One Piece: le 10 morti più strazianti

Pubblicato il 20 Gennaio 2020 alle 12:00

One Piece è, senza ombra di dubbio, uno dei più grandi manga mai scritti. Grazie allo stile inconfondibile con il quale il suo creatore Eiichiro Oda ha dato vita alla storia fino a questo momento, non si può fare a meno di apprezzare il fatto che questa includa al suo interno una gamma vastissima di elementi.

Per fare solo qualche esempio, in One Piece è possibile ritrovare tematiche come il racconto di una grande avventura per mare (in cui è chiaramente visibile come fonte di ispirazione uno dei più grandi poemi epici greci, l’Odissea attribuita a Omero e datata VI secolo a.C.) e combattimenti esagerati, quasi eccessivi (e in questo la fonte di ispirazione, per ammissione dello stesso Maestro Oda, è quello che viene all’unisono considerato come lo shonen di combattimento per eccellenza, quel Dragon Ball di Akira Toriyama che così tanti manga ha influenzato fin dalla sua prima pubblicazione, nel 1984).

Naturalmente, non possono mancare anche le morti di alcuni personaggi che hanno lasciato cicatrici emotive indelebili nei cuori degli appassionati di One Piece. Come sappiamo bene, Eiichiro Oda non ama in modo particolare far morire i propri personaggi, siano essi villain o “eroi”, ma quando lo fa, lo fa in grande stile, in un modo così eclatante ed epico da far venire i brividi perfino agli appassionati di George R. R. Martin, abituati a veder morire una serie lunghissima di personaggi più o meno amati.

Coloro che perdono la vita in One Piece, però, non muoiono mai per pura fatalità: la loro scomparsa è infatti sempre funzionale alla narrazione, diventando, dunque, fondamentali per lo svolgersi della trama stessa.

Per questo, One Piece include molte morti a dir poco strappalacrime, alcune delle quali costituiscono dei veri e propri traumi per i suoi innumerevoli fan.

Ecco quindi elencate qui di seguito le dieci morti più emozionanti di One Piece, che hanno letteralmente fatto a pezzi i nostri cuori.

BELLMER

Bellmer (Katakana: ベルメール; Romaji: Berumēru; traslitterazioni: Bell-mère, Bellmer) era una ex ufficiale della Marina, nonché madre adottiva di Nojiko e Nami.

Ha vissuto nel villaggio di Coco (Katakana: ココヤシ; Romaji: Cocoyashi; traslitterazioni: Cocoyashi, Coco) con le sue due figlie adottive fino al giorno della sua morte, sopraggiunta quando aveva solo 30 anni.

Un giorno, Arlong, l’Uomo-Pesce che spadroneggiava nel villaggio, si recò da lei per chiederle denaro in cambio della propria vita (Arlong non sapeva dell’esistenza di Nami e Nojiko). La tassa richiesta era di ben 50.000 Berry per ogni bambino e 100.000 Berry per ogni adulto.

Bellmer possedeva soltanto 100.000 Berry e, poiché Arlong non aveva ancora visto le due ragazze, la donna avrebbe potuto scegliere di impiegare quel denaro unicamente per salvare se stessa. Ma non andò affatto in questo modo…

Armatasi di un incredibile coraggio e di uno spirito protettivo genitoriale davvero esemplare, Bellmer dichiarò che i suoi 100.000 Berry avrebbero salvato non la sua vita, ma quelle delle sue due bambine; in seguito a questa scelta, Bellmer è morta a causa di un colpo di pistola sparato dallo stesso Arlong.

Bellmer ha scelto di sacrificare la propria vita perché amava a tal punto le sue due bambine da non sopportare l’idea di non definirsi la madre di Nojiko e Nami, così, un attimo prima della sua morte, con un sorriso orgoglioso, ha dichiarato il proprio infinito amore per le sue due ragazze.

