Nuvole di Confine – Graphic Journalism – Recensione

Pubblicato il 9 Maggio 2012 alle 10:26

Un’antologia di autori cardine del graphic journalism in un volume targato Rizzoli/Lizard! Quando fumetto, inchiesta e cronaca si uniscono in un connubio ben riuscito: tutto ciò è Nuvole di Confine.

Nuvole di Confine

Autori: Guy Delisle, Sarah Glidden, Aleksandar Zograf, Marco Corona, Lamia Zaidé, Josh Neufeld, Giuseppe Galeani, Vincenzo Filosa (testi), Guy Delisle, Sarah Glidden, Alexsandar Zograf, Marco Corona, Lamia Zaidé, Josh Neufeld, Paola Cannatella (disegni)
Casa Editrice:
Rizzoli/Lizard
Provenienza:
Francia, Italia, USA
Genere:
Graphic Journalism
Prezzo:
€ 16,00, pp. 160, col. e b/n
Data di pubblicazione
: aprile 2012

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Ho sempre avuto difficoltà ad accettare l’espressione graphic novel che a mio avviso tende solo a fornire una patina di leziosità e snobismo al medium fumetto e più che altro denota il complesso di inferiorità che certi autori di comics e anche qualche editore hanno nei confronti di altre forme espressive. Lo stesso dicasi per graphic journalism che ultimamente ha preso piede e sta ad indicare opere fumettistiche contrassegnate da intenti informativi e di cronaca non esenti da finalità di denuncia socio-politica.

In ogni caso, il volume Nuvole di Confine, pubblicato da Rizzoli/Lizard, include contributi di autori che devono proprio al graphic journalism la loro fama e perciò l’accetto per motivi di comodità. Il libro nasce da una mostra in corso a Tolentino fino al 16 settembre 2012 e che ospiterà i contributi di otto cartoonist di diverse nazionalità. L’antologia presenta episodi tratti dalle loro opere più rappresentative e, come per ogni antologia, si può intuire che l’eterogeneità impera e di conseguenza non tutto è allo stesso livello.

Si inizia con il canadese Guy Delisle e con un estratto dal suo Cronache di Gerusalemme alla cui recensione rimando. Puntualizzo solo che il mio giudizio negativo sull’autore non è mutato. Si procede con la statunitense Sarah Glidden. L’episodio deriva dal suo splendido Capire Israele in 60 Giorni (e Anche Meno) e l’autrice descrive con coraggio e incisività la situazione tragica dei profughi siriani e palestinesi, denunciando al contempo l’ipocrisia di Stati Uniti e Israele. Suggestivo anche il suo tratto altamente espressivo, valorizzato da interessanti soluzioni cromatiche.

È poi la volta dello strepitoso Aleksandar Zograf, il più importante autore di fumetti serbo, che tramite i suoi Saluti dalla Serbia rappresenta con coraggio l’orribile realtà della Serbia devastata dai conflitti etnici e dai bombardamenti Nato, con testi crudelmente sarcastici e ironici e uno stile di disegno graffiante che si collega a certi esiti espressivi dell’underground americano.

Il livello purtroppo si abbassa con il pessimo Marco Corona che propone un contributo superficiale, inutile e auto-referenziale sulla Colombia, dimostrando la sostanziale inferiorità di alcuni cosiddetti talenti nostrani rispetto agli autori stranieri, e per giunta ricorrendo a banali volgarità testuali che ancora ci si ostina a considerare trasgressive. La parte grafica, inoltre, non è eccelsa, sebbene ci sia un’interessante costruzione della tavola.

Ottima invece la storia della libanese Lamia Ziadé tratta dal suo Bye Bye Babylon che condanna senza mezzi termini l’orrore della guerra con uno stile che rielabora in maniera estremamente peculiare le intuizioni visive della pop art e della grafica pubblicitaria (ambito dalla quale la stessa Ziadé proviene).

Valido pure l’americano Josh Neufeld, già collaboratore del grande Harvey Pekar in American Splendor, che descrive in modo sensibile e profondo i conflitti etnici e socio-politici del Bahrain. Anche in questo caso sono evidenti le influenze pop filtrate però da elementi underground.

Indefinibile è invece il contributo della coppia Galeani/Cannatella tratto da Dove La Terra Brucia, anch’esso da me già recensito, e che rafforza le mie perplessità (pure in questo caso rimando all’apposita recensione). E il volume si conclude con Vincenzo Filosa che si concentra sulle problematiche relative al terremoto che ha colpito L’Aquila e alla sua ricostruzione. I disegni sono influenzati dai manga ma nel complesso non mi pare un episodio incisivo, sia a livello grafico che narrativo.

Malgrado le discontinuità, il libro nel complesso è da promuovere e il punto debole è a mio avviso rappresentato proprio dagli autori italiani che evidentemente, almeno per ciò che concerne il graphic journalism, hanno ancora molto da imparare. Buona la cura editoriale dell’edizione Rizzoli/Lizard. Da tenere d’occhio.


Voto: 7

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