Vinland Saga 1×18: Fuori dalla culla | Recensione
Pubblicato il 24 Novembre 2019 alle 20:00
Mentre Thorfinn e Thorkell combattono fra di loro, Canute ha un profondo dialogo con un uomo di fede…
Autore originale: Makoto Yukimura
Studio di animazione: Wit Studio
Come spesso accade nell’anime di Vinland Saga, la puntata è divisa in due sezione drasticamente differenti fra di loro, anche se entrambe si svolgono su un campo di battaglia ed entrambe hanno come fulcro il principe Canute.
I’LL TAKE YOU DOWN
Iniziamo con la parte che di certo tutti gli spettatori di Vinland Saga stavano aspettando con più desiderio, a maggior ragione perché la scorsa settimana l’anime non è andato in onda: lo scontro fra Thorkell e Thorfinn.
Inizio subito con il dire che non sarà questo il fulcro della puntata, proprio come nella medesima sezione del manga originale scritto e illustrato da Makoto Yukimura, scelta, questa, che però non è stata particolarmente apprezzata da molti fan dell’anime.
Il punto qui però è il fatto che Vinland Saga non è uno shonen di combattimento, ma un seinen: dunque, i combattimenti non devono necessariamente il centro intorno al quale ruota la narrazione, ma spesso, anzi, sono sono funzionali proprio alla narrazione stessa.
Il cuore di questa meravigliosa opera non sono dunque gli scontri, che comunque hanno un ruolo molto importante e coreografie dinamiche, frenetiche e appassionanti, ma il racconto delle vicende personali dei suoi protagonisti, con un occhio di riguardo alla introspezione psicologica.
Per quanto ci si possano aspettare spargimenti di litri sangue in ogni singolo episodio di un anime basato sulla vita di un gruppo di Vichinghi, la vera, la grande forza di Vinland Saga sono la sua storia, la tecnica narrativa e l’introspezione psicologica dei suoi protagonisti.
Chiarito questo, noterete come Thorfinn sia in difficoltà contro un nemico così mastodontico come Thorkell: per sconfiggerlo, deve prima cercare di immobilizzarlo, magari recidendo qualche tendine qua e là.
Tuttavia, il figlio di Thors non è il solo ad avere qualche problema: gli stessi uomini di Thorkell sono infatti stupiti del fatto che quel ragazzino dallo sguardo truce stia dando così tanto filo da torcere a un combattente spietato e dalla forza disumana come il loro comandante.
Thorkell si era già scontrato con il figlio di quello che a suo stesso dire era un guerriero ben più forte di lui, per cui è davvero ansiosi di vedere se davvero nelle sue vene scorre il sangue del Troll di Jom.
Sia per via del loro precedente scontro che per rispetto nei confronti di Thors, Thorkell nutre molto rispetto per il suo giovane avversario, che ai suoi occhi è un vero guerriero, e non può tollerare alcun tipo di presa in giro rivolta a Thorfinn da parte dei suoi uomini
LA DEFINIZIONE DI AMORE
Il principe Canute è stato cresciuto da Ragnar, un uomo che non era suo padre, come se fosse stato suo figlio e che lo ha protetto fino al suo istante di vita. Il ragazzo ha uno sguardo spento, mentre guarda Bjorn combattere in berserker e del tutto privo del suo raziocinio.
La mente di Canute è tormentata da mille pensieri, uno dei quali è il suo desiderio di essere non un principe, ma un ragazzo normale: non ha scelto lui di essere figlio di un re che non nutre nemmeno affetto nei suoi confronti.
In questo momento di smarrimento, il giovane principe vorrebbe solo dormire; così, Canute fa un sogno, e non è difficile capire con chi si trovi a parlare brevemente in questa sua visione.
Al suo risveglio, avrà una conversazione con il monaco che è lì con lui sull’amore, e la definizione che gli verrà fornite fa davvero riflettere: quello di Ragnar per Canute non era amore, ma discriminazione.
Secondo questa visione, porre la vita di qualcuno al di sopra di quelle di tutti gli altri è proprio per questo una discriminazione nei confronti di chi non sia l’oggetto di questo sentimento erroneamente ritenuto amore.
Ma allora che cosa è l’amore? Se quello che crediamo amore è in realtà discriminazione, significa che non possiamo nutrire l’amore universale che professano i cristiani e che, dunque, appartiene solo a Dio.
Per quel monaco, l’essenza dell’amore è la morte: guardando un cadavere, dice a Canute che c’è più bellezza in lui che nei guerrieri che ancora combattono, ma questa frase ha un significato molto più profondo di quello che può sembrare.
Quel cadavere nutrirà molti animali e si trasformerà, quindi, in qualcosa che nutrirà la vita. E mentre tutto il creato di Dio è permeato del suo immenso amore, non ve n’è traccia nel cuore degli uomini, che si fanno amore solo nel momento della loro morte.
Ma anche gli uomini sono creature di Dio, per cui, se sono privi di amore, significa che Dio deve aver sbagliato qualcosa, oppure che vuole punirli con l’assenza del più nobile dei sentimenti.
In Canute, l’iniziale apatia si trasforma quindi prima in rassegnazione e poi in rabbia, e il mutamento repentino degli stati d’animo del principe è visibile sia nel suo volto che nelle sue azioni. Ora, qualcosa in Canute è cambiato per sempre.
Quando Bjorn si dirigerà verso di lui ancora in berserker, Canute non indietreggerà di un passo, ma si rivolgerà a lui con grande fermezza. Ma si sta rivolgendo proprio a lui?
Canute in realtà urla in faccia a Dio che è stanco delle sue prove, e che né lui, né gli altri uomini hanno più bisogno del suo Paradiso, perché ne abbiamo uno proprio qui, sulla Terra, e ora il desiderio di Canute è proteggerlo.
Quindi la perdita di fede, in questo caso, non solo non è un male, ma contribuisce enormemente alla epifania di Canute.
L’intera prima stagione di Vinland Saga è distribuita qui da noi in Italia da Amazon Prime Video.
In Breve
Voto complessivo
9.2