Justice League n. 1 – Recensione

Pubblicato il 18 Maggio 2012 alle 10:59

E’ tempo di reboot per il più importante supergruppo della DC Comics, la Justice League, con la nuova splendida versione del team ideata dal grande Geoff Johns e disegnata dal leggendario Jim Lee!

Justice League n. 1

Autori: Geoff Johns, Dan Jurgens, Tony S. Daniel (testi), Jim Lee, Aaron Lopresti, Phil Tan (disegni)

Casa Editrice: RW-Lion

Provenienza: USA

Genere: Supereroi

Prezzo: € 2,95, 16,8 x 25,6, pp. 72, col.

Data di pubblicazione: maggio 2012


Quando la DC Comics fornì anticipazioni sul reboot della casa editrice il serial della Lega della Giustizia fu atteso con trepidazione dai fan sia a causa del team creativo sia perché la squadra rappresenta da sempre una delle colonne portanti del DCU. E il comic-book in questione è uno di quelli che hanno maggiormente incontrato il gradimento dei lettori e si è rivelato rappresentativo del rinnovato corso editoriale dell’etichetta statunitense.

In un certo senso era prevedibile, dal momento che l’ottimo Geoff Johns, sceneggiatore che, al pari di Grant Morrison, ha fatto la fortuna della DC, si occupa dei testi e i disegni sono appannaggio dell’eccezionale Jim Lee, leggendario penciler di X-Men, Batman e altri capolavori. A partire da questo mese si avrà modo di leggere anche in Italia il serial, pubblicato in uno dei sette albi antologici targati RW-Lion.

Il mensile si apre quindi con Justice League e va chiarito che le storie non sono ambientate nel presente ma cinque anni nel passato rispetto alle altre testate. In poche parole, il geniale Johns, in una story-line che si preannuncia complessa, articolata e affascinante, spiegherà in quale maniera i principali supereroi della terra prenderanno la decisione di unirsi in una squadra. Sin dal primo capitolo, tuttavia, si intuisce che le cose non saranno scontate e nemmeno semplici.

L’opinione pubblica infatti non accetta i giustizieri in calzamaglia e tende a considerarli con diffidenza. Ne fanno le spese, in particolare, Batman e Lanterna Verde, protagonisti assoluti dell’inizio della saga. Ma neanche i rapporti personali risultano facili. Johns non descrive supereroi legati da amicizia e cameratismo; anzi, tra Bats e Hal Jordan non corre buon sangue e collaborano solo perché spinti dalle circostanze. L’episodio è introduttivo e non rivela molto ma i testi sono già apprezzabili, con dialoghi ironici e sarcastici, e la serie è promettente. Johns inoltre riesce ad incuriosire, giocando con le apparizioni di Victor Stone, non ancora Cyborg, e di Superman.

La parte grafica è stupenda e Jim Lee svolge un lavoro impeccabile. Il suo stile non è mutato e il penciler illustra un Batman intimidente e un Lanterna Verde carismatico con il tratto spettacolare che lo contraddistingue, senza rinunciare alle enormi vignette di grande impatto visivo. E si può certamente affermare che Justice League è un prodotto di qualità.

Il secondo serial dell’albo è Justice League International e qui invece ci troviamo nel presente del DCU. Il comic-book è imperniato su un’altra formazione della Lega alle dirette dipendenze dell’ONU (a differenza della precedente che agisce in maniera autonoma). L’autore è Dan Jurgens che imbastisce una trama di impostazione classica ma piacevole e anch’essa piena di ironia, tanto che, in alcuni momenti, facendo le debite proporzioni, ricorda un po’ l’era Giffen/De Matteis. Leader del gruppo è Booster Gold e tra i componenti si contano un riluttante Guy Gardner e character improbabili ma simpatici come Augusto Generale in Armatura, Rocket Red, Godiva e altri. E non manca Batman che funge da collegamento tra la JLA e la JLI.

Jurgens, pur delineando una story-line mainstream e di mero intrattenimento, si collega alle odierne tensioni politiche e alle proteste anti-sistema presenti in occidente, benché, ahimè, tenda a criminalizzarle, rivelando un punto di vista reazionario. Ma Justice League International che, è ovvio, avrà numerose sottotrame da sviluppare, è divertente. I disegni di Aaron Lopresti sono efficaci anche se forse sarebbe stato consigliabile ricorrere a un artista più up-to-date.

L’albo si conclude con The Savage Hawkman, nuova serie dedicata a un altro storico personaggio DC, Hawkman, appunto, e che prima del reboot l’onnipresente Johns aveva rinnovato in Brightest Day. L’attuale versione è conseguenza della rilettura di Johns e abbiamo a che fare con un Carter Hall tormentato e malinconico che sembra aver perso i poteri. Ma è solo apparenza. Lo sceneggiatore è l’abile Tony Daniel che parte in quarta con un episodio di notevole intensità, valorizzato dalle matite oscure di Phil Tan, appropriate per il tono tragico e crepuscolare della testata.

Nel complesso, dal punto di vista delle storie, direi che questo è uno degli albi migliori pubblicati da RW-Lion ma rimane il rammarico di dover leggere tre serie di buon livello al ritmo di un episodio al mese. La cura redazionale non è il massimo e gli articoli interni trascurabili.


Voto: 7

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