Moon Knight n. 1 – Recensione
Pubblicato il 14 Maggio 2012 alle 15:11
Arriva la miniserie di Brian Michael Bendis e Alex Maleev dedicata a uno degli eroi Marvel più schizofrenici di sempre: Moon Knight, il misterioso Cavaliere Lunare! Scoprite le sue nuove avventure in un comic-book dai toni noir!
Moon Knight n. 1
Autori: Brian Michael Bendis (testi), Alex Maleev (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Genere: Supereroi
Prezzo: € 3,30, 17 x 26, pp. 64, col.
Data di pubblicazione: maggio 2012
Moon Knight, il Cavaliere della Luna, è uno degli eroi più complessi e problematici del Marvel Universe. Creato alla fine degli anni settanta da Doug Moench, Marc Spector, ex mercenario che viveva in una villa lussuosa, agiva da giustiziere in stile Bruce Wayne (e il character, fondamentalmente, intendeva essere una specie di Batman della Marvel). Ma era propenso anche ad usare, quando lo riteneva opportuno, la fittizia identità del tassista Jake Lockley e ciò faceva di Moon Knight un tipo dall’equilibrio psicologico precario.
Il suo comic-book ebbe un certo seguito negli anni ottanta, grazie alle matite di Bill Sienkiewicz che proprio nelle pagine del Cavaliere Lunare iniziò a sperimentare passando da un tratto adamsiano ad esiti espressivi di marca impressionista che sarebbero poi confluiti in New Mutants e in opere dirompenti come Daredevil: Love & War ed Elektra: Assassin. Quando il mensile chiuse, Moon Knight apparve in vari albi e nel corso di una non memorabile miniserie subì un’ulteriore modifica: fu infatti posseduto dal dio egiziano Khonshu, divenendone il rappresentante terreno, e in tale veste giocò un ruolo rilevante in West Coast Avengers.
Negli ultimi tempi, tuttavia, Marc Spector ha raggiunto una posizione di primo piano nei ranghi dei Secret Avengers e nell’attuale Marvel Universe è andato incontro a notevoli cambiamenti. I lettori potranno rendersene conto leggendo il primo numero di Marvel Select che includerà nuovi serial della Casa delle Idee. Si inizia appunto con la recente versione di Moon Knight le cui vicende sono narrate da Brian Michael Bendis, sceneggiatore di punta dell’etichetta statunitense, e illustrate da uno dei suoi più ricorrenti collaboratori, Alex Maleev.
La coppia Bendis/Maleev ha già estasiato parecchi con Daredevil, Spider-Woman e Scarlet e nel caso di Moon Knight lo scrittore si concentra sul lato schizofrenico di Spector. Innanzitutto, elimina i dettagli mistici ed esoterici che facevano parte della saga (forse Khonshu non esiste e Marc ha solo immaginato di essere stato posseduto dal dio) e delinea una story-line dalle atmosfere noir ambientata a Los Angeles e specificamente ad Hollywood. Spector, infatti, si occupa di produzioni televisive e non pare propenso a prendere in considerazione l’attività di supereroe.
Una visita di Capitan America, Wolverine e l’Uomo Ragno, però, lo spinge a tornare in azione, dal momento che qualcuno (la cui identità, lo si intuisce subito, sarà uno dei misteri principali del serial) ha deciso di diventare il Kingpin della West Coast. Pur con uno stato mentale preoccupante e la tendenza ad agire in maniera azzardata, Moon Knight decide di indagare e rimarrà quindi coinvolto in un complotto intricato che dà l’occasione a Bendis di giocare con Marvel character come il terribile Mister Hyde, la letale Snapdragon o l’enigmatica Echo.
Ho scritto in diverse occasioni che non vado pazzo per Bendis e anche stavolta l’autore a mio avviso scrive episodi che sintetizzano gli aspetti che meno gradisco della sua ispirazione: dialoghi insistiti e compiaciuti, lentezze e un’ironia eccessiva e si capisce che la story-line sarà caratterizzata dalle consuete dilatazioni narrative e dalle lungaggini che però piacciono, bisogna ammetterlo, a tanti estimatori dell’autore.
Nel complesso, comunque, è un prodotto interessante e può risultare godibile se non si cerca un capolavoro. Per ciò che concerne i disegni, va puntualizzato che Maleev ha fatto di meglio con Daredevil o Spider-Woman e il suo tratto, pur suggestivo e intrigante, non è caratterizzato dagli elementi pittorici che lo rendono sublime. Non svolge un cattivo lavoro, intendiamoci, ma alcune tavole sono poco accurate e non all’altezza dei suoi standard. Insomma, Moon Knight non è da stroncare ma nemmeno da incensare ad occhi chiusi.