Vikings 6×03 – Ghosts, Gods and Running Dogs | Recensione
Pubblicato il 15 Dicembre 2019 alle 15:00
La sesta stagione concluderà la saga di Ragnar e dei suoi figli, esplorando nuovi orizzonti in attesa dello spin-off.
I primi episodi dell’ultima stagione di Vikings ci hanno presentato una Kattegat ormai libera dalla tirannia di Ivar (avventuratosi sulla Via della Seta), con Bjorn alle prese con le difficoltà della gestione del potere (supportato dalla moglie Gunnhild e da Ubbe, con Hvitserk sull’orlo della pazzia e ossessionato da Ivar) e Lagertha ritiratasi a vita privata in una fattoria.
Mentre Ivar entra a contatto col principe Oleg e coi Variaghi, i vichinghi “russi”, Bjorn decide di raccogliere la richiesta d’aiuto di re Harald (nonostante le rimostranze della moglie e della madre), prigioniero di Re Olaf e spogliato di tutti i suoi territori.
UN NUOVO EQUILIBRIO
Bjorn, dopo aver preso la decisione di partire per salvare re Harald (sentendosi in dovere verso di lui, considerando come gli abbia salvato la vita nella battaglia contro Ivar) si prepara alla spedizione nelle terre di re Olaf, mentre viene corteggiato dalla schiava della moglie che, per qualche misterioso motivo, ha acconsentito ad un rapporto tra i due.
Per governare Kattegat in assenza di Bjorn, Ubbe e Torvi ritardano il viaggio verso l’Islanda e continuano ad aiutare Laegherta con la fattoria, alla quale accorrono un gruppo di donne rimaste sole che invocano la protezione di quella che rimane la più grande shieldmaiden vivente.
E mentre Bjorn approda sulle coste di re Olaf (con re Harlad che fa il suo esordio nella serie, spavaldo ma provato dalla prigionia) trovandosi contro un’inaspettata strategia difensiva, Ivar continua ad assistere il principe Oleg nella lotta per il potere contro il fratello , avendo sempre più prova giorno dopo giorno della crudeltà del suo nuovo alleato.
PROVE CONTINUE
Continuando sulla scia dei precedenti episodi, Ghosts, Gods and Running Dogs ci mostra un Bjorn, almeno per il momento, provato dalle responsabilità di un re, all’inizio di una crisi personale che promette ulteriori approfondimenti nel corso della stagione.
Al contrario, Ubbe risulta nel pieno della sua maturità, supportato anche dalla stabilità datagli dalla compagna Thorvi (forse addirittura più intraprendente della giovane Lagertha) e che ricorda sempre di più (elemento che i nostalgici apprezzeranno) Ragnar, in termini di leadership, mentalità e addirittura presenza scenica (e in questo va dato grande merito all’attore Jordan Patrick Smith).
Sottotrama interessante la vicenda che riguarda Lagertha, con nuove minacce che sembrano volerla far ritornare alla vita da guerriera, piuttosto che lasciarla al ruolo da nonna (sicuramente meno dispendioso e più “sereno”, ma che la preparerebbe solo all’attesa della morte invece di farle cogliere ulteriori barlumi di vita, nonostante l’età che avanzi) per i figli di Bjorn e Torvi.
Da questo episodio, comincia a ritagliarsi inoltre uno spazio anche re Harald, che sembra ancora voler dir la sua nella serie, mentre il principe Oleg mostra sempre di più una malvagità capace o di portare all’estremo la sadica natura di Ivar già ampiamente esplorata nella serie, oppure spingerlo ad un’inaspettata redenzione; tutto fa pensare, comunque, che ben presto avrà modo di confrontarsi col frattelo Hvitserk.
Nel complesso dunque, questo terzo episodio comincia a delineare le basi per gli eventi che saranno sicuramente centrali per questa prima metà di stagione, continuando a mostrare il grande livello della serie a livello registico.
In Breve
Giudizio Globale
6.5
Sommario
La sesta stagione concluderà la saga di Ragnar e dei suoi figli, esplorando nuovi orizzonti in attesa dello spin-off.