Days of Hate Atto Secondo di Ales Kot e Danijel Žeželj | Recensione
Pubblicato il 14 Novembre 2019 alle 10:00
“Ma le rivoluzioni solitamente iniziano con il terrorismo.”
Autori: Ales Kot (testi), Danijel Žeželj (disegni), Jordie Bellaire (colori)
Casa Editrice: Eris Edizioni
Genere: distopico?
Provenienza: USA
Prezzo: € 17, 16×24, pp. 168, col., B.
Data di pubblicazione: 31 ottobre 2019
Con l’avvento di Lucca Comics and Games 2019, Eris Edizioni ha dato alle stampe il secondo e conclusivo volume di Days of Hate tragedia distopica firmata dal “politicizzato” Ales Kot e dal disegnatore Danijel Žeželj.
Nel primo abrasivo volume – la nostra recensione QUI – ci era stata presentata l’America del 2022 dove le forze reazionarie, la supremazia bianca e le forze xenofobe era saldamente al potere e dove non c’era c’è spazio per la diversità di alcun tipo.
Uno distopia in bilico fra uno stato di polizia ed un regime totalitario governato dal fanatismo socio-religioso dove Amanda aveva formato una cella terroristica che in viaggio on the road attraverso gli USA cercava di destabilizzare il potere con atti plateali raccogliendo proseliti.
Parallelamente avevamo assistiamo all’arresto di Huian Xing, una donna sino-americana, che durante il suo interrogatorio rivela essere la ex-moglie Amanda. Le due donne erano sposate ma l’aborto alla vigilia del cambio di rotta del paese le aveva irrimediabilmente allontanate.
L’agente Peter Freeman aveva cercato così di ottenere informazioni preziose da Huian forte proprio di questo odio.
In questo Days of Hate Atto Secondo quindi sappiamo che le due donne lavorano separatamente, e soprattutto con metodi molto diversi, per far risvegliare il paese.
Huian seduce e intrattiene una relazione con Freeman mentre Amanda è pronta ad un gesto estremo. La morsa intorno ai terroristi, e quindi alle due donne, è sempre più stretta per questo bisogna agire.
Huian colpisce duro Freeman mentre Amanda è pronta all’ultimo, estremo gesto… forse il più plateale di tutti. Questi atti sono mera teatralità, le due donne hanno a modo loro già sconfitto il sistema, un sistema destinato a cadere a causa della sua stessa inadeguatezza come dirà la stessa Huian a Freeman.
Se con Days of Hate Atto Primo Ales Kot aveva per forza di cose dovuto costruire questa terrificante distopia – terrificante perché dannatamente possibile e vicinissima – con Days of Hate Atto Secondo sono la tensione e la paranoia a regnare sovrane riassumendo idealmente quello che l’autore di origini ceche vuole dirci con la citazione di apertura del capitolo sette ovvero “Ma le rivoluzioni solitamente iniziano con il terrorismo.”
Days of Hate Atto Secondo è un libro sovversivo ma non perché di fatto ruota intorno a due atti di terrorismo veri e propri – una bomba e un imminente mass shooting – quanto piuttosto perché fa di quegli atti meri spauracchi della vera sovversione che è insita nelle “crepe” di un sistema fondato sull’odio e che trova nelle sue contraddizioni, mascherate e mal celate, la sua stessa sconfitta.
L’irreprensibile agente che ha una relazione extra-coniugale pur cercando di mantenere l’immagine del buon padre di famiglia – con tanto di torbido segreto – è il segnale della sconfitta, dell’erosione lenta ma inesorabile, brutalmente ironica di qualcosa destinato a morire anzi che sta già morendo.
In questo senso Kot non ha bisogno di una eccessiva verbosità ma preferisce lasciare, come già fatto a tratti nel primo volume, ampio spazio di movimento all’ottimo Danijel Žeželj che illustra il tutto con il suo tratto spigoloso questi capitoli finali giocando molto sulle inquadrature, sugli sguardi e sulla prossemica – fondamentale soprattutto nelle parti con protagonisti Huian e Freeman – mentre il senso di oppressione è dato da inquadrature dall’alto che nascondono svastiche e un uso della luce crepuscolare che aumenta invece il senso di clandestinità e di tensione.
Days of Hate è un’opera da leggere, rileggere e far leggere nelle scuole e in certi circoli del fumetto perché la dimensione politica di questo medium può, e deve, essere sì militante ma anche riflessiva, sovversiva e lucidamente “distaccata”.
Eris Edizioni confeziona un agilissimo brossurato dall’ottima cura carto-tecnica e resa grafica. Scorrevoli sia adattamento che traduzione. Non ci sono contenuti extra se non una pagina di letture consigliate dallo stesso autore Ales Kot.
In Breve
Storia
8.5
Disegni
8.5
Cura Editoriale
8.0
Sommario
Days of Hate Atto Secondo è un libro sovversivo ma non perché di fatto ruota intorno a due atti di terrorismo veri e propri - una bomba e un imminente mass shooting - quanto piuttosto perché fa di quegli atti meri spauracchi della vera sovversione che è insita nelle "crepe" di un sistema fondato sull'odio e che trova nelle sue contraddizioni, mascherate e mal celate, la sua stessa sconfitta.
Days of Hate è un'opera da leggere, rileggere e far leggere nelle scuole e in certi circoli del fumetto perché la dimensione politica di questo medium può, e deve, essere sì militante ma anche riflessiva, sovversiva e lucidamente "distaccata".