7 manga dal grande inizio… ma dalla pessima evoluzione
Pubblicato il 17 Febbraio 2020 alle 11:00
Sono opere che con i loro primi capitoli ricchi di personaggi accattivanti, trame avvincenti e avventure intriganti hanno catturato l’attenzione dei loro lettori. Il desiderio di continuare la lettura era un pensiero assillante, tanta era la voglia di vedere come sarebbe continuato il manga.
Purtroppo l’esaltazione dei capitoli iniziali è passata presto in secondo piano e lo sviluppo della serie ha perso sempre più di qualità, deludendo di conseguenza le alte aspettative.
Oh mia dea
A metà tra manga sentimentale e comico non si può dire che Oh mia dea sia un manga di pessima qualità. In realtà molte gag sono buone e non banali, cerca di non ripetersi troppo ed è anche attento a non sfociare in eccessi di trama. La storia d’amore tra il giovane Keiichi Morisato e la Dea Belldandy mandata dal Paradiso per esaudire un qualsiasi suo desiderio è anche carina, ma questo è tutto.
Nonostante abbia un inizio intrigante Oh mia dea rimane nel limbo, incapace di emergere o di osare troppo. A tratti il manga si legge anche volentieri, mentre in altri è piuttosto noioso, però ciò che delude maggiormente è il fatto di aver sprecato una buona storia. Non riesce a far emergere tutto il suo potenziale.
Red blood red legacy
Dai disegni alla trama, dai personaggi alla relazione tra vampiri e umani, passando persino per i disegni, tutto di Red blood red legacy faceva pensare al drop assicurato. Sembrava che non avesse nulla da aggiungere a ciò che già era stato realizzato sulla stessa falsa riga. Non era così in quanto sono bastati pochi capitoli per mostrare tutto il suo potenziale.
Attualmente inedito in Italia il manga ormai concluso in patria è decisamente avvincente… almeno all’inizio. Purtroppo per lui con il passare dei capitoli non riesce a mantenere quell’alone di nuovo e intrigante, finendo per cadere nei soliti stereotipi e nel classico già visto.
Tenjo tenje
La presentazione dei personaggi, la suspence creata già dai primi capitoli e quell’alone di mistero incredibile che Inferno e Paradiso è riuscito a creare già dall’inizio è stato qualcosa di magistrale. In meno di una saga il mangaka è riuscito ad attirare una grande attenzione su di sé, le potenzialità della sua opera sembravano infinite.
Poi è iniziato un lunghissimo ed infinito flashback, parte integrante della trama questo è vero, ma decisamente troppo. Una volta ritornati dai tanto amati protagonisti la trama ha iniziato ad evolversi senza capo né coda, facendo subentrare senza adeguata preparazione personaggi ed elementi molto rilevanti. Seguire il corso degli eventi in continuo mutamento e non spiegati in modo adeguato è una sfida persa in partenza.
Baki son of Ogre
I combattimenti del giovane Baki, esperto lottatore il cui sogno è quello di diventare il più grande guerriero del mondo e riuscire, finalmente, a rubare il titolo al padre, sono leggendari. A metà tra scontri surreali e tecniche realmente possibili se il corpo è sottoposto al giusto allenamento, il confine tra superpotere e tecnica marziale avanzata è molto sottile.
Come in ogni battle shounen che si rispetti non sorprende né l’alto numero di personaggi portatori di tecniche di combattimenti diverse né il continuo utilizzo di nemici sempre più forti. Ciò che delude è proprio il combattimenti con gli avversari che, se all’inizio erano più che soddisfacenti, alla lunga diventano abbastanza stravaganti e al di sotto delle aspettative. Il tutto culmina nell’epico incontro/scontro tra padre e figlio che, nonostante abbia una metafora di sottofondo interessante è ben lontano dal soddisfare le alte attese dei fan.
Shaman king
I numeri per diventare uno dei big del mondo dei manga Shaman King li aveva tutti: una trama non banale, disegni ben realizzati e avventure che sapevano come catturare lo spettatore. Per ben più di metà del manga la storia è proseguita in modo fluido e senza intoppi. Poi è arrivata la catastrofe.
L’ovvio e più volte manifestato stato di malessere del mangaka verso la sua opera ne ha rovinato la bellezza. Gli ultimi capitoli prima del finale mozzo dell’opera sono stati un calvario e anche il vero finale, arrivato dopo diverso tempo dalla conclusione, è sembrato qualcosa di affrettato e buttato “alla buona” giusto per creare una fine migliore. Un vero peccato.
Wolf Guy
Inizio sorprendente per Wolf Guy, manga violento a tema licantropi. Un personaggio misterioso e oscuro, disegni veramente ben curati e un inizio scoppiettante. Bastano poche pagine per conquistare il lettore che sente da subito la necessità di continuare la lettura in quel turbinio di sangue, violenza e sentimentalismo.
Se tutto ciò è essenziale per catturare, in un primo momento, l’attenzione, con il passare dei capitoli l’opera deve mostrare qualcosa di più del colpo di scena iniziale e purtroppo in questo Wolf Guy si è rilevato carente. Una trama poco consistente e l’eccessiva ripetitività delle scene fanno ben presto calare l’attenzione. Il senso di noia e di già visto prende il sopravvento e il fascino dei primi capitoli passa in secondo piano.
Bleach
Consapevoli del rischio di rivolta è quasi un dovere inserire anche Bleach tra i manga che, dopo un inizio stellare, non hanno rispettato le aspettative. Se da un lato è comprensibile che un’opera così lunga e articolata come quella del sensei Kubo possa avere delle saghe di calo (quale grande manga non l’ha avuta?), discorso ben diverso è il non riuscire più a riprendersi.
Si è trattata di una caduta a precipizio quella di Bleach che, dopo una certa saga di cui non facciamo il nome, non è più riuscito a mantenere gli standard dei capitoli precedenti. Sarebbe scorretto dire che non ci sono stati momenti elettrizzanti e degni di nota, ma si è trattato per lo più di casi isolati.