Lupin III: le origini del mito

Pubblicato il 18 Ottobre 2020 alle 12:00

Qualunque sia la vostra età, è in pratica impossibile che non abbiate sentito nominare almeno una volta Lupin III, lo storico manga creato dalla mente e dalla mano del Maestro Monkey Punch.

Se siete come me dei fan di questo manga, allora sarete felici di sapere che il prossimo 29 ottobre sarà pubblicato per il mercato home video Lupin III – The First, primo film del nostro ladro gentiluomo preferito realizzato in CGI, come tutti noi siamo abituati a definirlo.

A tal proposito, mi preme fare una piccola, ma necessaria precisazione: mi rendo conto che, probabilmente, alcuni di voi potrebbero storcere il naso al pensiero di un film su Lupin III realizzato in computer grafica, ma dovete sapere che la nuova veste grafica di Lupin III – The First non toglie nulla a Lupin e a tutti gli altri personaggi di cui ci siamo innamorati, anzi!

A riprova di questo, è importante sottolineare non soltanto che la realizzazione di una pellicola di animazione in 3DCG basata su Lupin III era un progetto fortemente desiderato dall’autore, ma anche che lo stesso Monkey Punch ha da sempre abbracciato il connubio fra manga e tecnologia digitale.

Per queste ragioni, è possibile ritrovare lo stesso carattere delle origini di questa indimenticabile saga anche in Lupin III – The First.

Per essere preparati nel migliore dei modi alla prossima uscita in home video del film in 3DCG (computer grafica a 3 dimensioni) Lupin III – The First, distribuito qui da noi in Italia (primo Paese europeo ad avere la fortuna di vederlo al cinema) da Anime Factory di Koch Media, ho deciso di raccogliere in un unico articolo speciale di approfondimento le informazioni salienti sulla vita dell’autore di questo notissimo manga, che ha anche dato origine a moltissime serie di animazione, e sulle sue principali fonti di ispirazione.

Seguitemi in questo indimenticabile viaggio nel mondo di Lupin III e del grande Kazuhiko Katō, meglio conosciuto con il suo pseudonimo Monkey Punch.

Lupin III: storia di Monkey Punch

Lupin III

Il nome all’anagrafe del papà di Lupin III è Kazuhiko Katō (Kanji: 加藤一彦; Romaji: Katō Kazuhiko), ma tutti noi lo conosciamo con lo pseudonimo di Monkey Punch (Katakana: モンキー・パンチ; Romaji: Monkī Panchi), con il quale questo indimenticabile autore ha iniziato a pubblicare il suo manga più celebre.

Kazuhiko Katō nacque a Hamanaka, una piccola città situata nella prefettura di Hokkaidō, il 26 maggio 1937.

Katō iniziò a disegnare in giovane età, ma non disegnò manga fino alle scuole medie, quando le sue strisce furono pubblicate sul giornale della scuola.

Dopo la laurea, si trasferì a Tokyo per cercare lavoro (negli anni ’60 è stato un tecnico di radiologia), continuando a disegnare per divertimento fino al momento in cui venne reclutato dalla casa editrice Futabasha.

Katō iniziò a lavorare come artista manga professionista sotto il nome di penna Kazuhiko Katō (加東一彦, Katō Kazuhiko, pseudonimo la cui pronuncia è identica a quella del suo nome reale, ma che impiega l’utilizzo di Kanji differenti).

Fece il suo debutto con la Playboy School nel 1965 con il manga Playboy Nimon, scrivendo sotto il nome di Eiji Gamuta, ma il direttore della rivista che lo “scoprì” gli suggerì di usare un altro pseudonimo.

Il nome “Monkey Punch” non è stato una sua idea, né gli piaceva in modo particolare: è nato quando il suo editore notò lo stile occidentale del suo tratto nelle sue opere e decise insieme a lui di creare un nome che avrebbe indotto il pubblico giapponese a chiedersi quale fosse la sua nazionalità, vista proprio la similarità del suo stile con quello di fumetti e riviste americani (fu lo stesso Maestro a dichiarare di essere un fan di MAD Magazine).

Come sappiamo, la scelta cadde su “Monkey Punch”.

Nonostante non gli piacesse quel nome, alla fine si dimostrò d’accordo con questa scelta perché era un’idea del suo capo e in quanto era convinto che la sua serie successiva sarebbe stata un progetto della durata di soli tre mesi. Quella serie era però Lupin III e, quando divenne popolare, Kazuhiko Katō non potette più liberarsi di quel nome.

