dal desiderio che, un giorno, tali azioni possano portarli a realizzare il loro sogno: diventare dei veri esseri umani.
SCHEDA RIASSUNTIVA
- Titolo originale: Giapponese: 妖怪人間ベム; Romaji: Yōkai ningen Bemu; Traduzione: “Bem il Mostro Umano“
- Genere: horror, soprannaturale, azione
- Prima trasmissione anime in Giappone: 7 ottobre 1968 – 31 marzo 1969
- Prima trasmissione anime in Italia: 1982
- Team: Akira Adachi (autore), Noboru Ishiguro, Hideo Wakabayashi (regia), Nobuhide Morikawa (character design)
- Studio di animazione: Dai’ichi Dōga
- Numero episodi: 26
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CARLETTO IL PRINCIPE DEI MOSTRI
Sulla stessa falsariga di Bem Il Mostro Umano si muove un’altro anime che ha caratterizzato la mia infanzia: Carletto Il Principe dei Mostri parte comunque da una base horror, ma ha un approccio molto più leggero, ironico e adatto a un pubblico anche molto giovane.
Carletto è il principe di Mostrilandia che un giorno si trasferisce a Tokyo insieme ad alcuni suoi amici e aiutanti, fra cui una divertente versione del Conte Dracula che ama il succo di pomodoro!
Quando poi Carletto incontra Hiroshi, un ragazzino suo vicino di casa, e inizia insieme a lui e ai suoi amici a vivere tante avventure che vedono come protagonisti sia mostri che esseri umani, diviene palese la tematica di fondo, molto simile proprio a quella presente in Bem: l’accettazione del diverso, la ricerca di uno o più punti di accordo fra individui che all’apparenza possono sembrare anche molto distanti fra loro.
SCHEDA RIASSUNTIVA
- Titolo originale: Giapponese: 怪物くん; Romaji: Kaibutsu-kun; Traduzione: “Piccolo Mostro“
- Autore manga: Fujiko Fujio
- Genere: shōnen, horror, commedia, fantasy, avventura
- Prima edizione manga: gennaio 1965 – maggio 1969
- Editore: Shōnen Gahōsha
- Rivista: Shōnen King
- Prima trasmissione anime in Giappone: 21 aprile 1968 – 23 marzo 1969
- Studi di animazione: TBS, Tokyo Movie Shinsha
- Numero episodi: 50
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SALLY LA MAGA
Veniamo ora nuovamente ad analizzare un’altra opera nata direttamente nel formato di anime, cambiando anche un po’ genere: Sally La Maga è infatti considerato a tutti gli effetti come il primo anime shōjo di sempre e alla sua realizzazione ha anche contribuito, in qualità di key animator, un giovanissimo Hayao Miyazaki.
Questo anime ha anche il grande merito di aver contribuito alla diffusione capillare dello stilema della bambina strega (o maga), che ancora oggi è molto popolare, specialmente fra il pubblico femminile.
Sally è la principessa di Astoria, un regno magico che la piccola decide di abbandonare per recarsi sul nostro pianeta, dove spera di riuscire a trovare degli amici suoi coetanei. Qui, la piccola Sally riesce nel suo intento mentre al contempo mette al servizio i suoi poteri magici per correre in aiuto dei suoi amici, stando però ben attenta a non rivelare mai la sua vera identità.
Un finale malinconico e non proprio indolore conclude in maniera inaspettata una serie che è stata capostipite di un genere.
SCHEDA RIASSUNTIVA
- Titolo originale: Giapponese: 魔法使いサリ; Romaji: Mahōtsukai Sarī; Traduzione: “Sally la Maga“
- Genere: commedia, soprannaturale, arti magiche
- Prima trasmissione anime in Giappone: 5 dicembre 1966 – 30 dicembre 1968
- Prima trasmissione anime in Italia: 1982
- Team: Mitsuteru Yokoyama (autore), Toshio Katsuta, Hiroshi Ikeda (regia), Yoshiyuki Hane (character design)
- Studi di animazione: Hikari Productions, Toei Animation
- Numero episodi: 109
DORORO
Se amate come me il cosiddetto “filone demoniaco” in manga e anime, lo dovete a questa opera straordinaria di Osamu Tezuka, il quale ha trattato nelle sue opere così tante tematiche differenti da essere alla base della stragrande maggioranza di tutto ciò che è venuto dopo.
Siamo cronologicamente nel Giappone del Periodo Sengoku (1467 – 1603), e Dororo racconta la cruda storia di Hyakkimaru, il cui nome tradotto letteralmente ha l’evocativo significato di “piccolo mostro”: quando era ancora in fasce venne dato in sacrificio da suo padre ai Demoni, i quali per questo reclamano 48 parti del suo corpo.
A causa del suo aspetto, il piccolo Hyakkimaru viene abbandonato e in seguito ritrovato dal dottor Jukai, che gli conferisce un corpo sintetico. Obiettivo di Hyakkimaru, accompagnato nel suo viaggio dal piccolo ladro Dororo, sarà quello di riuscire a uccidere i Demoni che hanno rubato le parti del suo corpo per poter finalmente tornarne in possesso.
