His Dark Materials – Stagione 1 | Recensione
Pubblicato il 2 Gennaio 2020 alle 16:00
La serie andrà in onda dal 1° gennaio 2020 con due episodi a sera su Sky Atlantic.
Titolo originale: His Dark Materials
Genere: drama, fantasy, futuro distopico
Episodi: 8
Durata: 50-60 minuti ca.
Creata da: Jack Thorne
Tratta dalla trilogia di: Philip Pullman
Cast: Dafne Keen, Ruth Wilson, Anne-Marie Duff, Clarke Peters, James Cosmo, Ariyon Bakare, Will Keen, Lucian Msamati, Gary Lewis, Lewin Lloyd, Daniel Frogson, James McAvoy, Georgina Campbell
Produzione: BBC Studios, Bad Wolf, New Line Cinema, Scholastic
Distribuzione: BBC | HBO | Sky Atlantic
Data di uscita Uk: dal 3 novembre 2019
Data di uscita Usa: dal 4 novembre 2019
Data di uscita Italia: dal 1° gennaio 2020
C’era grande attesa intorno a His Dark Materials la trasposizione televisiva della saga letteraria di Philip Pullman “Queste oscure materie”, in una co-produzione BBC e HBO senza precedenti, soprattutto dopo il “flop” del film del 2007 con Nicole Kidman, ora anche in Italia su Sky Atlantic con l’anno nuovo, con due episodi a settimana dal 1° gennaio.
La storia di Pullman è una grande metafora per qualcos’altro, con romanzi che sebbene siano stati premiati con l’Oscar della letteratura per ragazzi, affrontano temi adulti come la Religione e ciò che essa comporta con le proprie credenze a volte intoccabili. Romanzi che “crescono” insieme alla protagonista Lyra Belacqua via via che la storia prosegue, un po’ come accadeva con la saga letteraria di Harry Potter. Romanzi spesso criticati dalle associazioni cattoliche proprio per le ferme e “eretiche” posizioni che prendono contro la Religione.
Purtroppo nella trasposizione BBC ha scelto un target famigliare e questo ha necessariamente influito nello sviluppo produttivo rispetto ai “cugini” americani di HBO, costruendo quindi una storia maggiormente lineare, infantile e meno adulta, meno dark.
Fin dalla prima sequenza chi ha letto i romanzi rimarrà spiazzato per la scelta – proprio come nel primissimo film di Harry Potter – di optare per un prologo e uno spiegone che illustrano fin troppo agli spettatori, per permettere loro di seguire la storia senza troppi scossoni e senza dover unire troppo i puntini man mano che la vicenda si evolverà.
Questo purtroppo – complice la presenza nel cast di un nome come James McAvoy che quindi appare molto più di quanto dovrebbe, almeno all’inizio – è solo il primo di una serie di inutili e ridondanti altri spiegoni preferiti al ricostruire i pezzi del puzzle come si fa nei romanzi di partenza.
Un pregio della serie va proprio al casting però. Oltre al citato James McAvoy e alla giovane protagonista Dafne Keen, davvero perfetti nei propri ruoli sono Ruth Wilson (The Affair) e Lin-Manuel Miranda. La prima è la perfida Mrs. Coulter, dai piani misteriosi ai danni della protagonista e allo stesso tempo con lei diabolicamente amorevole, mai un capello fuoriposto ma dentro ricolma di sentimenti contrastanti; il secondo è Lee Scoresby, aeronauta di ventura avventuriero e necessario agli “eroi” protagonisti per spostarsi nella loro missione.
L’altro aspetto interessante del serial che quasi fin da subito viene svelato – e questo forse è un bene dato il poco appeal della linearità della storia per il pubblico più adulto, esigente e smaliziato – è il collegamento con il nostro di mondo, dato che la storia pare ambientata in un’universo alternativo al nostro, fantasy e fantastico, da un lato “antico”, dall’altro improntato su un futuro non proprio distopico.
His Dark Materials – Queste Oscure Materie non ha risparmiato, come dicevamo, in quanto ad ambientazioni ed effetti speciali, grazie ai due colossi produttivi dietro le quinte. Questo traspare nel risultato, soprattutto dei Daimon, i curiosi animaletti che accompagnano la vita di ognuno dei protagonisti di questo universo, e che hanno coi loro umani un rapporto viscerale: sono costantemente presenti, come nei romanzi, e mutevoli di forma nei bambini. L’altro grande lavoro di CGI è stato fatto con gli Orsi Corazzati, mentre le ampie scenografie soprattutto dell’impervio Nord in cui si avventurano i protagonisti, mantengono lo spirito inarrivabile ed effimero della controparte cartacea.
Un serial che quindi non sconsigliamo ma che può essere visto anche più distrattamente, a dispetto dell’impegno e del coinvolgimento che potevano essere necessari. Confidiamo però in una possibile “maturazione” con l’avvento della seconda stagione, già ordinata.
In Breve
Giudizio Globale
6.5