7 manga con un pessimo inizio… ma dalla spettacolare evoluzione

Pubblicato il 9 Marzo 2020 alle 11:00

Succede anche durante la lettura, certo non stiamo parlando dei pesanti e talvolta noiosi romanzi scolastici la cui lettura è un obbligo per ogni generazione di studenti, ma anche continuare un manga può essere un’impresa titanica. Una trama poco avvincente, un disegno poco nitido o semplicemente una tematica che non colpisce affatto.

Il desiderio di mollare tutto è altissimo, ma è qui che entra in gioco lo spirito shounen. Andiamo avanti, nonostante un inizio sottotono, lo scorrere dei capitoli rende il manga veramente grandioso.

Dorohedoro

Dorohedoro

L’universo di Dorohedoro non è affatto facile. Il perenne nonsense che circonda la storia, gli ambienti, i personaggi e la trama in generale è difficile da sopportare, soprattutto per un lettore di manga alla prime armi. Il tasso di drop per la difficoltà di seguire la storia è abbastanza alto.

Basta abituarsi allo stile unico dell’autore, e perché no anche alla forte nota splatter dell’opera, per rendersi conto che ci si è imbattuti in un prodotto sensazionale. Il pacchetto comico è molto divertente, la trama mai banale e più sensata di quanto si crede all’inizio, per non parlare poi dei personaggi. Cayman e Nikaido sono strepitosi.

Go toubun no hanayome

Go toubun no hanayome

L’opera rivelazione dell’ultimo anno. Dopo un inizio decisamente sottotono, in cui non si capiva a dovere dove il manga volesse andare a colpire, Go toubun no hanayome ha preso il decollo e non a caso si è aggiudicato il 43° premio Kodansha. Il manga adotta la scelta coraggiosa di usare quasi per nulla fanservice inutile, prosegue per la sua strada come delineata dal mangaka.

Se la scelta, unita ad una trama che ha bisogno di tempo per infittirsi e ingranare, poteva sembrare azzardata, in realtà ha pagato. Oggi è uno dei manga su cui tutti tengono gli occhi puntati che ha già ricevuto adattamenti animati.

Re: Life

Re: life

Il desiderio di tornare indietro, nello specifico ai tempi del liceo, e ripercorrere l’età dell’adolescenza dopo aver avuto un assaggio dell’età adulta è stato più volte utilizzato da film e romanzi. Anche i manga non potevano mancare ed ecco che il 27 enne Arata Kaizaki può tornare ragazzo, quando ancora frequentava il liceo.

Trama già vista, questo è vero, molto meno è il sublime modo in cui si evolve la storia. In un misto di drammatico, comico, pillole di vita e molto altro. Un’opera veramente ben costruita che lascia molto su cui riflettere. Piccola precisazione, Re:life è un webmanga per cui lo stile è leggermente diverso da quello a cui si è abituati.

Chihayafuru

Chihayafuru

Abituati al mondo di Yu gi oh, se si pensa ad un manga sul gioco di carte il termine di paragone è quello. Quindi un manga d’azione in cui i duelli sono all’ultimo sangue e le giocate capaci di ribaltare le sorti dello scontro sono all’ordine del giorno. Ben diverso da un gioco di carte basato sul compilare poesie e chiamato Karuta.

Incredibilmente il tutto funziona e man mano che si entra nel vive delle competizioni e della storia si è come travolti da ciò che è Chihayafuru.

Suicide island

Suicide island

Il tema del suicidio e di come poter gestire/riabilitare i soggetti che hanno tentato di togliersi la vita non è una tematica allegra né tanto meno facile. Le prime pagine di Suicide Island non sono brutte, ma vengono affrontate con il pensiero costante che prima o poi qualcosa renderà noiosa o assurda la serie. Nemmeno il marchio Kouji Mori, già autore di Holyland, è una garanzia.

Sorprende scoprire come l’opera oltre a non cadere mai nel banale, riesce a sviluppare sia una grande profondità psicologica che creare ottimi elementi per un manga di sopravvivenza e avventura. Capitoli che diventano sempre più avvincenti fino all’epica chiusura.

Kimetsu no Yaiba

Kimetsu no yaiba

Nell’usato, strausato e abusato mondo degli shounen-yokai un cacciatori di demoni non è decisamente qualcosa di nuovo. Così come non è qualcosa di nuovo il protagonista venditore di carbone che vede la sua famiglia trucidata dai mostri e la sorellina che è diventata un mezzo demone. Nell’ovvio e già visto, Kimetsu no yaiba decide di prenderne atto e puntare tutto sui personaggi.

Crea un gruppo articolato veramente ben caratterizzato e a loro modo unico che aiutano a creare aspettative nel manga che, con lo scorrere delle saghe, migliora anche a livello di trama. Capitolo dopo capitolo crea sempre più aspettative e non è un caso se oggi è un fenomeno capace di superare anche i mostri sacri nel mondo dei manga. Il ritmo incalzante della storia, che abbandona del tutto inutili lungaggini di trama, non lascia spazio al respiro e i capitoli scorrono uno dopo l’altro senza riuscire a fermarsi.

Gokushufudou

Gokushufudou

C’è sempre un po’ di ironia in un ex yakuza, conosciuto nel mondo della malavita giapponese come Tatsu l’immortale, che decide di lasciare l’organizzazione criminale per vivere una vita normale. Da killer professionista a perfetto marito casalingo.

Gag veramente ben fatte e uno sviluppo degli eventi imprevedibile e curioso. Se l’incipit non lascia intuire niente di sensazionale bastano pochi capitoli per cambiare idea. Certo, Gokushufudou è un manga ancora giovane, ma se riesce a continuare su questa strada ha il potenziale per diventare un ottimo prodotto.

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