Natale 2019: 5 videogiochi da regalare
Pubblicato il 12 Dicembre 2019 alle 11:00
Come ogni dicembre, si ripropone il più classico dei problemi: cosa regalare per Natale? Se siete delle frane complete come me, il problema diventa ancor più pressante, perché a questa domanda non si riesce a dare una risposta adeguata.
Se invece parliamo di videogiochi, allora la questione diventa per me un bel po’ più semplice, nonché decisamente più interessante e stimolante.
Durante il corso di quest’anno sono stati pubblicati molti titoli degni di nota, ma senza andare troppo indietro nel tempo ci sono stati diversi videogiochi intriganti, intensi, originali e davvero molto, molto apprezzabili anche negli scorsi mesi.
Se dunque siete indecisi su quale videogioco regalare ai vostri amici o se volete regalare a voi stessi uno degli ultimi titoli pubblicati su cui non avete ancora messo le mani, vi propongo in questa sede una selezione di 5 dei videogiochi che ho avuto il piacere di provare che più mi hanno colpita, anche se per fattori e caratteristiche molto differenti fra di loro.
Che siate appassionati dei videogiochi più moderni e più sperimentali o che siate dei videogiocatori old school, in questo articolo troverete qualche mio piccolo consiglio che spero possa aiutarvi a districarvi nella fitta giungla videoludica.
Di tutti i titoli che vi sto per presentare troverete la mia recensione qui su MangaForever, che sarà linkata direttamente nel titolo del gioco stesso, e una breve scheda riassuntiva.
Prima di iniziare, un’ultima, dovuta precisazione: quella che segue non è in alcun modo una classifica.
E ora bando alle ciance e andiamo al sodo: ecco qui di seguito la mia personale selezione dei 5 videogochi migliori da regalare per questo Natale 2019!
CONTROL
- Genere: sparatutto in terza persona, avventura dinamica
- Modalità: giocatore singolo offline
- Sviluppo: Remedy Entertainment
- Distribuzione: 505 Games
- Piattaforme: Microsoft Windows, PlayStation 4, Xbox One
- Data di uscita: 27 agosto 2019
- Consigliato a: amanti della sperimentazione, del paranormale e di storie coinvolgenti
Se avete mai provato titoli come Max Paine, Quantum Break o Alan Wake, allora sapete già di cosa è capace Sam Lake, il game designer di tutti questi questi titoli. Se non è così, potreste sempre iniziare a conoscere questo straordinario autore di videogiochi proprio con Control.
Caratterizzato da una ambientazione e una trama a dir poco surreali, in Control esplorerete ambientazioni in divenire insieme alla sua carismatica e tormentata protagonista Jesse Faden, interpretata dall’attrice Courtney Hope, la giovane nipote di Sally Spectra e sua omonima in Beautiful.
Il Federal Bureau of Control nasconde moltissimi misteri tutti da scoprire e narrati con uno stile inconfondibile e assolutamente coinvolgente, se amate questo genere di storie. Quanto al gameplay, si tratta di uno sparatutto in terza persona in cui però potrete alternare l’uso della vostra Arma di Servizio, trasformabile in diverse armi da fuoco con effetti e gittate differenti, a quello dei poteri cinetici di Jesse.
All’interno della Oldest House, come viene chiamato il quartier generale del Federal Bureau of Control, Jesse verrà in contatto con diversi impiegati che la aiuteranno a capire cosa stia succedendo lì e quali siano le cause di tutti quei fenomeni sovrannaturali che le si pareranno davanti.
Durante il suo viaggio, poi, Jesse troverà alcuni Oggetti del Potere (per ottenerli tutti, vi consiglio di svolgere anche le appassionanti missioni secondarie), i quali sono in grado di conferirle abilità cinetiche diverse che la aiuteranno non poco nel suo allucinante viaggio alla scoperta dei segreti custoditi dal FBC.
