7 anime con un pessimo inizio… ma dalla spettacolare evoluzione
Pubblicato il 4 Marzo 2020 alle 11:00
Sembra quanto meno giusto e doveroso prendere in considerazione anche l’opposto. Ossia anime che hanno avuto un avvio di stagione sottotono e poco brillante, ma che hanno saputo trasformarsi in qualcosa di veramente ben riuscito.
Se fate parte di quelli che hanno droppato una di queste serie, potreste averlo fatto troppo presto. Meritano una seconda possibilità.
Barakamon
Per quanto la storia ci insegni che gli anime sono riusciti a rendere epiche ed esaltanti anche le attività più noiose, pensare di poter basare un intero anime sul tema della calligrafia sembrava troppo anche per loro.
Già dalle prime battute Barakamon è fedele alla sua trama e, fatta eccezione per il caratteraccio iniziale del protagonista, non porta elementi diversi da quelli aspettati. Con l’evolversi della trama lo spettatore si ritrova immerso in un clima ameno e allegro che non si aspettava e anche un tema come quello della calligrafia diventa interessante.
Karakai jouzu no takagi-san
Pesanti, così possono essere definite le gag del comico duo Nishikata e Takagi. Scherzi innocui e quasi fin troppo semplicistici, che solo due ragazzini delle medie potrebbero ideare. Per la precisione due ragazzi delle medie quelli veri, non degli omoni alti due metri in grado di rompere i muri con un pugno.
Dopo aver fatto l’abitudine agli sketch di questi giovani Raimondo e Sandra si prova quasi tenerezza per una storia molto reale fatta sì di umorismo ma anche di sentimenti non detti. In un’atmosfera genuina che riporta a quando anche noi eravamo sui banchi di scuola e cercavamo di attirare l’attenzione della ragazza che ci piaceva.
Kaze ga tsuyoku fuiteiru
Shounen sportivo su 10 ragazzi universitari che corrono una pesante maratona a staffetta da Tokyo ad Hakone… non una delle scelte più brillanti in tema di sport. Dopotutto, fatta eccezione per la tensione che raggiunge l’apice mostrando gli atleti che stringono i denti nonostante la fatica, quale altra scena ad alto impatto potrebbero inventarsi gli autori?
Un anime su cui non si scommetterebbe nulla, invece è stata una delle serie rivelazione dell’annata 2018/2019. Una storia che sa commuovere e coinvolgere con una semplicità genuina che andrebbe studiata e presa a modello per molte altre opere future.
Yahari
Il pessimistico Hachiman Hikigaya era il solito aspetto positivo della light novel dal titolo chilometrico che riassumiamo in Yahari. Il contesto scolastico, le ragazze popolari che scoprono di provare qualcosa per il disadattato di turno, tutto urlava al già visto e rivisto.
Fino a che non se ne poteva più fare a meno. A renderlo possibile è soprattutto l’evoluzione dei personaggi che, a differenza di quanto accade spesso negli anime, anche se tentano di cambiare fanno fatica ad abbandonare la loro vera natura. In quello che si può considerare come un’accettazione di se stessi, Yahari è l’anime perfetto che lo rappresenta.
World trigger
Il sesto uomo fantasma, la grande serie che rimane nell’ombra e anche se molti la considerano degna di rivaleggiare con i big sacri degli shounen, preferisce non attirare troppo l’attenzione su di sé.
World Trigger impiega un bel po’ ad ingranare, le prime puntate non rimangono impresse né per personaggi né per avventure, anzi il tasso del drop è fin da subito molto alto e rimane in mistero come siano riusciti a rendere noiosi dei presupposti così buoni. Ad un certo punto l’anime cambia drasticamente registro ed è allora che le cose si fanno interessanti.
Charlotte
In tema di bruschi cambi di rotta, lo stesso si può dire per Charlotte. In realtà è scorretto dire che all’inizio l’anime era bruttino, tuttavia se paragonato allo sviluppo avuto dalla metà in poi le due metà della serie sono su livelli del tutto diversi.
Abbandonando quasi tutto quello che aveva costruito nelle prime puntate prende una piega inaspettata che riesce ad esaltare tutto il suo potenziale. Una piccola perla di soli 13 episodi molto ben riuscita.
Jojo bizzarre avventure
Oggi è un anime conosciuto e apprezzato da un vastissimo numero di persone, tuttavia il Jojo originale era ben diverso da ciò che è oggi. Prima di arrivare agli stand e agli intrecci che ha costruito grazie ad un albero genealogico di tutto rispetto c’erano solo due fratellastri uno in competizione con l’altro. Tutto è nato dallo scontro tra Dio Brando e Jonathan Joester.
Al posto degli stand c’era la tecnica delle onde concentriche e il nemico era uno pseudo vampiro. La storia era lineare e priva di quel fattore di imprevisto e assurdo che è la fortuna del Jojo di oggi. Saga dopo saga, l’anime si è evoluto diventando quell’ottimo prodotto che conosciamo oggi.