Le 20 migliori serie tv del decennio 2010-2019
Pubblicato il 31 Dicembre 2019 alle 12:00
Dopo le 10 migliori serie tv del 2019, ecco a voi la classifica con le 20 migliori serie del decennio che sta per concludersi 2010-2019. Ovviamente purtroppo qualche nome è dovuto rimanere fuori, come Fargo o Shameless per fare due esempi, ma abbiamo cercato di inserire con un certo criterio le serie di maggior impatto sul pubblico mondiale per motivi diversi (tralasciando comunque alcune come The Newsroom o SKAM) e inserendo invece alcune di nicchia che hanno saputo nel loro piccolo essere dei cult. Abbiamo anche dovuto escludere per ragioni di merito serie troppo recenti ma di enorme impatto come ad esempio Hill House, The Boys o Watchmen.
20. American Horror Story (FX, da noi Fox) 2011 – in corso
Ryan Murphy è uno degli autori televisivi più completi e innovativi di questo decennio quindi non potevamo che iniziare la nostra classifica con lui e dovendo scegliere un serial, abbiamo puntato su American Horror Story, con cui non ha solamente rinverdito il genere horror ma anche fatto riscoprire al pubblico le serie antologiche, facendole “diventare” stagionali da episodiche. Eppure nonostante i grandi nomi coinvolti (uno su tutti Jessica Lange) e nonostante i capitomboli delle stagioni successive, fanno tutte parte di un universo interconnesso. Chapeau.
19. Gomorra (Sky Atlantic) 2014 – in corso
Non potevamo non inserire in classifica la serie (non chiamatela fiction) che ha riscritto le regole della serialità italiana per tutte le altre, traendo ispirazione dal modello anglo-americano. Interpretazione sopra le righe di ispirazione teatrale, modi di dire diventati subito cult, una regia e una fotografia così vicine alla tv oltreoceano piuttosto che alla nostra rendono questo prodotto una spanna sopra agli altri, compresa la recentissima idea transmediale del film spin-off dedicato a Ciro Di Marzio che fa da ponte fra due annate.
18. Halt and Catch Fire (AMC, da noi Rai4) 2014 – 2019
Una serie assolutamente di nicchia, anche dopo essere arrivata quest’anno da noi, ma che con un Lee Pace in grande spolvero dopo Pushing Daisies è riuscita a raccontare la rivoluzione del personal computer senza essere didascalica o noiosa. Il titolo fa riferimento a un’istruzione fittizia in linguaggio macchina (Assembly) detta Halt and Catch Fire, che se eseguita porterebbe alla cessazione del funzionamento del computer con l’autodistruzione definitiva dell’hardware.
17. BoJack Horseman (Netflix) 2015 – 2020
Se c’è una serie animata che ha riscritto le regole del gioco nell’ultimo decennio questa è BoJack Horseman, dalla sigla ai modi di dire, dai giochi di parole ai temi adulti che trascendono la sfera animata stessa, il serial parla di un cavallo ex attore di una sitcom di successo anni ’90 che deve reinventarsi e si appresta al canto del cigno questo Gennaio. Una parabola discendente nel mondo oscuro del successo di Hollywood.
16. Stranger Things (Netflix) 2016 – in corso
La serie che ha fatto di se stessa un vanto e non una pecca il vivere totalmente di nostalgia per gli anni ’80, rappresentando bene lo spirito di questo decennio che guarda con sicurezza al passato piuttosto che con curiosità al futuro (che nel caso è sempre distopico e pericoloso, vedi Black Mirror). Quattro ragazzini in bicicletta a Hawkins, Indiana, tantissime citazioni a film e serie di quel decennio, e un mistero da svelare. C’è anche Wynona Ryder mamma apprensiva e cocciuta e un cameo di Sean Astin dei Goonies, cosa volere di più?
15. Veep (HBO, da noi Sky Atlantic) 2012 – 2019
La comedy che senza peli sulla lingua ha raccontato la politica americana dal punto di vista della VP, la vicepresidente, una carica che è come nulla nella gerarchia politica statunitense e per la quale la protagonista Selina Meyer è totalmente incompetente e fuoriluogo, se non fosse per il suo staff che le salva continuamente la faccia ma viene continuamente deriso e non apprezzato dalla donna. Con una Julia Louis-Dreyfus totalmente sopra le righe che ha vinto premi a profusione per questo ruolo.
