I 7 mangaka più ritardatari di sempre
Pubblicato il 25 Novembre 2019 alle 12:00
Il lavoro del mangaka, lo sappiamo, è estenuante. Fatto di scadenze rigidissime e tabelle di lavoro infernali. Completare per tempo il nuovo capitolo della propria opera è qualcosa che non tutti riescono a sopportare sia mentalmente che fisicamente.
Quando il lavoro è troppo, la malattia sopraggiunge, il desiderio di vacanza si fa sentire o semplicemente si è raggiunto il punto di rottura ecco che bisogna interrompere il manga che viene messo in pausa. Alle volte lo stop dura qualche settimana altre di più.
Poi ci sono quegli autori che con le pause ci vanno a nozze. Le loro opere sono ferme da mesi, forse anni, il ritmo con cui rilasciano capitoli è insignificante, tanto da far perdere le speranze ai fan di riuscire a vedere una degna conclusione per i manga che hanno tanto apprezzato.
Non è un caso se questi personaggi vengono definiti gli imperatori (ovvio richiamo a One Piece) della pausa.
Gosho Aoyama – Detective conan
Giunto ormai a oltre 1000 capitoli, Detective conan è uno dei manga più longevi in circolazione. La dedizione del suo autore è ammirevole. Per anni ha continuato a disegnare senza fermarsi, ma anche lui ha dovuto mollare ad un certo punto.
Le pause hanno cominciato a diventare più frequenti fino ad arrivare a fermi lavorativi di mesi. Le avventure del giovane detective sono ben lontane dall’essere vicine ad una conclusione, ma una fine è quella che ogni manga degno di nota deve avere prima o poi.
Adachitoka – Noragami
Pochi avrebbero scommesso 5 yen su Noragami… beh, in molti abbiamo perso la scommessa. Lo stile della mangaka unito a personaggi veramente ben strutturati e a una storia che convince hanno fatto ricredere molti scettici.
Per questo motivo è stato un grande dolore scoprire che Noragami è entrato in pausa a causa di una grave malattia del suo autore. Per fortuna dopo pochi mesi tutto si è sistemato e, fatta eccezione per qualche stop qui e là, la serializzazione procede normalmente.
Katsura Hoshino – D Gray Man
Gemma nascosta o prodotto decisamente sopravvalutato? L’eterna diatriba che è legata indissolubilmente a D gray man. Nonostante un buon adattamento anime, la saga non è mai riuscita a decollare, complice probabilmente i lunghissimi periodi di pausa tra una saga e l’altra.
Fin dagli esorsi Hoshino ha avuto difficoltà a rispettare le incessanti tabelle di marcia che il suo lavoro prevede. I lunghi stacchi a metà della saga non hanno fatto bene alla sua opera.
Akihito Tsukushi – Made in Abyss
Si è trattato di un fulmine a ciel sereno. Il manga ha sicuramente degli ottimi elementi, ma è solo grazie all’adattamento animato, a cui sono seguiti anche dei film, se la fama di Made in Abyss è schizzata alle stelle.
Fama che non ha spronato del tutto il suo autore, la cui serializzazione mensile ha avuto ben più di qualche incidente di percorso. Sperare in una seconda stagione dell’anime senza sufficiente materiale è inutile.
Eichiro Oda – One piece
Sono lontani i tempi in cui il giovane One piece non saltava nemmeno una settimana di serializzazione. Lo diciamo a malincuore, da fan di una delle opere più monumentali che sia mai stata realizzata. Si potrebbero fare migliaia di speculazioni sui motivi che obbligano Oda a prendersi settimane di pausa.
Il motivo più semplice, e forse quello reale, può essere la fatica. Dopo decine di anni passate e disegnare ininterrottamente la sua opera, il fisico del mangaka ne sta risentendo. Le pause fanno male, soprattutto in certi momenti della storia, ma nulla si può obiettare a Oda in quanto ha più volte dichiarato che è disposto a morire pur di finire One piece.
Kentaro Miura – Berserk
La genesi di Berserk è stata abbastanza lineare, fatta eccezione per qualche settimana qui e là, le uscite dei capitoli erano abbastanza regolari. Nei primi anni del 2000 si sono visti i primi cedimenti, che anno dopo anno sono diventati sempre più evidenti.
Quasi anni interi senza rilasciare un capitolo e anche se quando questi rarissimi eventi accadono fanno sempre molto scalpore, ormai sperare di vedere finite le avventure di Guts e compagnia sembra un’utopia. Nemmeno pessimi adattamenti animati possono lenire questa ferita.
Yoshihiro Togashi -Hunter x Hunter
Correva l’anno 1998 quando sulle pagine del weekly shounen jump compariva il primo capitolo di Hunter x Hunter. A pochi anni dal successo di Yu degli spetti c’era grande attesa per il nuovo lavoro del mangaka. Sono bastati pochi capitoli per far capire a chiunque che Hunter x Hunter sarebbe stata un’opera degna di rispetto.
Tutto bellissimo se non fosse che in oltre venti anni il numero di capitoli usciti è irrisorio. A causa delle continue interruzioni, in parte dovute alla malattia, altre per chissà quali motivi, anche i più resistenti hanno ormai perso le speranze. Leggere e seguire Hunter x Hunter è diventata impossibile a causa delle numerosissime pause dell’autore.