SCARLETT

Scarlett (Katakana: スカーレット; Romaji: Sukāretto; traslitterazione: Scarlett, Scarlet) era  la figlia maggiore di Riku Dold III, un tempo re di Dressrosa e in seguito ritenuto un traditore dell’isola per via delle malefatte del Demone Celeste, Don Quixote Do Flamingo.

Dopo essersi innamorata di Kyros, si trasferì in un luogo al di fuori dal regno dove condusse felicemente la sua vita, fino a quando la cosiddetta Family di Do Flamingo (si tratta dei suoi alleati, dunque è una famiglia acquisita) decise di prendere nuovamente possesso con la forza di quello che un tempo era un dominio del padre di Doffy.

Uno dei membri della Family è Sugar, una ragazza con l’aspetto di una bambina, effetto collaterale, questo, del suo Frutto del Diavolo, l’Hobby Hobby no Mi, considerato fra i più crudeli in assoluto fra quelli creati dalla fantasia del Maestro Eiichiro Oda.

Usando il potere di Sugar, il marito di Scarlett fu trasformato in un giocattolo, ma l’effetto più devastante per chi subisce questa terribile sorte è un altro: quando le persone vengono toccate da Sugar (è infatti il contatto fisico diretto che scatena questo potere), non solo si perdono le proprie fattezze umane, ma viene anche cancellato qualsiasi ricordo che le riguardi dalle menti di coloro che le conoscevano. Così, la donna dimenticò persino di essersene mai innamorata.

Dopo essere stata in fuga da Diamante per due giorni, Scarlett andò a comprare il pane per sua figlia affamata, Rebecca, e fu in quella occasione che le hanno sparato al petto. I suoi ultimi momenti sono stati trascorsi tra le braccia della forma giocattolo di Kyros.

La scena è a dir poco struggente: mentre Scarlett non riconosceva nemmeno l’uomo tra le braccia del quale stava morendo come il suo amato, il dolore immenso di Kyros per la morte imminente della donna che amava venne acuito non soltanto dal fatto che Scarlett non era in grado di riconoscerlo, ma anche dalla sua impossibilità, dettata proprio dal fatto di essere un soldatino giocattolo, di sentire il calore che lasciava il suo corpo mentre esalava il suo ultimo respiro, alla giovane età di 25 anni.

FISHER TIGER

Una delle persone più eroiche dell’intero mondo di One Piece, Fisher Tiger (Katakana: フィッシャー・タイガー; Romaji: Fisshā Taigā) era un ex schiavo che fuggì dalle grinfie dei Draghi Celesti, restituendo al contempo la libertà a molti altri schiavi, inclusi alcuni esseri umani. Anche se voleva fidarsi di loro, venne da questi tradito anche quando salvò la vita di Koala, una schiava umana, riportandola a casa sana e salva; in seguito, Koala si è unita all’Armata Rivoluzionaria capeggiata da Monkey D. Dragon.

Gli abitanti del villaggio di Koala, però, lo vendettero ai Marines, i quali gli tesero un’imboscata e gli spararono diverse volte; l’unico modo per salvarlo era una trasfusione di sangue umano. A causa però dei forti pregiudizi maturati nel corso di tanti anni, Tiger rifiuto questo tipo di trasfusione, non perché fosse una persona malvagia, ma perché non poteva sopportare l’idea di essere in qualche modo debitore a quegli stessi esseri umani che più volte lo avevano tradito.

Nonostante ciò, durante i suoi ultimi momenti, Fisher Tiger ha scommesso sulla prossima generazione di umani, rendendosi conto che alla fine il cambiamento sarebbe arrivato. Quando morì, Fisher Tiger aveva 48 anni.

DON QUIXOTE ROSINANTE / CORAZON

Ex Drago Celeste, figlio di Don Quixote Homing e fratello di Do Flamingo, Don Quixote Rosinante (Katakana: ドンキホーテ・ロシナンテ; Romaji: Donkihōte Roshinante) era l’esatto opposto del malvagio fratello.

Dopo la morte di suo padre per mano di Doffy, Rosinante fu trovato da Sengoku, che lo portò nei Marines. Come doppio agente, forniva costantemente ai Marines tutte le informazioni che aveva su suo fratello, fino al giorno in cui incontrò Trafalgar D. Water Law.