14. Mr. Robot (USA Network, da noi Premium Stories/Action) 2015 – 2019
Il concetto alla base della serie è presto detto: un giovane ingegnere informatico di New York esperto di sicurezza e allo stesso tempo hacker provetto, sociofobico e schizofrenico, viene avvicinato da Mr. Robot, un misterioso anarchico-insurrezionalista, che intende introdurlo in un gruppo di hacktivisti conosciuti con il nome di fsociety che smascherare i potenti che stanno distruggendo il mondo. Un viaggio nella mente del protagonista, che vive in un costante stato di ansia, paranoia e allucinazione. Con Rami Malek prima che fosse preso dal successo di Bohemian Rhapsody.
13. The Leftovers (HBO, da noi Sky Atlantic) 2014 – 2017
Capolavoro incompreso di Damon Lindelof, che nel suo post-Lost adatta il romanzo di Tom Perrotta insieme a lui e dichiara da subito che non ci saranno tutte le risposte che il serial metterà sul banco, ma che l’importante saranno le domande che lo spettatore si porrà. Con la seconda stagione la trama del libro decade e sorprendentemente è lì che Lindelof dimostra tutta la sua bravura nel costruire un universo fatto di quesiti ancestrali, temi all’origine dei tempi e una storia ricca di colpi di scena. Con un Justin Theroux straordinario, che purtroppo non ha mai vinto un Emmy per questo ruolo, e la “scoperta” Carrie Coon lanciata verso Fargo, The Sinner e altri ruoli d’élite.
12. True Detective (HBO, da noi Sky Atlantic) 2014 – in corso
Il serial antologico che ha rinverdito il genere crime facendolo diventare d’autore e che impresso nella storia della tv i protagonisti Matthew McConaughey e Woody Harrelson nei panni di due detective alle prese con un caso mistico-religioso che va ad indagare nel più profondo dell’animo umano, con una narrazione a ritroso degna del miglior flashback romanzesco.
11. Black Mirror (Channel 4, dalla terza Netflix) 2011 – in corso
La serie british del decennio insieme a Sherlock, che ha trasposto per immagini la nostra paura del futuro e di ciò che la tecnologia potrebbe fare. Prima inglese, poi diventata ammeriggana con l’acquisizione da parte di Netflix e che per questo ha perso smalto secondo l’opinione di molti etrattori, resta il serial che più ha osato, anche in termini narrativi, con la storia del maiale nella primissima puntata e con il primo episodio interattivo televisivo “Bandersnatch” in cui è l’utente a scegliere il prosieguo della storia fra una rosa di opzioni.
10. Sherlock (BBC One, da noi Premium Joi/Netflix) 2010 – 2017
L’altro serial british del decennio, che ha reso celebre il “modus operandi” inglese di realizzare tre mini-film da un’ora e mezza in due anni o più, facendo quindi aspettare i fan un’eternità per nuove avventure dei loro beniamini. La serie che ha fatto scoprire al mondo il talento di Benedict Cumberbatch (e in parte anche di Martin Freeman) prima che entrambi venissero “fagocitati” da macchine hollywoodiane come quelle del Signore degli Anelli e del MCU. Una riscrittura moderna attentissima e raffinatissima dell’investigatore di Arthur Conan Doyle dagli autori che a breve porteranno un altro mostro sacro della letteratura, Dracula, su Netflix.
9. The Marvelous Mrs. Maisel (Amazon Prime Video) 2017 – in corso
La fantastica signora Maisel non si potrebbe definire altrimenti da quando, dalla penna di Amy Sherman-Palladino e dei suoi dialoghi serrati senza esclusione di colpi e di battute, è approdata su Amazon tre anni or sono. Una Rachel Brosnahan scoppiettante e assolutamente adorabile, insieme a tutti i comprimari, per raccontare la presa di indipendenza dal marito e dalla società fine anni ’50 che la vorrebbe mogliettina casalinga sottomessa. E lei invece scopre di essere brava come stand-up comedian e di volerne fare una professione, con tutte le difficoltà del caso. La risposta più fresca, colorata, vivace (gli abiti! le scenografie!) al femminismo imperante che si potesse chiedere in questi tempi bui e complicati.
8. Orange Is The New Black (Netflix)
La dramedy di Netflix per eccellenza, che insieme a House of Cards ha lanciato l’allora neonato servizio streaming nell’Olimpo televisivo. Ispirato a una storia vera, anzi a tante storie vere di donne finite in prigione – e che appaiono nella bellissima sigla di Regina Spektor che ti entra in testa e non ne esce più. Un universo al femminile che mostra personaggi sfaccettati, complessi, spesso bistrattati dalla società, che cercano di sopravvivere dentro le quattro mura del carcere e soprattutto di darsi conforto a vicenda.