Lupin III fece il suo debutto il 10 agosto 1967 nel primo numero della rivista Weekly Manga Action, e anche la copertina della rivista fu disegnata dallo stesso Monkey Punch.

Monkey Punch, come accennato in precedenza, è stato un autore che amava sperimentare e fondere insieme l’arte grafica tipica dei manga con i mezzi tecnologici più moderni nel campo della grafica digitale.

Ha formato il Japanese Manga Artists Club (J-Mac), un gruppo di artisti specializzati in manga digitali, che inizialmente non aveva pianificato potesse diventare una gruppo che ospitasse un gran numero di autori, avendo semplicemente riunito pochi artisti digitali con i quali lavorare, ma, grazie al passaparola, il club alla fine è arrivato a includere circa 1500 membri.

Ha inoltre dato vita al Digital Manga Group, un altro progetto che ha unito creatori di manga professionisti del calibro di Leiji Matsumoto, Gô Nagai, Buichi Terasawa, Tsukasa Hôjô e Sato Naka.

Nell’aprile del 2005 è diventato professore di Animazione Manga presso l’Università di Otemae ed è stato professore ospite presso la Tokyo University of Technology nel maggio 2010.

Kazuhiko Katō è morto nella città in cui risiedeva, Sakura, nella prefettura di Chiba, lo scorso 11 aprile 2019 a causa di una grave forma di polmonite.

Lupin III: storia del personaggio

Lupin III

Come suggerisce il nome stesso del personaggio, Lupin III è liberamente ispirato al ladro gentiluomo Arsène Lupin, di cui è il nipote, e che venne creato nel 1905 dallo scrittore francese Maurice Leblanc.

Tuttavia, Arsène Lupin non è stata la sola fonte di ispirazione che ha influenzato le caratteristiche più tipiche di Lupin III: Monkey Punch ha infatti citato anche gli scrittori Agatha Christie, Robert Louis Stevenson (“L’isola del tesoro“) e Alexandre Dumas (“Il conte di Monte Cristo“, “I tre Moschettieri“), i film di Alfred Hitchcock, il caper movie che ha dato il via alla serie Mission Impossible (1966), Colombo (1971), e gli artisti della rivista MAD Magazine Mort Drucker e Sergio Aragonés.

Lupin III divenne ben presto un franchise multimediale estremamente popolare e di successo, generando numerosi manga, sei serie animate per la televisione, sette lungometraggi animati, due film live-action, tre OVA, speciali televisivi quasi annuali dal 1989, CD musicali, videogiochi e un musical. Monkey Punch stesso ha anche diretto il film del 1996, Dead or Alive; Monkey Punch ha inoltre partecipato alla stesura dell’adattamento cinematografico in live action del 2014 di Lupin III.

L’ultimo adattamento cinematografico basato sull’opera più conosciuta di Monkey Punch è il film in 3DCG Lupin III – The First, in uscita nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 27 febbraio.

Quanto all’aspetto del protagonista della sua opera più celebre, Monkey Punch preferiva che Lupin III indossasse una giacca rossa poiché riteneva che il rosso sia un colore appariscente e sexy, anche se è opportuno ricordare che il suo personaggio ha indossato anche giacche di colore verde, rosa e blu nelle tante serie animate.

Monkey Punch ha inoltre affermato che credeva che la storia del suo Lupin III non sarebbe potuta mai giungere a una conclusione, ma che se ciò fosse successo, nessuno fra Zenigata e Lupin avrebbe prevalso sull’altro, poiché la loro eterna disputa si sarebbe dovuta concludere con un “pareggio”: avrebbero potuto fallire entrambi nei loro intenti, raggiungere entrambi i loro scopi oppure divenire entrambi molto vecchi.

Concludo infine questo articolo speciale con alcune curiosità legate al successo di Lupin III: l’opera più conosciuta di Monkey Punch è stata votata in un sondaggio del 2009 presente su Mania.com come l’ottavo eroe anime più iconico di tutti i tempi.

Sullo stesso sito inoltre Fujiko Mine è stata votata come la seconda eroina anime più iconica di tutti i tempi e l’ispettore Koichi Zenigata come l’ottavo miglior personaggio e il nono più grande detective di un anime.

Lupin III – The First sarà disponibile per l’home video dal 29 ottobre.

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