Vikings 6×09 Resurrection | Recensione
Pubblicato il 1 Febbraio 2020 alle 18:00
La sesta stagione concluderà la saga di Ragnar e dei suoi figli, esplorando nuovi orizzonti in attesa dello spin-off.
Con Resurrection, il nono episodio della sesta stagione di Vikings, ci avviciniamo inesorabilmente alla fine (con un solo episodio mancante) della prima parte dell’ultima stagione della serie.
Nello scorso episodio, Valhalla Can Wait, abbiamo visto tutto il dolore di Bjorn nel convivere con la morte della madre Lagertha, uccisa da Hvitserk (bandito da Kattegat e destinato a vivere nelle foreste da fuorilegge), e il suo ufficializzare agli occhi della moglie la relazione con Ingrid.
Nel frattempo, Ubbe è finalmente giunto in Islanda ed è pronto ad incontrare Othere per chiedergli delle terre ad Ovest, oltre che indagare sulla misteriosa scomparsa di Floki. Re Harald, mentre esercita il suo potere, viene a sapere dei progetti di invasione dei Rus’, guidati dal principe Oleg e da Ivar, che cerca di proteggere il principe Igor.
UNA MINACCIA INATTESA
Dopo l’ultimo saluto a Lagertha, Bjorn e tutta Kattegat devono prepararsi per una inattesa minaccia: l’invasione dei Rus’, che dopo essere giunti ai confini del regno di Re Harald, si avvicinano anche a quelli del regno di Bjorn.
Quest’ultimo, supportato dalla moglie Gunnhild nonostante il tradimento ormai portato alla luce del sole, manderà Erik da Re Harald per un’alleanza contro il nemico comune. Ai Rus’ si unirà Hvitserk, ormai scacciato da Kattegat, che avrà modo dopo tanta follia di incontrare finalmente suo fratello Ivar.
Arrivato in Islanda invece, Ubbe rimarrà sorpreso dall’incontro con Othere, mentre avrà modo di entrare, insieme alla moglie Thorvi, nei meccanismi dell’insediamento e cercherà ulteriori dettagli sulla misteriosa sparizione di Floki.
GUERRA SANTA
Resurrection è un episodio controverso: da un lato, continua a portare avanti interessanti tematiche evolvendole, dall’altra mostra, in maniera ancora più evidente, i punti deboli che questa stagione ha già fatto vedere.
Bjorn ormai è un personaggio in piena decadenza, senza ormai più nessuna credibilità agli occhi degli spettatori: la doppia relazione non fa che mostrare tutte le debolezze di un personaggio a cui si volevano far ripercorrere le orme di Ragnar, ma che non risulta minimamente capace di avvinarsi al suo spessore.
In opposizione alla “debolezza” di Bjorn, vediamo invece ergersi Gunnhild, personaggio che sin da subito ha mostrato le sue potenzialità e che crediamo possa avere un ruolo determinante, soprattutto nella seconda metà di quest’ultima stagione.
Diverso da quello di Bjorn (come diverso è lo scenario in cui agisce) è il discorso riguardante Ubbe: l’arrivo in Islanda lo pone al centro di nuove dinamiche e lo rende ancor più interessante agli occhi del pubblico, specie grazie all’ultimo nuovo contatto col Cristianesimo.
Con Ubbe in Islanda e con l’invasione dei Rus’, torna prepotentemente nella serie, dopo Athelstan e le spedizioni in Inghilterra, la tematica religiosa, che sarà inevitabilmente centrale (anche per ragioni storiche) da qui in poi nelle trame principali.
Oleg “battezza” l’invasione della Scandinavia come una sorta di Guerra santa, un conflitto contro il paganesimo e tutti gli infedeli nel quale Ivar (ricongiuntosi col fratello in maniera troppo frettolosa e poco coerente alla precedente situazione di Hvitserk) si troverà inevitabilmente davanti a una scelta: rinnegare le tradizioni della sua famiglia o rinunciare alla vendetta personale contro Bjorn?
In attesa del finale di questa prima metà di stagione, possiamo ritenerci in parte soddisfatti di quanto visto, sperando in una forte e decisa “accelerata” per il percorso di Bjorn, nonché in un maggiore spazio dato a Ubbe e alle questioni islandesi.
In Breve
Giudizio Globale
6