I Cavalieri dello Zodiaco: il 26 marzo 1990 il nostro Cosmo iniziò a bruciare
Pubblicato il 25 Marzo 2020 alle 11:30
C’è stato qualcosa di magnetico in quella primavera del 1990, una intera generazione imparò il significato del termine sacrificio e lo fece attraverso una epopea durata 114 episodi e che aveva già nel nome qualcosa di magico.
Il 26 marzo del 1990 debuttarono in Italia I Cavalieri dello Zodiaco e come si suol dire in questi casi nulla fu più come prima.
Fino ad allora i cartoni animati, che ancora non venivano divisi in anime e serie animate, trovavano una valva di sfogo nelle televisioni locali che proponevano con coraggio qualche novità rompendo il ciclo di repliche di tutte quelle serie che di fatto costituiscono la spina dorsale dell’immaginario collettivo legato al Giappone nel nostro paese fra robottoni e serie degli anni ’70.
Quando I Cavalieri dello Zodiaco debuttano su Odeon TV la differenza con le produzioni precedenti è abissale dal punto di vista tecnico, con una produzione e un character design dettagliato e fresco, ma soprattutto tematico non indifferente.
Lo shonen, altro termine allora assolutamente sconosciuto alla massa, era costituito come detto dai robottoni, dall’Uomo Tigre e da alcune eccezioni come Ken Il Guerriero o Dragon Ball la cui prima serie anch’essa arrivata solo un anno prima in Italia era ben lontana dalla sua saga più famosa – Dragon Ball Z – che lo avrebbe consacrato e ridefinito il termine battle shonen.
Poi c’erano gli spokon, i cartoni di genere sportivo, veri e propri evergreen, dalla struttura e impostazione ben collaudata e poi il nulla…
I Cavalieri dello Zodiaco mischiano gli stilemi dello shonen e quelli dello spokon dando vita forse per la prima volta al termine battle shonen citato poco sopra.
È nel concetto di kalokagathìa (in greco antico: καλοκαγαθία) che I Cavalieri dello Zodiaco basano tutta la loro potenza, concetto che nella cultura greca del V secolo a.C. l’ideale di perfezione fisica e morale dell’uomo.
Già dai primissimi episodi noi giovanissimi spettatori dell’epoca ci trovammo di fronte a qualcosa di mai visto: cinque protagonisti, tutti giovani e belli, che scontro dopo scontro sembravano costantemente avere la peggio. Le loro armature, primo elemento che cattura l’attenzione, addirittura dopo una manciata di episodi sembravano irrimediabilmente compromesse.
E la cosa non migliora quando iniziamo ad approfondire il tragico passato dei protagonisti e soprattutto arriviamo a quella che è la saga più famosa della serie, e quella più imitata dai suoi successori, ovvero quella delle Dodici Case.
Non vi è paragone in termini di mera potenza fra i Cavalieri di Atena e quello d’Oro – nel manga originale Bronze Saint e Gold Saint, nel metallo con cui sono “forgiate” le loro armature risiede già rango, prestigio e potenza – e allora come è possibile che lo scontro termini con la vittoria dei nostri?
Perché da quell’interminabile percorso in quella Acropoli fantastica apprendiamo che il potere più grande è quello del Sacrificio.
Conquistare sé stessi significa conquistare l’altro: si tratta di spezzare le convinzioni del proprio nemico che perde così nel corso dello scontro i connotati che lo rendono tale.
Il codice d’onore di Sirio, il trauma famigliare di Crystal, la mancanza di fede di Phoenix, il pacifismo di Andromeda e l’irrazionale fede di Pegasus sono battaglie combattute prima all’interno e poi verso un agente esterno.
A questo punto il Cosmo di una intera generazione inizia a bruciare.
Le debolezze non vanno nascoste, esternate e affrontate. Non si tratta più di dimostrare una potenza fisica maggiore né una di fuoco maggiore – dall’Uomo Tigre alle varie saghe robotiche che esorcizzavano l’olocausto atomico con antagonisti deformi e protagonisti coriacei – piuttosto di porre in essere una autodeterminazione e coscienza di sé fino a quel momento ritenute sinonimo di debolezza.
Una intera generazione abbraccia, consapevolmente o meno, questa incredibile opera interiorizzandola e vivendola ancora oggi in un’epoca di profonde incertezze.
Il Sacrificio per noi è una condizione esistenziale imprescindibile, una forza che né la generazione precedente né quella successiva possono comprendere.
“I Cavalieri dello Zodiaco diventano invincibili quando hanno coscienza del loro potere. Il cosmo nel corpo: è questo il segreto, ricordalo!” Castalia parlando con Pegasus nel primo episodio…