Promare di Hiroyuki Imaishi | Recensione
Pubblicato il 3 Febbraio 2020 alle 15:00
Il film è al cinema il 3-4-5 marzo 2020 con Nexo Digital e Dynit.
Titolo originale: プロメア, Hepburn: Puromea
Genere: anime, mecha, sci-fi, drammatico
Sceneggiatura & Regia: Hiroyuki Imaishi
Diretto da: Kazuki Nakashima
Paese: Giappone
Durata: 111 min.
Cast: Kenichi Matsuyama, Taichi Saotome, Masato Sakai, Ayane Sakura, Hiroyuki Yoshino, Tetsu Inada, Mayumi Shintani, Rikiya Koyama, Kendo Kobayashi, Ami Koshimizu, Taiten Kusunoki, Nobuyuki Hiyama, Katsuyuki Konishi, Arata Furuta, Ryōka Yuzuki
Casa di produzione: Trigger, XFLAG (production), Sanzigen (3DCG)
Distribuzione: Dynit, Nexo Digital
Data di uscita Giappone: 24 maggio 2019
Data di uscita Italia: 3-4-5 Marzo 2020
Gli anime al cinema di Dynit e Nexo Digital ci hanno abituato a storie nipponiche tipicamente strappalacrime, spesso romantiche, senza dimenticare l’elemento sci-fi/fantastico. Con Promare di Hiroyuki Imaishi, co-prodotto dallo Studio Trigger e XFlag, si prende una virata decisamente mecha con questa storia a metà strada tra futuro distopico e problemi d’integrazione e discriminazione del presente.
Sono trascorsi trent’anni dall’apparizione dei Burnish, una razza di esseri mutanti armati di fiamma, che ha distrutto metà del mondo grazie al fuoco. Quando appare un nuovo gruppo di mutanti che si fanno chiamare Mad Burnish, ha inizio l’epica battaglia tra Galo Thymos, un nuovo membro della squadra di salvataggio anti-Burnish detta Burning Rescue e Lio Fotia, il leader dei Mad Burnish.
La mutazione dei Burnish è incontrollata e genetica, ciò che sono non è una scelta ma una natura indipendente da loro, e riporta subito in mente alcuni uomini X fumettistici prima e cine-televisivi poi, dove la questione al centro è sempre stata: sono mutanti, umani o mostri?
Il disegno viene dai mecha ma è rimoderato all’oggi: Shigeto Koyama, character e mecha designer, utilizza le forme squadrate tipiche del genere dei robottoni ma con colori più sgargianti e linee più violente e marcate, in un mix che accarezza anche linee più morbide ma le nasconde.
Al centro è stata scelta la lotta senza tempo fra due elementi simbolo: fuoco e ghiaccio. Per spegnere gli incendi causati dai Burnish viene chiamata una squadra speciale di pompieri e quindi la dicotomia acqua-fuoco prevale sul secondo (come dice Galo “ardo di passione” e altre frasi sciocche e nonsense meta-narrative per presentarsi agli altri personaggi e agli spettatori). Una “testa calda“, se vogliamo restare nel campo della meta-battute. Il ghiaccio è in mano invece al Governo, alla legge, rigida e indomita ma spesso covo di qualcosa di segreto, inconfessabile e più tremendo. Qui viriamo dalle parti della storia cospirazionista delle spy story. Il film è ricco di colpi di scena inaspettati infatti.
La società in cui vivono i protagonisti è distopica, futuristica ma pregna dei problemi di integrazione e razzismo dell’oggi, per via della mutazione di cui sopra, di come è visto il “diverso”. Il film mostra anche una società che vive di immagini e di auto-celebrazione, proprio come la nostra.
Il duo dietro serie come Sfondamento dei Cieli Gurren Lagann e Kill la Kill porta sullo schermo un mecha moderno che fa del proprio fiore all’occhiello e del proprio vanto le sequenze di combattimento, spesso specchio dell’approfondimento dell’anima e del carattere dei personaggi, presentati proprio come Galo attraverso frasi ad effetto, quasi fossero claim pubblicitari del character e dei gruppi che rappresentano. Il tutto attraverso una regia che non lascia un attimo di respiro e che gioca tantissimo con le inquadrature e con la velocità dei colpi inferti dai “duellanti”.
Hiroyuki Sawano (L’Attacco dei Giganti) ha composto una colonna sonora epica proprio come la storia che racconta e che si accentua nei combattimenti e nelle entrate in scena dei vari “duellanti” della storia, come se fossimo sempre in una spy story in stile Mission Impossible.
Promare è insomma un mecha moderno, classico ma nuovo, futuristico ma attuale, che cela dentro di se significati e plot twist che non ti aspetteresti fermandoti al contenitore. Mai giudicare un mecha dalla copertina.
In Breve
Giudizio Globale
8.0