Journey to the Savage Planet | Recensione
Pubblicato il 3 Febbraio 2020 alle 17:00
Il videogioco di esplorazione con inserti demenziali definitivo.
Sviluppo: Typhoon Studios
Distribuzione: 505 Games
Genere: avventura, esplorazione
Modalità: giocatore singolo o multiplayer online (2 giocatori)
Lingue: inglese con sottotitoli in italiano
Piattaforme: PlayStation 4, Xbox One, Microsoft Windows
Data di uscita: 28 gennaio 2020
Amate esplorare nuovi e coloratissimi mondi da soli o in compagnia? Avete sempre desiderato analizzare campioni alieni animati e inanimati? Avete sviluppato una dipendenza da Grob? Allora Journey to the Savage Planet fa al caso vostro!
IL FACETO
Journey to the Savage Planet è un divertentissimo viaggio all’interno di un mondo dai colori talmente vividi da farvi sentire come se foste in un trip allucinogeno!
La parte fondante del titolo, poi, ovvero l’esplorazione, è inoltre resa intrigante non soltanto dalla più totale libertà con cui potrete andare giro e fare fuori qualsiasi cosa che si muova, ma anche dai tanti mezzi che avrete a disposizione per potenziare il vostro equipaggiamento e fregare meglio gli abitanti del posto.
Se poi ogni tanto avrete voglia di staccare la spina, gustatevi le spassosissime pubblicità, un vero e propria toccasana che sono certa vi farà ridere a crepapelle!
IL SERIO
Journey to the Savage Planet ha come premessa l’ormai quasi totale inabitabilità della Terra.
I giocatori vestiranno dunque i panni di un esploratore o di una esploratrice spaziale facente parte del prestigioso Programma Pioneer, un progetto del Kindred Aerospace, “la quarta compagnia di esplorazione spaziale più grande che ci sia”.
Scopo della missione sarà stabilire se il pianeta su cui siete finiti sia adatto a ospitare gli esseri umani.
I temi dell’ecologia, del surriscaldamento globale e del rischio concreto di essere vicini al fatidico “punto di non ritorno”, superato il quale il clima della Terra non potrà più essere riportato a livelli sani che ne garantiscano l’abitabilità, sono quindi le premesse narrative per nulla fantascientifiche di un titolo decisamente fantascientifico.
Durante i vostri viaggi al di fuori del Javelin, la nave spaziale a bordo della quale vi sarete schiantati su questo bizzarro pianeta, potrete anche rilassarvi leggendo email, compilando questionari per tenere aggiornata la compagnia sui vostri progressi e guardando le tante pubblicità di prodotti per noi assurdi, ma divenuti assolutamente di uso comune in questo futuro fortemente distopico.
Certamente sono molto divertenti, ma l’intento è anche quello di far riflettere: c’è un fondo di critica per nulla velata allo stesso mondo videoludico nello spot di un videogioco in cui non si fa praticamente nulla, se non acquistare una marea di contenuti aggiuntivi altrettanto inutili, e di amaro sarcasmo nelle salviette che rimuovono dalla mente eventi drammatici e traumatici e quando si parla di Grob, una sostanza melmosa e appiccicaticcia dall’aspetto disgustoso che però è “la quarta migliore sostanza alimentare dell’Universo”, il che ci fa capire che, evidentemente, il cibo “vero” è ormai soltanto un lontano ricordo.
Una risata amara farà dunque da sottofondo musicale alla vostra esperienza di gioco, che vuole dimostrare quanto una consistente dose del caro buon vecchio sarcasmo possa aiutarci a riflettere su problematiche decisamente più concrete, drammatiche e attuali di quanto non possa emergere da una analisi troppo superficiale.
TUTTO MOLTO INTERESSANTE, MA IL GIOCO COM’È?
Journey to the Savage Planet è, come ho accennato poco più in alto, un videogioco basato principalmente sull’esplorazione, ma in realtà questo titolo fonde insieme più generi.
