HyperParasite | Recensione
Pubblicato il 24 Aprile 2020 alle 15:00
Sguazzate negli anni ’80 con frenetico e divertentissimo e ironico indie tutto italiano!
Genere: “rogue-lite twin-stick shooter”
Sviluppo: Troglobytes Games
Lingua: inglese con sottotitoli e menu in italiano
Modalità: giocatore singolo, multiplayer locale
Piattaforme: PS4, Nintendo Switch, Xbox One, PC (STEAM)
Data di uscita: 3 aprile 2020
Nel 2018 l’italianissima (barese come me, per essere ancor più precisi) Troglobytes Games ha lanciato una campagna su Kickstarter per la realizzazione di HyperParasite, un videogioco talmente anni ’80 da farmi venire voglia di cotonarmi i capelli.
HyperParasite è ambientato in una versione alternativa e distopica degli anni ’80 in cui il mondo sta per uscire dalla Terza Guerra Mondiale. Ma un nuovo pericolo incombe sul nostro pianeta: una misteriosa forma di vita aliena è venuta a farci visita, e non ha certo buone intenzioni…
Il melmoso alieno è infatti in grado di possedere il corpo di qualsiasi essere umano desideri assumendone anche l’aspetto, confondendosi così nella massa; questo ha fatto scattare la rapida applicazione di una legge marziale che permette non solo alle forze dell’ordine, ma letteralmente a chiunque, gente comune e criminali compresi, di portare con sé delle armi con cui cercare di uccidere il parassita proveniente dallo spazio.
Ora, forse starete pensando che sia compito del giocatore impedire che trovi compimento il malsano e malvagio piano di questo IperParassita: nulla di più distante dalla realtà.
In HyperParasite vestirete infatti i panni dell’alieno invasore, e il vostro obiettivo primario sarà impossessarvi del corpo del Presidente di modo da spingere il suo corpo controllato da voi a premere il fatidico “pulsante rosso” e fargli così scatenare un massiccio bombardamento nucleare che farà scomparire per sempre la razza umana dalla faccia della Terra:
BACK IN TIME
Quando penso agli anni ’80 mi vengono in mente i colori sgargianti e ultrasaturati, un abbigliamento di dubbio gusto e acconciature di gusto ancor più dubbio e, nel campo videoludico, titoli dal gameplay frenetico, magari anche con visuale dall’alto.
Il game developer Luciano Iurino e Saverio Capurusso, game designer e CEO di Troglobytes Games, la loro casa di sviluppo indipendente, sono entrambi abbastanza vecchi da aver vissuto in prima persona come me questo “decennio inutile e petulante“, per citare l’anchorman dei Simpson Kent Brockman, e la loro esperienza diretta si riflette ampiamente in questo primissimo videogioco creato da Troglobytes Games.
HyperParasite è un videogioco old school sotto diversi punti di vista:
- Genere: “rogue-lite twin-stick shooter”;
- Difficoltà: imparate le meccaniche di gioco e studiate l’ambiente in cui vi trovate per sfruttare questi elementi a vostro vantaggio;
- Grafica: 3D pixellata;
- Colonna sonora: basata su un uso bello massiccio di sintetizzatori che riproducono il sound tipico degli anni ’80;
- Trofei/Achievement: Welcome to the Machine è il titolo di un brano dei Pink Floyd tratto dal meraviglioso Whish You Were Here, album datato 1975 (sì, sono una nerd amante della musica, ma questo chi fra di voi mi legge da un po’ lo sa già), mentre We came, we saw… è un chiarissimo riferimento a una celeberrima citazione tratta da quel capolavoro immenso che è Ghostbusters, a sua volta ripresa dallo storico Veni, vidi, vici attribuito da Plutarco e altri autori a Giulio Cesare (sì, sono una nerd secchiona).
GAMEPLAY
Il menu iniziale di HyperParasite è molto semplice e intuitivo, e grazie ad esso potrete scegliere innanzitutto se giocare da soli o in modalità cooperativa in locale, selezionare le impostazioni di gioco che preferite, accedere al tutorial e consultare l’Almanacco, ovvero il bestiario.