SCHEDA RIASSUNTIVA
- Titolo originale: Giapponese: どろろと百鬼丸; Romaji: Dororo to Hyakkimaru; Traduzione: “Dororo e Hyakkimaru“
- Autore manga: Osamu Tezuka
- Genere: shōnen, soprannaturale, storico, avventura
- Prima edizione manga: gennaio 1965 – maggio 1969
- Editore: Shogakukan
- Rivista: Weekly Shōnen Sunday
- Prima trasmissione anime in Giappone: 6 aprile 1969 – 28 settembre 1969
- Studi di animazione: Fuji TV, Mushi Productions
- Numero episodi: 26
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CYBORG 009
Cyborg 009 è un’atra opera storica che ha fatto scuola e dal cui manga originale sono state tratte diverse serie di animazione, la prima delle quali andò in onda per la prima volta in Giappone fra il 1966 e il 1968. Il suo autore, Shōtarō Ishinomori, è stato il padre di molti altri manga conosciuti anche qui da noi in Italia, come ad esempio Chobin, il Principe Stellare.
Protagonisti di questa storia ad ambientazione fantascientifica sono nove persone che vengono rapite e in seguito trasformate in cyborg, e questo conferisce a ciascuno di loro dei poteri speciali specifici.
Scopo dei nove cyborg è quello di distruggere una volta per tutte l’organizzazione conosciuta con il nome di Black Ghost, responsabile del loro rapimento e della loro trasformazione in armi potentissime, con lo scopo di scatenare conflitti devastanti nel mondo per poter trarre un cospicuo ritorno economico dalla vendita di queste armi.
SCHEDA RIASSUNTIVA
- Titolo originale: Giapponese, Katakana: サイボーグ 009; Romaji: Saibōgu Zero-Zero-Nain; Traduzione: “Cyborg 009“
- Autore manga: Shōtarō Ishinomori
- Genere: shōnen, fantascienza, avventura
- Prima edizione manga: 19 luglio 1964 – 1º gennaio 1992
- Editori: Akita Shoten, Kōdansha, Media Factory, Shogakukan, Shūeisha
- Riviste: Monthly Shōnen King, Weekly Shōnen Magazine, Shōnen Big Comic, COM, Shōjo Comic, Weekly Shōnen Sunday, Monthly Shōnen Jump, Monthly Comic Nora
- Prima trasmissione anime in Giappone: 5 aprile 1968 – 27 settembre 1968
- Studio di animazione: Toei Dōga
- Numero episodi: 26
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LA PRINCIPESSA ZAFFIRO
Tezuka-sama, come vi ho già anticipato in precedenza, è senza ombra di dubbio l’autore più importante e influente in tutta la storia dei manga, e le sue opere trasposte in formato animato mi hanno tenuto così tanta compagnia quando ero piccola che avrei voluto ringraziarlo personalmente per questo; La Principessa Zaffiro è fra quei “cartoni animati” che seguivo con più assiduità.
Se considerate che stiamo parlando di un’opera scritta negli anni ’60 del secolo scorso, tematiche come la ribellione a un sistema patriarcale e l’identità di genere assumono un valore di denuncia sociale ancor maggiore, dimostrando la grande sensibilità del suo autore nei confronti di argomenti che risultano spesso spinosi ancora oggi, a distanza di così tanti anni, e rendono questa opera adatta anche a un pubblico più maturo: nel mondo fiabesco in cui è ambientata la vicenda, la principessa Zaffiro è costretta fin dalla sua nascita a fingersi un ragazzo per poter sperare di sedere un giorno sul trono, poiché è previsto che possano farlo solo gli uomini.
Questo inganno si è reso necessario per cercare di impedire al fratello del re, che è il prossimo nella linea di successione al trono, di sedere su quel trono, poiché, essendo un uomo crudele e malvagio, finirebbe di certo per instaurare un regime di governo iniquo e opprimente.
Non solo: in realtà Zaffiro possiede l’anima di un ragazzo intrappolata però nel corpo di una ragazza, e finirà per innamorarsi del principe di un regno vicino, insieme al quale dovrà cercare di impedire a ogni costo che il suo malvagio zio riveli ai suoi sudditi che in realtà è una ragazza per poter sedere sul trono.
SCHEDA RIASSUNTIVA
- Titolo originale: Giapponese: リボンの騎士; Romaji: Ribon no kishi; Traduzione: “Cavaliere del Nastro“
- Autore manga: Osamu Tezuka
- Genere: shōjo, fantasy, avventura
- Prima edizione manga: gennaio 1953 – gennaio 1956
- Editore: Kōdansha
- Rivista: Shōjo Friend
- Prima trasmissione anime in Giappone: 2 aprile 1967 – 7 aprile 1968
- Studio di animazione: Mushi Productions
- Numero episodi: 52
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IL MAGO PANCIONE ETCÌ
Torniamo ora a parlare di un’altra opera nata come anime e trasposta in manga solo in seguito: Il Mago Pancione Etcì è un anime molto amato soprattutto dai bambini, un po’ come Doraemon, di cui vi ho già parlato.
