Superman n. 1 – Recensione
Pubblicato il 15 Maggio 2012 alle 10:20
Inizia il reboot di Superman con le nuove avventure di Clark Kent e l’attuale versione di Supergirl in un mensile targato RW-Lion e realizzato da autori del calibro di Grant Morrison e George Perez!
Superman n. 1
Autori: Grant Morrison, George Perez, Michael Green, Mike Johnson (testi), Rags Morales, George Perez, Jesus Merino, Mahmud Asrar (matite)
Casa Editrice: RW-Lion
Provenienza: USA
Genere: Supereroi
Prezzo: € 2,95, 16,8 x 25,6, pp. 72, col.
Data di pubblicazione: maggio 2012
Anche Superman è protagonista di un mensile antologico targato RW-Lion che propone le avventure dell’Uomo d’Acciaio conseguenti al reboot DC che tanto ha fatto discutere i fan. E si può affermare con un certo margine di sicurezza che il nuovo corso editoriale era particolarmente atteso anche e soprattutto a causa di Grant Morrison, il geniale autore scozzese che negli ultimi anni ha fatto la fortuna della casa editrice.
Grant si occupa di Action Comics, testata di rilevanza storica poiché diede il la proprio a Superman e al genere supereroico propriamente detto. È toccato quindi allo scrittore trasgressivo e iconoclasta di Animal Man, Doom Patrol, Invisibles e altri capolavori delineare una versione di Supes al passo con i tempi, più o meno come gli era accaduto con Batman. E, a differenza del Cavaliere Oscuro che sostanzialmente non è cambiato molto, il Kal-El del reboot presenta differenze sostanziali rispetto al character post-Crisis.
Action Comics è ambientato nei primi giorni di attività di Superman. Clark si trova già a Metropolis e lavora come giornalista. Grant, tuttavia, grazie all’estro visivo del bravo Rags Morales, opta per un cambiamento di look: il nostro eroe, infatti, quando è in borghese non indossa l’abito classico che, ammettiamolo, lo rendeva una specie di rigido manichino, ma un abbigliamento casual più credibile per un cronista a caccia di notizie. Nella sua identità da supereroe, invece, a parte il mantello e la maglia con la celebre lettera S (a maniche corte, però), sfoggia un paio di jeans. Per giunta, l’opinione pubblica non lo mitizza ma sembra sconcertata dalla sua presenza. Quanto al cast, ci sono come al solito Lois Lane, Jimmy Olsen, Perry White, Lex Luthor e così via ma la situazione è diversa.
Lois e Clark, per esempio, non stanno insieme, e lei si trastulla con altri uomini; inoltre, lavorano per compagnie rivali e la concezione che hanno del giornalismo è diametralmente opposta. Il primo episodio di Action Comics, comunque, non mi dà la possibilità di formarmi un’idea precisa del serial perché Morrison si limita a presentare lo sfondo dell’azione e i character che giocheranno un ruolo chiave e si intuisce che gli eventi si dipaneranno con ritmi dilatati. Perciò posso solo affermare che il serial pare promettente e i disegni di Rags Morales sono validi e la caratterizzazione grafica di Supes e company risulta intrigante.
Si passa poi al primo episodio di Superman che vede il glorioso George Perez ai testi (e agli schizzi) e Jesus Merino alle matite. Sinceramente, ho sempre considerato Perez un grandissimo disegnatore ma come sceneggiatore è discontinuo e in tutta onestà ho trovato questo capitolo d’esordio del comic-book a lui affidato noioso, lento e pedante. Dal punto di vista narrativo, Perez è rimasto fermo agli standard espressivi degli anni ottanta e nel complesso il prodotto è scadente, fermo restando che il penciler Merino se la cava egregiamente ai disegni, utilizzando uno stile illustrativo di impronta classica.
L’albo si conclude con Supergirl, serial dedicato, come è facile intuire, alla bella cugina di Superman. Purtroppo, a giudicare dal numero uno, è un comic-book pessimo e inutile, con una trama esile (se non inesistente) e testi risibili della coppia Green/Johnson. Nemmeno il disegnatore Mahmud Asrar fa un grande lavoro e il suo tratto è grezzo e poco incisivo. A ciò si deve aggiungere la non eccelsa cura editoriale, redazionali che andrebbero impostati (e scritti) in maniera migliore, qualche errore di stampa che riporta alla memoria il non rimpianto periodo Planeta e concludo a malincuore che l’albo non è affatto riuscito e, a mio avviso, non vale la pena seguirlo. Peccato.