Saguaro 1 – Ritorno a Window Rock – Recensione
Pubblicato il 1 Giugno 2012 alle 11:00
Bruno Enna e Fabio Valdambrini firmano un buon volume d’esordio per Saguaro, la nuova serie della Sergio Bonelli Editore.
Saguaro n. 1
Autori: Bruno Enna (testi), Fabio Valdambrini (disegni).
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore.
Provenienza: Italia.
Prezzo: 2,90 Euro.
Data di pubblicazione: 2012 (Giugno)
Una baracca in mezzo alle rocce, tra paesaggio arido in terra e falchi svolazzanti in cielo. Nelle immediate vicinanze la strada statale. È qui che Saguaro, all’anagrafe Thorn Kitcheyan, si stabilisce dopo essere ritornato dal Vietnam. Ed è qui che prende avvio l’albo numero uno della serie omonima, la prima destinata a durare messa in cantiere dalla Bonelli dopo molti anni di miniserie. Ed è sempre qui, a Window Rock, che a guardar bene l’ambiente circostante si capisce come mai il protagonista abbia ricevuto il soprannome di Saguaro, un cactus che cresce tra Arizona e New Mexico, al quale è difficile avvicinarsi senza esser ricoperto di spine.
In effetti anche l’ex soldato è un tipo difficile, che non le manda certo a dire e che sa bene il fatto suo. Lo apprendiamo già dopo poche tavole, quando manda al tappeto tre energumeni poco gentili con delle giovani ragazze. E di conferme è disseminato l’intero volume a fumetti.
Il quale è, si diceva, il primo di una serie. Come tale esso ha il merito di allestire una storia autonoma e avvincente, ma in grado allo stesso tempo di fornire preziosi indizi sul passato di Saguaro e dei personaggi che si presume avranno un ruolo primario nelle sue avventure. Indizi che cogliamo attraverso ben studiati dialoghi, che non appesantiscono la lettura e trovano anche il modo di imbastire eventuali filoni narrativi secondari, e ciò sempre senza penalizzare la scorrevolezza del volume. Il che è un gran merito per Bruno Enna, il papà del progetto, che qui indossa per la prima volta i panni del creatore di un personaggio.
Se soggetto e sceneggiatura confermano appieno le attese positive che si erano venute creando, anche i disegni di Fabio Valdambrini non sfigurano affatto. L’autore si mostra a proprio agio sia nel ritrarre gli ampi spazi desertici, sia i ben più angusti interni. Con la stessa cura lavora alle scene concitate e a quelle in cui regna la calma, ed è perfettamente in grado di far evolvere, con pochi tratti, le seconde nelle prime. Forse, a voler trovare un punto debole, si può menzionare la resa talvolta monocorde di certi volti.
Un accenno, infine, all’idea che sta alla base del personaggio Saguaro e delle coordinate spazio-temporali nelle quali vive. Prima della sua uscita in edicola, molti avevano accostato il nuovo eroe Bonelli a una sorta di Tex moderno, ai personaggi di Scalped o al Reno Reines di Renegade. In effetti ad una prima lettura Saguaro appare più autonomo di quanto si temeva. Certo non sembra configurarsi come un personaggio innovativo, quanto piuttosto classico, e leggere la sua prima avventura dà un po’ l’idea del già visto. Ma bisogna allo stesso tempo sottolineare che un singolo albo, per una serie che si propone di aver vita lunga, è poca cosa per un’analisi con cognizione di causa. È necessario dunque attendere le prossime avventure hard-boiled del nativo americano per avere un’idea più chiara. Lo faremo aspettando conferme positive.