La mitologia giapponese in Sailor Moon
Pubblicato il 10 Marzo 2020 alle 13:15
Sailor Moon è un anime considerato un classico non solo in Giappone ma anche nel resto del mondo. La sua popolarità non sembra essere scemata dalla prima messa in onda nel 1992 anche grazie al remake del 2014, Sailor Moon Crystal.
Sono molte le curiosità su questa serie decennale, dai nomi dei personaggi alle mitologie citate, alcune delle quali possono risultare più familiari, ad esempio i riferimenti alla mitologia greca e romana, mentre altre sono magari passate inosservate in quanto fanno riferimento a miti giapponesi.
Una di queste sono le regalia imperiali giapponesi, dette anche i Tre Tesori Sacri di Yamato, che compaiono nella terza serie sotto forma dei tre talismani che permettono di creare la Coppa Lunare, appartenenti alle guerriere Sailor del sistema solare esterno.
Rappresentano gli oggetti donati al primo imperatore del Giappone, Ninigi no Mikoto, dalla dea Amaterasu e sono: una spada che rappresenta il coraggio, uno specchio, simbolo di purezza, e una gemma, che rappresenta la benevolenza, proprio come i tre talismani dell’anime.
La prima riguarda lo specchio di Sailor Neptune e la gemma di Sailor Pluto.
La gemma, Yasakani no Magatama (conservata nel Palazzo imperiale di Tokyo), e lo specchio, Yata no Kagami (che si trova nel tempio di Ise), furono gli oggetti che la dea Ama no Uzume utilizzò per far uscire la dea del sole Amaterasu dalla grotta in cui si era nascosta, gettando il mondo nel buio e nel caos. Offesa e infuriata col fratello Susanoo, dio delle tempeste, che aveva distrutto gran parte del suo regno celeste e ucciso i suoi servitori si rifiutava di uscire. Lo specchio vene usato per attirarla fuori con l’inganno, facendole credere di avere una rivale, e la gemma era appesa ad un albero lì di fronte.
La seconda leggenda riguarda la spada di Sailor Uranus ed è successiva alle vicende della prima.
Susanoo, cacciato dal paradiso per il caos causato, iniziò a girovagare per la regione di Izumo dove incontrò una famiglia costretta a sacrificare le proprie figlie ad un mostro ad otto teste chiamato Yamata no Orochi che altrimenti avrebbe distrutto la regione. Innamoratosi della loro ultima figlia, Kushinada, Susanoo si offrì di sconfiggere il mostro in cambio della possibilità di sposare la ragazza (che per la sua protezione venne temporaneamente trasformata in un pettine).
Utilizzando otto barili di sake fece ubriacare il Orochi e una volta addormentato gli tagliò tutte le teste e iniziò a farlo a pezzi, nell’ultima coda (o nella quarta in alcune versioni) trovò nascosta la spada Ama no Murakumo no Tsurugi (che ad oggi si trova nel tempio di Atsuta a Nagoya) che Susanoo donò in seguito a sua sorella per farsi perdonare e riammettere in paradiso.
La spada perse il nome di Kusanagi no Tsurugi in un episodio successivo con l’eroe Yamato Takeru, figlio del dodicesimo imperatore. Durante una battuta di caccia venne intrappolato in un cerchio di fuoco da un signore della guerra che voleva ucciderlo, per salvarsi cercò di usare la spada, donatagli da Amaterasu, per impedire al fuoco di raggiungerlo e con grande stupore scoprì che l’arma poteva controllare il vento e gli permise di salvarsi la vita. Da allora la spada venne rinominata Kusanagi no Tsurugi, letteralmente “Spada Falciatrice d’Erba”.