Per salvare il bambino dalla sindrome del piombo ambrato che lo stava uccidendo, ha rischiato la vita più volte e si è messo letteralmente contro il mondo intero, pur di vedere il bambino vivere.

Questo principalmente perché Law era già fortemente segnato a causa di un passato orribile (la sua famiglia era morta a Flevance, la Città Bianca, proprio a causa dello stesso piombo ambrato che stava uccidendo anche lui), e Rosinante non poteva vederlo soffrire ancora.

Tradendo suo fratello, e perfino i Marines, Rosinante decise di salvare la vita di Law facendogli mangiare l’Ope Ope no Mi, destinato in principio da Doffy proprio a suo fratello perché desiderava che quest’ultimo lo usasse su di lui per dargli la vita eterna (Do Flamingo infatti non sapeva che Rosinante aveva già mangiato un Frutto del Diavolo, il Nagi Nagi no Mi).

Rosinante morì quando aveva soltanto 26 anni per mano del suo stesso fratello, ma ciò che rende assolutamente devastante questo evento è anche il modo in cui è avvenuto: Rosinante fece nascondere Law utilizzando il proprio potere per insonorizzare il nascondiglio, in modo da impedire che Do Flamingo scoprisse il bambino.

Orgogliosamente, e ben conscio che avrebbe dovuto sacrificare la propria vita per salvare quella dell’indifeso bimbo, Rosinante ammise di avergli fatto mangiare il Frutto Ope Ope no Mi per non farlo morire nel giro di tre anni a causa della terribile malattia che lo aveva colpito.

Infuriato, Do Flamingò non esitò a uccidere un altro suo familiare, sparandogli contro diversi colpi di piastola, ma ciò che non sapeva era che il piccolo Law assistette a tutta la scena.

Poco prima di esalare il suo ultimo respiro, Rosinante decise di fare un ultimo, toccante regalo al piccolo Law: lasciarli il ricordo del suo volto sorridente, seppur ricoperto di sangue, mentre gli dice che gli vuole bene.

DOTTOR HIRILUK

Hiriluk (Katakana: ヒルルク; Romaji: Hiruruku; traslitterazioni: Hiriluk, Hillk) un tempo era stato un ladro il quale soffriva di una malattia cronica, ma che era in qualche modo curabile dai fiori di ciliegio.

Da allora, ha dedicato la sua vita a curare altre persone che vivevano sull’isola di Drum dalle loro malattie. Per Hiriluk, Chopper era come un figlio che aveva bisogno di protezione. Allo stesso modo, Chopper si è preso cura di lui profondamente e gli ha persino portato un fungo che credeva potesse curare tutte le malattie.

All’insaputa di Chopper, però, quel fungo era avvelenato, ma Hiriluk lo mangiò comunque, pur sapendolo, per amore di Chopper, che tanto si era dato da fare per raccoglierlo. Morì a 68 anni.

Una delle citazioni più celebri e memorabili di tutta l’opera di Eiichiro Oda appartiene proprio a questo straordinario personaggio:

Lo sapete voi quand’è che un uomo muore davvero? Non quando il suo cuore viene raggiunto da un proiettile… e nemmeno quando viene colpito da una malattia incurabile… e nemmeno quando mangia un fungo velenoso! Muore veramente soltanto quando viene dimenticato da tutti“.

PEDRO

Pedro (Katakana: ペドロ; Romaji: Pedoro) era un Visone originario dell’isola itinerante di Zo, nonché uno dei guardiani di Nekomamushi. Ha seguito i Pirati di Cappello di Paglia nel loro viaggio per recuperare Sanji da Whole Cake Island e rubare il Road Poignee Griffe (si tratta di pietre speciali sulle quali sono incise le indicazioni per raggiungere l’isola di Raftel, sulla quale dovrebbe essere nascosto, da qualche parte, il One Piece) di Big Mom.