Protagonisti della storia sono Kanchan, un bimbo delle elementari, e il Mago Etcì, una sorta di Genio della Lampada che dimora in uno strano vaso e che viene riportato nel nostro mondo da Kanchan con uno… starnuto!
Chiunque starnutisca sul vaso può quindi evocare il Mago Etcì, che lo premierà esaudendo un suo desiderio, ma il problema è che Etcì è un po’ maldestro, per cui non sempre realizzerà i desideri nel modo in cui vorrebbero coloro che lo hanno espresso.
Il sodalizio fra il Mago Etcì e Kanchan si protrae nel tempo fino alla conclusione agrodolce di questo divertentissimo anime.
SCHEDA RIASSUNTIVA
- Titolo originale: Giapponese: ハクション大魔王; Romaji: Hakushon Daimaō; traduzione: “Il Grande Demone Etcì“
- Genere: commedia, fantasy
- Prima trasmissione anime in Giappone: 5 ottobre 1969 – 27 settembre 1970
- Prima trasmissione anime in Italia: 1983
- Team: Tatsuo Yoshida (autore), Hiroshi Sasagawa (regia), Tsunehisa Itō, Jinzō Toriumi (sceneggiatura)
- Studio di animazione: Tatsunoko
- Numero episodi: 52
KIMBA IL LEONE BIANCO
Torniamo ancora una volta su un anime basato su un manga scritto e illustrato dal Dio dei Manga Osamu Tezuka, e anche questa volta ci troviamo di fronte a un’opera che ha precorso i tempi e che detiene due primati: Kimba il Leone Bianco è in assoluto il primo anime a colori della storia, nonché il primo anime che vede come protagonisti degli animali in versione umanizzata.
La narrazione ruota principalmente intorno a Kimba, un giovane leone bianco che vorrebbe divenire il re della sua foresta per trasformarla in un luogo in cui gli animali possano vivere tranquilli e al sicuro dall’oscura minaccia che li sta minacciando: gli esseri umani.
Ancora una volta, Tezuka ci dimostra come attraverso i manga e gli anime si possano veicolare dei messaggi ricchi di significato e che possono sensibilizzare i più giovani verso tematiche ancora oggi incredibilmente e tristemente attuali.
Anche il fatto che questa opera si concluda con un finale tutt’altro che lieto è una ulteriore prova della ricerca costante da parte di questo incredibile autore di riportare nei suoi manga vicende anche tristi, nella ricerca continua e costante di trasmettere ai suoi lettori sensazioni e sentimenti incredibilmente sfaccettati e poliedrici.
SCHEDA RIASSUNTIVA
- Titolo originale: Giapponese: ジャングル大帝; Romaji: Janguru Taitei; Traduzione: “Imperatore della giungla“
- Autore manga: Osamu Tezuka
- Genere: shōnen, drammatico, avventura
- Prima edizione manga: novembre 1950 – aprile 1954
- Editore: Gakudosha
- Rivista: Manga Shōnen
- Prima trasmissione anime in Giappone: 6 ottobre 1965 – 28 settembre 1966
- Studio di animazione: Mushi Productions
- Numero episodi: 52
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L’UOMO TIGRE
Concludiamo questo nostro viaggio nel mondo dell’animazione giapponese degli anni ’60 con un manga e un anime storici e conosciutissimi anche al giorno d’oggi.
Protagonista di L’Uomo Tigre è Naoto Date, un orfano che, vedendo allo zoo delle tigri, decide di voler divenire un giorno forte come questo grande felino per poter riuscire a mettere fine alle tante ingiustizie che subiscono gli orfani come lui. Sarà in seguito a questo episodio che Naoto Date entrerà a far parte della Tana delle Tigri, una associazione che allena lottatori provenienti da tutto mondo in modo molto, molto duro.
Una clausola del contratto con la Tana delle Tigri implica però che i lottatori debbano devolverle la metà dei loro guadagni, ma Date deciderà invece di usare quel denaro per aiutare i bambini che ora vivono in quello che fu il suo stesso orfanotrofio.
L’uomo Tigre è permeato di violenza inaudita e di una drammaticità coinvolgente e toccante, raccontando una storia crudele, ma anche di rivalsa contro queste stesse ingiustizie e violenze.
- Titolo originale: Giapponese, Katakana: タイガー・マスク; Romaji: Taigā Masuku; Traduzione: “Maschera di Tigre“
- Autore manga: Ikki Kajiwara
- Genere: shōnen, sport
- Prima edizione manga: 1968 – 1971
- Editore: Kōdansha
- Riviste: Bokura Magazine (1968–1969), Weekly Shōnen Magazine (1970–1971)
- Prima trasmissione anime in Giappone: 2 ottobre 1969 – 30 settembre 1971
- Studio di animazione: Toei Animation
- Numero episodi: 105