Visionario, intrigante, commovente, Control fonde insieme l’intensa narrativa di Sam Lake che tanto ricorda, a tratti, quella di Dadid Lynch, e un gameplay dinamico perfetto sia per chi ama gli sparatutto che per quelli come me che adorano stregonerie e poteri telecinetici, in una fusione complementare di entrambe le caratteristiche.
La distorsione della realtà così come la conosciamo fa di Control un videogioco talmente affascinante che che il Labirinto del Posacenere varrebbe da solo l’acquisto del titolo.
Al lancio purtroppo Control soffriva di diversi problemi tecnici che ne inficiavano la giocabilità, come una scorretta visualizzazione della mappa di gioco e animazioni poco fluide, il che mi costrinse a dargli solo un 8.5 come voto. Già, perché qui siamo di fronte a un videogioco che sfiora la perfezione.
INDIVISIBLE
- Genere: videogioco di ruolo d’azione, platformer
- Modalità: giocatore singolo offline
- Sviluppo: Lab Zero Games
- Distribuzione: 505 Games
- Piattaforme: PlayStation 4, Xbox One, Linux, MacOS, Microsoft Windows, Nintendo Switch
- Data di uscita: 11 ottobre 2019
- Consigliato a: amanti dei giochi di ruolo che fondono stile moderno e retrò
Il progetto di Indivisible nasce già nel 2015, e grazie a una campagna di crowdfunding è stato possibile realizzare questo titolo davvero unico e imperdibile.
Forte di una grafica in stile cartoon davvero molto accattivante (pensate che alcune animazioni sono state realizzate dallo Studio Trigger di Little Witch Academia e Kill la Kill), Indivisible unisce alla suddivisione dei personaggi in classi con abilità diverse, tipica dei giochi di ruolo, un gameplay action davvero sperimentale, il tutto all’interno del formato classico del platformer in 2D a scorrimento laterale e infarcito di mitologia religiosa.
La giovanissima protagonista Ajna imparerà sempre nuove abilità che la aiuteranno, insieme ai suoi nuovi amici che incontrerà strada facendo, a esplorare le diverse ambientazioni, mentre le fasi di combattimento hanno un sistema misto action / a turni in cui a ogni personaggio sono assegnate diverse combo effettuabili utilizzando principalmente il tasto a lui assegnato.
Indivisible ha una narrativa senza fronzoli che si perde pochissimo in chiacchiere e va dritta al sodo, coinvolgendo i giocatori anche con la narrazione, oltre che con il suo gameplay così divertente e appagante.
Indivisible è uno di quei videogiochi che vi farà ringraziare il cielo che ci sia ancora chi realizza platformer in 2D nel 2019, grazie alla sua perfetta fusione di elementi classici e moderni.
SHENMUE III
- Genere: avventura, simulatore sociale
- Modalità: giocatore singolo offline
- Sviluppo: Ys Net
- Distribuzione: Deep Silver (Koch Media)
- Piattaforme: PlayStation 4, Microsoft Windows
- Data di uscita: 19 novembre 2019
- Consigliato a: nostalgici degli anni ’90
Ben 18 anni dopo l’uscita del precedente capitolo della saga, Yu Suzuki è riuscito finalmente, anche lui grazie a una campagna di raccolta fondi online, a dare un terzo capitolo di Shenmue ai fan della serie cult nata su Sega Dreamcast.
Essendo trascorso così tanto tempo da Shenmue II, era lecito chiedersi se Suzuki avrebbe avuto intenzione di creare un titolo sfruttando al massimo la tecnologia attualmente disponibile o se invece avrebbe preferito creare un videogioco che fosse in continuità e coerente con i giochi precedenti della medesima saga.
Come era facile prevedere, e come la stragrande maggioranza dei fan di Shenmue voleva, il creatore della serie Yu Suzuki ha pensato bene di creare Shenmue III fingendo di essere alla fine degli anni ’90.