Dopo essere riuscito con successo a portare a termine i suoi obiettivi, Pedro ha sacrificato la sua vita in modo che i Mugiwara potessero fuggire incolumi da Whole Cake Island. Per liberare Sunny dalla caramella che la imprigionava, Pedro si fece esplodere, perdendo la vita a 32 anni.

Riponendo tutta la sua fiducia in Luffy, sentiva che lasciarlo partire da Whole Cake Island era di fondamentale importanza perché credeva che Cappello di Paglia fosse l’uomo che avrebbe portato il mondo in una nuova era.

GOING MERRY

Soltanto un autore eccezionale e così fuori dal comune come Eiichiro Oda avrebbe potuto spezzare il cuore degli appassionati della sua opera rendendo epica e memorabile persino la fine di un oggetto inanimato come una nave.

Come molto spesso accade in One Piece, la distruzione della Going Merry si è resa necessaria sotto un punto di vista strettamente narrativo per poter fornire ai Pirati di Cappello di Paglia una nuova imbarcazione più grande, potente e robusta con la quale affrontare le sue nuove avventure.

La Going Merry (Katakana: ゴーイング・メリー; Romaji: Gōingu Merī) è stata infatti la prima nave (per essere precisi, si trattava di una caravella) dei pirati capitanati da Monkey D. Luffy; venne donata loro in dono da Kaya, ragazza originaria di Shirop e amica di Usopp.

Dopo aver navigato in lungo e in largo accompagnando i Mugiwara in tante avventure, alla fine la Going Merry ha dovuto essere sostituita perché una riparazione non era più possibile.

A Water 7, la nave fu infine abbandonata. Tuttavia, il suo spirito si manifestò e salpò un’ultima volta per salvare i suoi amici da Enies Lobby. Dopo aver raggiunto il suo obiettivo, Luffy ha dato fuoco alla nave in una sorta di funerale, pur con il cuore pesante, e l’intero equipaggio le ha riconosciuto tutti i meriti per ciò che aveva fatto per loro.

Poco prima di terminare la propria esistenza, La Merry ha ringraziato i suoi compagni per tutti i momenti felici trascorsi insieme.

PIRATI RUMBAR

Ricordo ancora perfettamente il momento in cui scoprii la triste vicenda di cui sono stati protagonisti Brook e la sua vecchia ciurma, e ancora oggi questa storia resta fra le più strazianti dell’intero manga scritto e illustrato dal Maestro Eiichiro Oda.

I Pirati Rumbar (Giapponese: ルンバー海賊団; Romaji: Runbā Kaizokudan) erano un equipaggio che navigava nei mari circa 50 anni prima dell’inizio di One Piece. Prima di entrare nella Grand Line, hanno promesso a Laboon, la loro amica balena che li accompagnò a lungo nei loro viaggi quando era ancora piccola, che sarebbero tornati da lui a qualsiasi costo. Sfortunatamente, la Grand Line fu molto crudele con loro, e metà dell’equipaggio morì a causa di una malattia incurabile.

L’altra metà ha vagato per il triangolo di Florian per anni, fino a quando questi pirati non furono attaccati da armi velenose. Uno dopo l’altro, morirono tutti, ma non prima di esibirsi per l’ultima volta per Laboon, che non avrebbero mai più potuto rivedere.

Brook incise questa ultima esibizione musicale dei Pirati Rumbar su un Tone Dial con lo scopo di farla ascoltare un giorno a Laboon, mantenendo così in qualche modo la promessa fattagli di tornare da lui.

Il brano che eseguivano era il classico Bink’s no Sake, canzone che Brook ama ancora suonare perché gli riporta alla mente il caloroso ricordo dei suoi vecchi compagni.

A rendere tutto questo ancor più drammatico è il fatto che Brook fu costretto a vedere morire i suoi amici davanti ai propri occhi nella più completa impotenza: egli infatti aveva mangiato un Frutto del Diavolo, lo Yomi Yomi no Mi, la cui caratteristica principale è la facoltà di riportare l’anima di chi lo ha mangiato all’interno del proprio corpo, una volta sopraggiunta la morte.

