Fate/GrandOrder: Babylonia – Quetzalcoatl

Pubblicato il 3 Maggio 2020 alle 16:30

Il personaggio che tratteremo oggi, nella serie di leggende legate ai servant di “Fate/Grand Order – Absolute Demonic Front Babylonia”, è Quetzalcoatl il serpente piumato, divinità delle civiltà precolombiane e mesoamericane.

Quetzalcoatl, in realtà, è il nome Azteco di questa divinità, i Maya lo chiamavano Kukulkán, i Quiché Gukumatz e troviamo tracce di serpenti piumati anche nelle culture degli Olmechi, dei Miztechi e dei Toltechi. Ma si tratta sempre dello stesso dio anche se con nomi e funzioni diverse, un po’ come Zeus per i greci era Giove per i romani.

Le origini storiche del culto di Quetzalcoatl sono molto interessanti e parlare solamente della versione Azteca sarebbe riduttivo, facciamo quindi un excursus storico sull’origine di questo dio.

Le prime tracce del serpente piumato sono state ritrovate a Teotihuacan, città costruita attorno al 100 a.C. da una civiltà non ben definita che si trova a circa 40 chilometri dell’attuale Città del Messico. Fu la più grande e influente città del mesoamerica del suo tempo, centro culturale e commerciale e forse persino capitale di un vero e proprio impero, ma cadde in rovina e fu abbandonata del tutto attorno al 550 d.C. per cause sconosciute, diventando una vera e propria civiltà perduta.

Essendo un centro di scambio la cultura di Teotihuacan finì per influenzare tutte le popolazioni che vi passarono e questo spiega perché la figura del serpente piumato si sia diffusa in più civiltà.

Ma, potreste chiedervi, Quetzalcoatl era il dio di che cosa?

Dipende.

In generale rappresentava la dualità: il fatto che fosse un serpente lo legava alla terra mente il fatto che potesse volate lo rendeva divino, ma aveva poteri e nature diverse a seconda della popolazione.

Per i Nahua era il dio del vento e della creatività associato al pianeta Venere; per i Quiché era il dio della creazione, del vento e della pioggia e aveva il compito di trasportare il dio del sole; in altre culture era “l’animaletto” domestico del dio del sole e con una natura più malvagia; per i Toltechi Quetzalcoatl e il suo gemello, Xolotl, rappresentavano la stella del mattino e della sera.

Mentre per gli Aztechi, Quetzalcoatl era uno dei quattro dei della creazione, tutti associati ad un colore e un punto cardinale, essi erano: Quetzalcoatl, ovviamente, associato al colore bianco e all’ovest, dio del vento, della luce, dell’arte e della conoscenza; Huitzilopochtli, dio della guerra e dei sacrifici umani, rappresentato dal colore blu e dal sud; Xipe Totec, dio dell’oro, dell’agricoltura e della primavera, associato all’est e al colore rosso; e Tezcatlipoca, dio del giudizio, della notte, della magia e della Terra, collegato con il nord e il nero.

 

I quattro dei crearono la Terra con il corpo di Cipactli, l’enorme coccodrillo acquatico che abitava il mare primordiale, e iniziarono a popolarla, dando origine alla leggenda dei cinque soli.

Secondo questa leggenda gli dei Tezcatlipoca, Quetzalcoatl, Tlaloc e Acuecucyoticihuati (due divinità create dai primi quattro) si alternarono come soli per la Terra, ogni “cambio di sole” era determinato da una catastrofe che spazzava via tutti gli umani.

Il primo modo, popolato da giganti, finì quando Quetzalcoatl cacciò dal cielo Tezcatlipoca con una mazza di pietra e quest’ultimo, infuriato, fece cadere sulla Terra una pioggia di giaguari che divorarono tutti. Nel secondo gli umani vennero trasformati in scimmie, perché irrispettosi nei confronti degli dei, e spazzati via dal vento di Quetzalcoatl. Il terzo invece venne distrutto dalla pioggia di fuoco di Tlaloc, dio della pioggia e della fertilità. Mentre nel quarto morirono tutti affogati dalle lacrime di sangue di Acuecucyoticihuati che Tezcatlipoca aveva offeso facendola piangere per 52 giorni di seguito.

Alla fine Quetzalcoatl, stanco di dover continuamente ricreare umani continuamente, si recò nell’oltretomba a recuperare le loro ossa riportandoli in vita grazie al suo sangue e prese il posto di sole di questo quinto mondo, che è quello in cui viviamo attualmente, e che sarebbe dovuto terminare con un enorme terremoto nel 2012.

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