Intervista ad Alice Berti: “Neon Brothers, lo specchio della mia generazione Z”

Pubblicato il 10 Aprile 2020 alle 16:00

Alice Berti è una giovane fumettista che si è messa in gioco grazie a Bao Publishing con un’opera generazionale. Il suo Neon Brothers (QUI la nostra recensione) va a coinvolgere tutta la Generazione Z, ed è un fumetto che rappresenta la summa di tante situazioni che hanno coinvolto negli ultimi anni i ventenni, e non solo.

Divisi tra incertezza del presente, ed un futuro davvero nebuloso, i giovani raccontati da Alice Berti cercano di trovare forza nell’amicizia e nel senso di comunità. Qualche giorno fa abbiamo voluto rivolgere alcune domande su Neon Brothers, e non solo, alla fumettista. Eccole qui sotto.

Neon Brothers sembra un po’ la sintesi di una serie di pensieri e idee che un ventenne oggi si pone. Questa storia ce l’avevi in mente da un po’ di tempo, o è nata di recente?

La storia di Neon Brothers è nata più o meno a inizio 2018: nell’autunno del 2017 avevo fatto la mia prima proposta a BAO, che però non funzionava benissimo, ma visto che erano comunque interessati a lavorare con me mi hanno spronata a cercare un’idea migliore. Così, riflettendo su ciò che volevo raccontare, mi sono venuti in mente tutti i lavori che avevo fatto prima di incontrare la casa editrice, e per la quale essendo giovane e appena uscita dal liceo spesso non venivo presa troppo seriamente: ho notato che era un sentimento comune a molti altri miei amici o ragazzi della mia età, così mi sono concentrata su quello. È un po’ una critica a quanto sia difficile provare a costruirti un futuro se la gente non crede in te e non ti dà la possibilità di brillare. Io mi sento molto fortunata ad aver trovato BAO che mi da questa possibilità, ma purtroppo non tutti hanno questa fortuna e se vivi anche situazioni spiacevoli in famiglia non è sempre facile.

Credi che l’amicizia ed il senso di unione e comunità possano veramente aiutare questa generazione a trovare una propria collocazione nel mondo?

Credo che l’unico modo per trovare se stessi sia lavorare da soli e darsi da fare, però gli amici sono un grande sostegno e una parte importante delle nostre vite. Io per prima mi rendo conto che senza il sostegno di alcune persone avrei probabilmente fatto delle scelte sbagliate che sicuramente non mi avrebbero portata ad essere quel che sono ora, e per questo ne sono davvero grata.

Il tratto di disegno che hai sviluppato e reso graficamente in Neon Brothers pensi sia il tuo stile definitivo, o sei ancora in evoluzione?

Penso che il mio tratto sia questo, ma sono anche convinta che non si smetta mai di imparare e che siamo comunque in continua evoluzione, quindi si può sempre e solo migliorare.

Quali sono le tue ispirazioni fumettistiche?

Ad essere totalmente sincera ho sempre letto più romanzi che fumetti, ma quando ero più piccola andavo matta per Ranma 1/2, Scott Pilgrim e le opere di Ai Yazawa (Paradise Kiss su tutti) che credo mi abbiano influenzato moltissimo sia nella scrittura che nel disegno. Poi sono cresciuta con la musica dei Gorillaz: lo stile di Jamie Hewlett è sicuramente uno dei più forti che sento tra le mie influenze.

Quanto, da giovane fumettista, ti spaventa il futuro dell’editoria post-Coronavirus? Come pensi potrà essere?

Dal mio punto di vista con BAO mi sento un po’ in una botte di ferro: non solo li sento vicini come una famiglia, e quindi che si prendono cura di te anche in tempi incerti, ma sono un gruppo di professionisti che sanno ciò che fanno, oltre al fatto che ci mettono una passione che difficilmente passa inosservata quando prendi in mano un loro libro in libreria. Credo che finito questo periodo la gente continuerà ad amare e apprezzare il loro lavoro come già faceva in precedenza. Il mondo dell’editoria non era semplice nemmeno prima del Covid, e i libri sono comunque il metodo migliore per ricordarsi ciò che di bello c’è nel mondo.

Visto che in Neon Brothers hai dato tanto spazio alla musica, consigliaci cinque artisti musicali che sono fondamentali secondo te.

Cinque sono troppo pochi… ARGH! Ti direi: Nothing But Thieves, Gorillaz, Led Zeppelin, Velvet Underground e Rolling Stones.

Sei una ventenne ed hai scritto una storia generazionale. Che tipo di storie immagini di raccontare tra vent’anni?

È difficile da dire, perché tendo a raccontare storie come modo per esorcizzare pensieri o situazioni che non mi vanno a genio o mi fanno soffrire. Anche se ho notato che un tema comune a tutte le storie che ho scritto o che penso è la ricerca di se stessi…magari rimarrà un tema ricorrente anche in futuro, chi lo sa!

Il tuo prossimo lavoro sarà simile o si allontanerà dall’approccio che hai avuto per Neon Brothers?

La storia a cui sto pensando ora (che vorrei proporre sempre a BAO) è per certi versi simile a Neon Brothers: c’è sempre il tema della ricerca di sé stessi, ma affrontata in maniera completamente diversa. Vorrei realizzare un’opera che risultasse più introspettiva. Dal mio punto di vista e dal mio livello ancora abbastanza scarso in scrittura lo vedo come un progetto molto ambizioso per me, ma spero di avere l’opportunità di poterci provare. Per ora non voglio dire di più visto che è ancora solo un’idea e non ancora un progetto concreto, ma il titolo che ho dato a questa operazione dalla massima segretezza è: Calipso.

Poi sto anche progettando una serie assieme al mio amico Francesco Savino (autore de Il cuore della città e Vivi e vegeta), dal nome The Orange Room.

Qual è il personaggio dei fumetti che vorresti più disegnare, e che magari sarebbe adatto per scrivere una storia adatta a te?

In questi ultimi anni sto amando moltissimo lo stile grafico di Snotgirl, la serie Image scritta da Bryan Lee O’Malley (l’autore di Scott Pilgrim) e disegnata da Leslie Hung. Ammetto che poter disegnare o scrivere qualcosa per questa serie sarebbe divertentissimo!

Si ringraziano l’autrice Alice Berti e Bao Publishing per la disponibilità.

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