Oltre all’esplorazione di un mondo alieno in sé, nelle fasi di combattimento parliamo di uno sparatutto in prima persona, quando dovrete affrontare i potenti boss o nemici un po’ più ostici è assimilabile a un survival, nella risoluzione di situazioni complesse ritroverete elementi da puzzle game, la possibilità di migliorare i vostri equipaggiamento, livello di esplorazione e statistiche del personaggio, insieme alla presenza delle missioni secondarie, ha quel quid che ricorda un videogioco di ruolo, mentre la presenza di teletrasporti comunicanti fra di loro e con il vostro hub centrale, il Javelin, unitamente alla possibilità di recuperare il carico perso dopo la vostra morte, ricorda i titoli From Software come i Souls, anche se in questo caso il recupero delle risorse perse è decisamente meno punitivo, poiché se morirete ancora una volta prima di essere riusciti a recuperarle queste non saranno perdute per sempre, ma resteranno nello stesso luogo.
Proprio perché l’esplorazione è così importante, vi do subito un consiglio: utilizzate spesso lo scanner che avete in dotazione, poiché, quando sarete bloccati a causa della mancanza di una abilità specifica, analizzare determinati oggetti presenti nell’ambiente circostante non soltanto vi fornirà preziose informazioni sui nemici presenti nell’area e su come procedere, ma potrebbe sbloccare delle missioni secondarie nelle quali vi sarà richiesto di trovare un elemento specifico, estrarne un campione e riportarlo al Javelin per poter fabbricare con la vostra stampante 3D il power up di cui avrete bisogno per proseguire nella vostra avventura.
Quanto alle lingue, il titolo è disponibile con audio in inglese e sottotitoli e menu in lingua italiana, anche se il fatto che si sia scelto di usare un carattere un po’ troppo piccolo potrebbe farvi faticare un po’ durante la lettura.
I caricamenti, poi, quando vi sposterete nella stessa area e verso l’interno del Javelin sono immediati, mentre dovrete attendere qualche secondo quando cambierete area.
Non esiste una vera e propria mappa, ma per orientarvi potrete usare la bussola situata in alto, la quale vi indicherà dove sono situati, in linea d’aria, i puntatori delle missioni da seguire, che potrete impostare dal menu di gioco; sulla bussola sono mostrati sia gli indicatori delle missioni attive, arancioni, che quelli relativi alle inattive, di color glicine.
Per quanto riguarda l’equipaggiamento, potrete contare su una pistola, che impugnerete nella mano destra, mentre con la sinistra potrete usare altri oggetti di supporto che possono, ad esempio, bloccare sul posto un nemico o attirarlo, insieme ad altri, in un punto specifico.
La struttura stessa di Journey to the Savage Planet spinge i giocatori a proseguire nella loro avventura perché incuriositi dalle potenzialità offerte dai potenziamenti e dalle differenti zone da esplorare, il che, unitamente a una difficoltà tutto sommato accessibile, fa di questo titolo un prodotto davvero intrigante e appagante.
Dal punto di vista visivo, poi, i colori ultrasaturati e la costruzione degli ambienti e delle creature che li abitano sono davvero molto piacevoli, anche se il fenomeno del clipping, ovvero la compenetrazione fra elementi che non dovrebbero fondersi fra di loro, è un punto a sfavore, pur se presente in moltissimi videogiochi.
Altre aggiunte interessanti sono la Modalità Foto e la possibilità di invitare nella vostra partita un amico tramite la selezione dell’opzione per il multiplayer presente nel menu iniziale del gioco.
CONCLUSIONI
Journey to the Savage Planet è stato una piacevolissima scoperta che unisce un gameplay dinamico ad ambientazioni, flora e fauna decisamente diversificati e a un senso dell’umorismo particolarmente spiccato, che sovente verte verso il sarcasmo.
Se siete alla ricerca di un videogioco che vi faccia divertire e al contempo riflettere, pur con il sorriso sulle labbra, mentre sarete intenti a scoprire tutti i segreti di un mondo alieno piacevolissimo da guardare e in cui perdersi, Journey to the Savage Planet è il titolo per voi, che vi regalerà all’incirca dalle 10 alle 15 di ore di gioco.
In Breve
Voto Complessivo
8.5