La grafica e il gameplay così old school, con tutti i loro difetti, conferiscono a Shenmue III una agrodolce nota nostalgica che non potranno non apprezzare i fan della serie e i videogiocatori di più veccia data.
Aiutare Ryo e Shenhua a indagare sui misteri della Cina rurale degli anni ’80 all’interno di location liberamente esplorabili: parlate con gli abitanti del posto, guadagnate denaro scambiando oggetti da collezione o premi vinti con i tanti giochi d’azzardo che troverete sparsi in giro, oppure datevi al lavoro manuale pescando, raccogliendo erbe selvatiche e spaccando legna, ma non dimenticate mai di allenarvi, se vorrete diventare degli abili combattenti di kung fu!
Tenete inoltre sempre d’occhio l’orologio in alto a destra: se avete un appuntamento a un certo orario, dopo non sarà più disponibile e dovrete attendere il giorno successivo.
Se avete giocato i titoli precedenti della serie o quel capolavoro assoluto che è Deadly Premonition, amerete alla follia Shenmue III e la sua aria così profondamente, sinceramente e nostalgicamente retrò.
CATHERINE FULL BODY
- Genere: light novel, simulatore sociale, puzzle-platformer
- Modalità: giocatore singolo offline e multiplayer online
- Sviluppo: Atlus
- Distribuzione: Atlus, Koch Media
- Piattaforme: PlayStation 4
- Data di uscita: 3 settembre 2019
- Consigliato a: chiunque
Correva l’anno 2011 quando il mercato videoludico ha visto la comparsa di Catherine, un titolo assolutamente fuori dagli schemi che unisce ben 3 differenti tipi di gameplay: a sezioni puramente narrative caratterizzate da alcune scene animate in computer grafica e altre in perfetto stile anime che fanno pensare alle light novel si alternano un simulatore sociale e un puzzle-platformer divertentissimo e fuori di testa.
Quest’anno, Atlus ha pubblicato Catherine Full Body, una edizione completamente rimasterizzata di questo incredibile videogioco. Nonostante il titolo, i giocatori non impersoneranno la supersexy Catherine, ma il povero Vincent, un ragazzo alle prese con le pressanti richieste di “sistemarsi” della sua fidanzata, Katherine.
Sarà proprio in un momento di crisi esistenziale molto acuta che Vincent incontrerà allo Stray Sheep, il locale che è solito frequentare con i suoi amici, Catherine, una giovane e provocante ragazza che sembra essere uscita direttamente dai suoi sogni più reconditi.
A destabilizzare ulteriormente il già fragile equilibrio mentale di Vincent ci sarà, in Catherine Full Body, anche Rin, un personaggio tutto nuovo creato appositamente per questa nuova edizione del gioco.
E se pensate che il malcapitato protagonista di questa bizzarra storia possa avere un attimo di pace almeno quando dorme, vi sbagliate di grosso: durante la notte, Vincent vivrà sempre il medesimo incubo, nel quale si ritrova seminudo con in testa un paio di corna e sotto il braccio il suo cuscino, e come se ciò non fosse già abbastanza grottesco dovrà affrontare una serie di sfide che costituiscono la sezione puzzle-platformer di Catherine Full Body.
Aiutate Vincent a sopravvivere ai suoi incubi notturni facendogli scalare illeso le torri che gli si pareranno davanti mentre gli franano sotto i piedi, tenendo inoltre presente che in alcune di queste ci sono anche dei Boss ai quali sfuggire.
Inoltre, Catherine Full Body muta il suo corso in base alle vostre scelte, il che si traduce nella presenza di ben 13 finali differenti.
Grazie a un gameplay divertente e sfaccettato, a una storia fuori dal comune e ricca di colpi di scena e alla presenza di personaggi carismatici e ironici, Catherine Full Body è un videogioco davvero unico che chiunque dovrebbe giocare almeno una volta nella vita. Non perdetevi questo capolavoro.
