La Gazzetta della BD – 27 febbraio 2020 –
Pubblicato il 27 Febbraio 2020 alle 16:00
Conan torna protagonista insieme al dio Dioniso. A proposito di classicità, ecco una mostra su Alix a Versailles.
Conan
Crocevia di credenze, lingue e culture, la mitica città commerciale di Zamboula è anche teatro di molte leggende oscure. Conan è stato sulla scena di recente ed è stato avvertito dei pericoli della casa di Aram Baksh. Si dice che la maggior parte degli stranieri che rimangono lì scompaiono in circostanze oscure… va bene, ma è proprio qui che il Cimmero ha deciso di passare la notte! Ma sollevando il velo su questi misteriosi casi di rapimento, Conan scoprirà un altro segreto, ancora più terribile, collegato a tutta la città di Zamboula…
Una storia piena di orientalismo e macabra stregoneria, Ombre a Zamboula offre a Gess l’opportunità di esprimere la sua visione dell’eroe di Robert E. Howard in un fumetto dalla bellezza esotica e oscura (euro 14,95, dall’11 marzo).
Divertimento e follia, c’è solo un passo tra esse…
Figlio di Zeus e Semele, mortale di Tebe, Dioniso nacque in circostanze eccezionali quanto drammatiche. Cresciuto in segreto, protetto dall’ira di Era, trascorse la prima parte della sua vita a trovare il posto che meritava viaggiando per il mondo. Il suo culto sarà caratterizzato da grandi cerimonie orgiastiche alle quali si concederanno le sue coorti di donne fedeli.
Ma se Dioniso sa essere buono con il suo popolo, offrendo loro la conoscenza della cultura del vino e il piacere di arrendersi ai loro impulsi, sarà spietato con i suoi nemici o coloro che non riconoscono la sua natura divina, facendoli tuffare in una follia omicida e autodistruttiva.
Temuto quanto rispettato, Dioniso, dio della vite e dell’eccesso, è probabilmente una delle divinità più affascinanti e sfuggenti di tutta la mitologia greca. Questo nuovo album della collezione “La Sagesse des mythes” ci offre le chiavi per comprendere meglio le origini e la natura profonda di questa grande figura del Pantheon (euro 14,50, dall’11 marzo).
Vendetta e razziamo
Lee Anderson, ventisei anni, figlio di una razza mista, lascia la sua città natale dopo la morte del fratello nero, che è stato linciato perché innamorato di una donna bianca. Arriva a Buckton, una piccola città nel sud degli Stati Uniti, dove diviene gestore di una libreria. Alto, ben messo, disposto a pagare per un drink e un eminente musicista blues, Lee riesce facilmente a sedurre la maggior parte delle adolescenti locali. Con una piccola banda locale che ha bisogno di alcol ma molto concentrata sul sesso, conduce una vita di dissolutezza. Senza perdere di vista il suo vero obiettivo: vendicare la morte di suo fratello.
Ben lontana dai soliti romanzi di Boris Vian, questa storia è probabilmente il più violento, il più crudo e allo stesso tempo il più rappresentativo esempio dello stile “Vernon Sullivan”. Attraverso una dura storia in cui la sessualità violenta è onnipresente, Vian denuncia il razzismo prevalente e la precaria condizione dei neri nel sud degli Stati Uniti (euro 19,50, dall’11 marzo).
Alix in mostra
L’architettura dello spazio Richaud a Versailles sembra andare a pennello per la mostra del momento: l’arte di Jacques Martin e del suo eroe Alix. Il giovane gallo-romano quindi passeggia sotto alla cupola, tra i busti e le alte colonne: un ambiente ideale per immergersi nell’antichità fantasiosa che l’autore ha creato attorno al suo personaggio.
I giovani a volte sanno poco del lavoro di Jacques Martin, autore pilastro di Tintin e uno dei padri fondatori del fumetto franco-belga che conosciamo oggi. Questa mostra a Versailles colloca questo autore nel posto giusto e ravviva il suo genio per consentire a tutti di scoprirlo o riscoprirlo.
La mostra, quasi una replica di quella vista ad Angoulême nel 2018 e a Bruxelles nel 2018 in occasione del settantesimo compleanno del personaggio, è quindi educativa: per esempio, oltre agli spazi dedicati ad Alix, una sala presenta la storia dell’autore, la sua formazione artistica, la guerra, fino al suo temporaneo litigio con Jacobs, quindi il suo fidanzamento con gli Studios Hergé. In questa sezione, le tavole dei suoi primi lavori, ma anche e soprattutto la sua corrispondenza con EP Jacobs.
L’autrice di Frustrés e Agrippine ci ha lasciati
La disegnatrice BD Claire Bretécher è morta lunedì 10 febbraio all’età di 79 anni, come condiviso da Dargaud, il suo editore.
Si era rapidamente lanciata nel fumetto, “per sfuggire alla noia”, ha assicurato, secondo il comunicato stampa della casa editrice che dice ancora di lei: “Tra i pionieri di questo genere letterario, imporrà uno stile, un tono, un aspetto insolito di totale originalità. Osservatrice distaccata (davvero molto distaccata) del suo tempo, lo ha narrato con immensa autoironia”.
Personalità tanto inquietante quanto accattivante, Claire Bretécher ha tracciato un percorso unico nel fumetto. Il suo umorismo e la sua libertà di mente erano immensi.
Claire Bretécher è nata nel 1940 a Nantes. La sua passione per il disegno è iniziata nell’adolescenza, con la scuola di Belle Arti nella sua città. A 19 anni lasciò la sua famiglia, dove non era felice, per stabilirsi a Montmartre, la collina degli artisti. All’inizio degli anni ’60, dopo aver lasciato le Belle Arti, creò illustrazioni per i giornali del gruppo Bayard.
Nel 1963, ha lavorato con René Goscinny. Un anno dopo, ha collaborato per la rivista Record. Dal 1965 al 1967, ha creato Hector per il famoso settimanale Tintin. Nel 1967, Les Gnangnan, i bambini molto adulti già davano un’idea precisa di ciò che avrebbe lasciato il segno: il cambiamento spirituale.
La sua immaginazione sfrenata, ben nello spirito del ’68, prende la sua piena misura negli anni 70. Incoraggiata da René Goscinny, crea quindi una moltitudine di personaggi che disegna e scrive come Tulipe e Minibus, Les Frustrés o Agrippine… tanti personaggi che le permettono di affrontare le questioni sociali che molto spesso avrà identificato ben prima della maggior parte dei suoi contemporanei. Al punto che nel 1976, Roland Barthes dirà che è la “sociologa dell’anno”.