Dylan Dog 398 – Chi muore si rivede | Recensione
Pubblicato il 10 Novembre 2019 alle 15:00
Autori: Paola Barbato (soggetto e testi), Armitano (disegni)
Genere: Horror
Formato: 16×21 cm, b/n, 96 pagine
Casa editrice: Sergio Bonelli Editore
Data di pubblicazione: 29/10/2019
La morte che torna, la morte padrona, la Morte che con l’arrivo della Meteora sta facendo gli straordinari. Tra chi viene intaccato da strani virus poco speranzosi, chi impazzisce e finisce in un angolo di Londra, chi scappa nello spazio, c’è anche chi ne approfitta per regalare gli ultimi istanti di vita esaudendo i propri desideri.
In “Chi muore si rivede” nasce Funny Die, l’azienda capace di venderti la morte dei tuoi sogni. Hai sempre desiderato correre in un prato fantastico, vestito da marinaretta in mezzo agli unicorni? Funny Die esaudisce il tuo desiderio (dietro congruo pagamento), ponendo fine alla tua vita nel momento in cui sei più spensierato.
Dylan viene a conoscenza della casa della morte grazie a April, la sua attuale fidanzata, che vuole a tutti i costi morire come piace a lei, e cerca di convincere anche lui. Mentre lei cerca il modo di poter scegliere la sua morte, Dylan indaga su questa follia semi-collettiva, cercando di limitare morti inutili e vendicative. Tornano vecchie conoscenze, tra le quali Lauren (DyD n.349) e Sherilee (DyD n.245), entrambe “figlie” dell’autrice Paola Barbato.
Continuano a chiudersi buchi narrativi aperti decine di albi prima, in attesa del tanto annunciato matrimonio dell’anno.
FAKE
Dopo il graphic novel Mani nude, la coppia Barbato – Armitano approda per la prima volta insieme sulle pagine della serie regolare di Dylan Dog. E, come un pezzo di puzzle che si incastra perfettamente con il suo corrispettivo, la sceneggiatrice e il disegnatore sono una coppia artistica tra quelle che ci piacerebbe vedere almeno un’altra volta sulle pagine della serie.
Più si va nel profondo, più l’abisso diventa melmoso e oscuro. Per rappresentare graficamente il senso di perdizione dell’animo umano, in questo albo, ormai prossimo alla Meteora, le matite e le chine sono state affidate ad Armitano. Le sue ombre tagliano nettamente i volti dei personaggi e appiattiscono in maniera spigolosa gli stacchi tra bianco e nero. Verso le ultime tavole, durante le scene di pioggia, le gocce d’acqua che scendono dal cielo cercano di nascondere scene di brutali omicidi, degne di un capitolo a caso di Sin City.
CIÒ CHE DI MALVAGIO NASCE DAL CUORE
L’ “eterna dylaniata” Barbato gioca sempre carte nuove. Tra le altre, stavolta sceglie di esaudire i desideri dei vari vecchi nemici di Dylan, che lo vogliono vedere morto o sofferente, in seguito all’uccisione dei suoi amici più cari. Non fa mancare scene splatter e momenti di horror puro, che fanno accapponare la pelle dei lettori.
Insomma, prima di lasciare le redini della chiusura del ciclo in mano a Roberto Recchioni e rivederci in uno dei prossimi numeri post-Meteora, Barbato mette insieme alcuni dei cattivi incontrati in albi precedenti e, come in uno spettacolo sanguinolento di fuochi artificiali, fa “esplodere” tutta la sua abilità narrativa in un tripudio di sangue, vendetta e giustizia.
Ultima, ma non meno importante, la copertina di Gigi Cavenago, dai toni brillanti e dai colori contrastanti. Una cover “divisa a metà” che richiama una scena all’interno dell’albo, dove Dylan non riesce a essere più di un semplice spettatore di un omicidio ben pagato.
In Breve
Storia
8
Disegni
8
Cura Editoriale
8
Sommario
Tutt’intorno all’Indagatore dell’Incubo si succedono eventi sempre più apocalittici, compreso il ritorno in scena di due figure che non si sono risparmiate nel dargli filo da torcere, in passato. La pista di Dylan Dog incrocia di nuovo quella di Nora Cuthbert e Gus per la resa dei conti finale.