7. House of Cards (Netflix, da noi Sky Atlantic)
L’altro fiore all’occhiello di Netflix – in Italia esclusiva di Sky Atlantic – nonostante ciò che è accaduto con l’ultima stagione, causa allontanamento forzato di Kevin Spacey dopo le accuse di molestie. Lui e Robin Wright hanno formato una delle coppie televisive più brutalmente oneste e machiavelliche della storia, in un gioco al massacro politico nel quale proprio come nel Trono di Spade, “o si vince o si muore”. E le mani di Frank e Claire Underwood sono sicuramente sporche di sangue.
6. Downton Abbey (ITV, da noi Rete4/La5)
Un fenomeno così elegante e intriso dell’aplomb british eppure così universale tanto da essere amato dagli americani prima e da tutto il mondo poi, Italia compresa. Merito di un cast perfettamente scelto, di storie semplici eppure coinvolgenti tanto della servitù quanto dei padroni del maniero del titolo, attraverso la Storia del secolo scorso. Merito di un’interprete d’eccezione come Maggie Smith, nei panni della Contessa Madre di Grantham, dispensatrice di verità e consigli senza peli sulla lingua, emblema della vecchia società aristocratica che fatica ad accettare che il mondo sta effettivamente cambiando. Tanto da essere arrivati di recente al cinema con un enorme successo come di norma non capita per una serie tv, tanto che si parla già di un sequel.
5. The Handmaid’s Tale (HULU, da noi TIMVision)
La si ami o la si odi, il costante dolore che emana questa serie tv è proprio ciò che rappresenta la storia che racconta. Al centro Gilead, una teocrazia totalitaria, una società maschilista e retrograda, che torna indietro invece di andare avanti quando le donne non riescono più ad avere figli. Dal romanzo di Margaret Atwood del 1985, che ha avuto successo solo in questi tempi recenti proprio per colpa o per merito della società in cui viviamo. Con una Elizabeth Moss costantemente contrita premiata per il ruolo difficile di Offred.
4. The Americans (FX, da noi Fox)
Il serial FX con le spie cellule russe dormienti ambientato durante la Guerra Fredda. Philip ed Elizabeth Jennings sono un’amorevole coppia americana che lavora ad un’agenzia di viaggi ma in realtà sono due agenti segreti del KGB. Nati, cresciuti e addestrati nell’Unione Sovietica, quindici anni prima erano stati mandati in incognito negli Stati Uniti con l’ordine di spacciarsi per una giovane coppia di americani. Due figli non previsti ma utili alla copertura, col tempo i due si ritrovano combattuti fra due fuochi, in un ritratto mai così sincero e “anti-americano” di quel periodo storico.
3. Fleabag (BBC Three, da noi Amazon Prime Video)
Un piccolo gioiello ancora troppo poco conosciuto (Amazon e gli Emmy vinti quest’anno aiuteranno). Una comedy che è anche estremamente drammatica e che, tra risate, pianti, una rosa di emozioni diverse e spesso contrastanti, racconta di temi ancestrali e importanti tanto quanto di quelli quotidiani attraverso gli occhi – e lo sguardo in camera che sfonda la quarta parete – di una ragazza sboccata inglese. Dalla mente geniale di Phoebe Waller-Bridge, che ha riscritto anche il genere crime con Killing Eve per BBC America.
2. The Crown (Netflix)
Solo tre stagioni all’attivo eppure un racconto così compiuto, così studiato, così perfettamente equilibrato non l’avevamo ancora visto in tv. Un cast che cambia ogni due stagioni per non rendere posticcio l’invecchiamento eppure non perde un colpo e sembra anzi il naturale prosieguo degli stessi, un’interpretazione magistrale con un cast d’eccezione. Un racconto che è un focus sul piccolo per raccontare il grande, la Storia con la s maiuscola, e mostrare soprattutto la Corona e ciò che essa rappresenta e comporta per tutti i membri della famiglia reale, in primis la regina Elisabetta II tuttora vivente.
1. Game of Thrones (HBO, da noi Sky Atlantic)
La serie per eccellenza di questo decennio, qualsiasi cosa si voglia dire o pensare sull’ultima stagione, per come ha saputo riunire davanti al “piccolo” schermo grandi e piccini, di estrazione sociale diversa e soprattutto di interessi diversi, come hanno saputo fare solo Lost e ancor prima Twin Peaks prima di lei. Il serial che ha dato un nuovo significato alla narrazione seriale, non incentrandola solo sui personaggi o sulla struttura narrativa, ma ricordandoci che a volte nessun personaggio, nemmeno il protagonista, è davvero necessario. Il serial che ha spiazzato grazie all’opera originaria di George R.R. Martin, creando un intreccio da intrighi di palazzo senza precedenti, per omaggiare l’epica greco-romana e quella cavalleresca raccontando in realtà della politica e della società dei giorni nostri.