DEATH STRANDING
- Genere: avventura, azione
- Modalità: giocatore singolo offline e multiplayer asincrono online
- Sviluppo: Kojima Productions
- Distribuzione: Sony Computer Entertainment (PS4), 505 Games (Microsoft Windows)
- Piattaforme: PlayStation 4, PC
- Data di uscita: PS4: 8 novembre 2019; PC: 2020
- Consigliato a: amanti del cinema e dell’eplorazione libera in ampi spazi aperti
Concludiamo questa breve rassegna dei 5 migliori videogiochi da regalare per questo natale 2019 con un titolo (l’ennesimo di questa lista) non per tutti e davvero molto discusso.
Dopo la frattura con Konami che ha causato la morte del progetto Silent Hills da cui non mi sono ancora ripresa (per fortuna sulla mia PS4 ho ancora P.T.), il game designer che ha dato vita alla saga di Metal Gear, Hideo Kojima, ha fondato la software House Kojima Productions, il cui primo videogioco mai realizzato svincolata da Konami e come studio indipendente è proprio Death Stranding.
L’attesa per questo gioco è stata alimentata per lunghi mesi da dichiarazioni e brevi filmati nei quali a malapena si potevano intuire trama e gameplay, e c’è chi ne è rimasto davvero deluso. Tuttavia, Death Stranding è un videogioco davvero innovativo che dimostra di cosa sia capace Hideo Kojima quando è completamente libero di dare sfogo alla sua creatività.
Senza lo spettro di Konami, Kojima ha potuto realizzare il gioco che voleva come lo voleva, assumendosi in prima persona tutti i rischi connessi a questa scelta.
Chi conosce questo eccentrico game designer sa già che la frase di presentazione presente sul suo profilo ufficiale su Twitter recita testualmente: “Game Creator: 70% of my body is made of movies” (“Creatore di Giochi: il 70% del mio corpo è fatto di film“), il che spiega perfettamente come mai Death Stranding abbia un taglio così prepotentemente cinematografico e vanti la presenza nel suo cast di attori come Norman Reedus (nei panni del protagonista Sam Porter Bridges) e Mads Mikkelsen e di registi del calibro di Guillermo Del Toro e Nicolas Winding Refn.
Scopo di Sam è riconnettere le città degli Stati Uniti, ormai isolate le une dalle altre in seguito all’evento noto come Death Stranding, a causa del quale per qualche motivo il regno dei morti è venuto in contatto con quello dei vivi.
Death Stranding può essere giocato sia in modalità sigle player offline che in multiplayer asincrono online: in pratica, non vedrete mai nel vostro mondo altri giocatori, ma potrete influenzare a vicenda i vostri mondi: connettendo i diversi noti della Rete Chirale renderete visibili nella vostra partita le strutture costruite dagli altri giocatori, avendo anche la possibilità di migliorarle per il bene di tutti i corrieri come voi; naturalmente, anche gli altri giocatori potranno interagire con le vostre strutture e usarle, in perfetta armonia con il messaggio del gioco.
Sam è un corriere che dovrà andare da un punto all’altro degli Stati Uniti consegnando pacchi, sbrigando commissioni e scoprendo pian piano cosa sia davvero il Death Stranding. Non lasciatevi scoraggiare dall’apparente monotonia delle prime ore di gioco: l’attesa vi ripagherà di certo, e la storia alla base di Death Stranding vi lascerà con la bocca spalancata.
Una narrazione impeccabile, un comparto grafico impressionante e una colonna sonora di tutto rispetto sono i veri punti di forza di un gioco che però anche nel gameplay saprà stupirvi (non crederete davvero che dovrete solo portare in giro dei pacchi, no?).
In un mondo in cui si parla ancora di costruire muri e si elogia l’isolamento contro la collaborazione reciproca, Death Stranding si pone come perfetta antitesi a questo atteggiamento di chiusura mentale, esaltando la collaborazione fra i protagonisti del gioco e i giocatori stessi.