Come vi ho già accennato, il livello di difficoltà di HyperParasite è elevato, per cui magari potreste preferire giocarlo in modalità cooperativa.
Per quanto, poi, potenziare i vostri personaggi e impossessarvi di corpi sempre più forti e resistenti sia un ottimo modo per rendervi la vita più facile, videogiochi come HyperParasite richiedono ai giocatori un certo impegno e abilità per essere affrontati, il che, però, dal mio personalissimo punto di vista, non è certamente un punto a sfavore.
Uno degli obiettivi di alcune tipologie di videogiochi è proprio mettere alla prova i giocatori, sfidarli a cimentarsi in qualcosa che prediligere l’uso di abilità personali e strategia rispetto al semplice “Seek and Destroy“, per citare i Metallica, il che rende anche il gameplay decisamente elaborato e appagante: cosa dà più soddisfazione a un gamer della riuscita di una impresa che riteneva ardua da portare a termine?
Un dettaglio decisamente old school da tenere a mente è anche il fatto che il gioco è suddiviso in 5 atti differenti, ma se non sconfiggerete il boss della zona in cui vi trovate sarete costretti a riogiocare da capo l’intero livello, poiché non esistono checkpoint interni.
Se però temete che in questo modo sarete costretti a ripetere più volte sempre lo stesso livello, sarete piacevolmente sorpresi: il vostro parassita si muoverà all’interno di livelli strutturati sempre in maniera diversa perché generati in maniera procedurale, il che garantisce anche un ottimo livello di rigiocabilità.
Ogni livello è poi suddiviso in ambienti diversi fra i quali potrete spostarvi rapidamente utilizzando il praticissimo teletrasporto, accessibile direttamente dalla mappa di gioco.
Inizierete a giocare come semplice parassita, per cui il vostro scopo sarà quello di impossessarvi del corpo di qualche malcapitato; un dettaglio decisamente intrigante e altrettanto divertente è rappresentato dalle caratteristiche e dagli attacchi precipui dell’alieno parassita e di ognuno dei ben 60 personaggi disponibili, i quali potranno essere sbloccati pagandone il relativo prezzo e impossessandosi dei loro cervelli.
In base al personaggio, quindi, potrete contare su un attacco base e uno speciale (quest’ultimo richiede però un certo tempo per ricaricarsi) davvero molto diversificati, che possono essere sia a corto che ad ampio raggio, in base proprio al personaggio stesso.
Naturalmente, potrete migliorare le caratteristiche sia del parassita che dei corpi che può possedere grazie a delle pozzanghere lasciate da altri alieni morti: da qui, potrete accedere a un menu che vi consentirà di aumentare il numero di vite del parassita, l’attacco e gli HP suoi e dei corpi che lo ospitano.
Quando sarete all’interno di un corpo ospite e verrete sconfitti, niente paura: tornerete in forma di parassita, per cui avrete una seconda opportunità per farvi strada fra le orde di nemici e impossessarvi del corpo di un altro di loro.
CONCLUSIONI
HyperParasite è davvero un ottimo titolo per tutti i nostalgici dei vecchi videogiochi che amano mettersi alla prova con sfide di abilità anche piuttosto ardue. Visivamente molto accattivante grazie alla grafica ispirata proprio ai vecchi videogiochi e ai colori al neon così saturati e sgargianti che tanto ricordano il decennio nel quale la storia è ambientata, HyperParasite è un titolo davvero molto divertente anche per la costante ironia che emerge in ogni suo aspetto.
Una prima prova davvero riuscitissima del giovane studio indipendente Troglobytes che vi terrà incollati allo schermo per moltissime ore e che vi farà desiderare di scoprire quali altri progetti ha in serbo lo studio per il futuro. Bentornati negli anni ’80, ragazzi!
In Breve
Voto Complessivo
9.3