Brook è quindi morto insieme ai suoi compagni, ma venne riportato in vita dal suo Frutto, e fu costretto a vagare per mare per molti, lunghi e solitari anni, prima di essere trovato e in seguito accolto nella sua ciurma da Luffy a Thriller Bark, dove ora i Pirati Rumbar riposano in pace sotto una lapide costruita in loro onore da Franky.

EDWARD NEWGATE / BARBABIANCA

La Saga di Marineford costituisce ancora oggi l’apice narrativo di tutta la storia di One Piece, insieme alla saga precedente, quella di Impel Down; entrambe sono incentrate sul salvataggio di Portgas D. Ace, uno dei fratelli maggiori adottivi di Luffy (insieme a Sabo), il quale venne consegnato alla Marina da Marshall D. Teach, meglio conosciuto come Barbanera, e in seguito condannato a morte.

Ace era amato come un figlio dal suo Capitano, che non esitò un attimo a recarsi a Marineford nel tentativo di salvargli la vita.

Conosciuto anche come l’uomo più forte del mondo (al momento attuale, questo titolo appartiene a Kaido delle 100 Bestie), Edward Newgate (Katakana: エドワード 二ューゲート; Romaji: Edowādo Nyūgēto) prese parte alla Guerra dei Vertici per salvare Portgas D. Ace.

Anche se Ace era in realtà il figlio del suo rivale Gol D. Roger, Barbabianca considerava lui e tutti gli altri membri dell’equipaggio i suoi figli: quando da giovane gli venne chiesto quale fosse il suo sogno, fece scoppiare a ridere i suoi interlocutori quando disse che tutto ciò che voleva era una famiglia.

A Marineford, Barbabianca è riuscito a liberare Ace grazie all’aiuto dei suoi figli, di alcuni detenuti fatti evadere da Luffy da Impel Down e dello stesso Luffy.

Tuttavia, quando Ace ha finito per sacrificarsi per suo fratello in un atto di protezione, Barbabianca ha sfidato i Marines da solo, e ha lasciato che i suoi figli scappassero per mettersi in salvo.

Dopo aver sconfitto Akainu, Barbabianca fu colpito centinaia di volte dai Pirati di Barbanera. Qualche istante prima di morire, proprio come Roger, dichiarò che il One Piece esisteva davvero.

La scomparsa di Edward Newgate ha sancito definitivamente la fine di un’epoca della pirateria, aprendo al contempo le porte a tutta una nuova generazione di pirati e, di conseguenza, alla loro era.

La morte di questo personaggio è stata la più epica e gloriosa di tutta l’opera di Oda, che lo ha glorificato descrivendola con le parole seguenti:

Quando, all’età di 72 anni e durante la sua ultima ed ennesima battaglia, Barbabianca esalò il suo ultimo respiro, il suo corpo non crollo a terra, ma rimase immobile ed eretto sulle sue stesse gambe.

Persino dopo la morte la sua figura restava in piedi, e continuava a incutere timore e angoscia ai suoi nemici.

Nel corso dei suoi innumerevoli scontri, Barbabianca ha subito 267 ferite da arma da taglio, 152 ferite da arma da fuoco, è stato inoltre colpito da 46 cannonate… Eppure, per tutta la sua lunga vita da pirata, la sua schiena non è mai stata violata da un unico singolo atto di codardia“.

PORTGAS D. ACE

La vita di Portgas D. Ace (Katakana: ポートガス・D・エース; Romaji: Pōtogasu D. Ēsu; traslitterazioni: Portgas D. Ace, Portuguese D. Ace) è stata segnata dal dolore ben prima che venisse al mondo, ma la sua morte si è resa necessaria per spingere suo fratello minore adottivo Luffy a spingersi molto oltre i propri limiti, spronandolo ad allenarsi e a combattere sempre più duramente per non perdere mai più le persone che ama.

Ace era il figlio biologico di Gol D. Roger, e per questa ragione era anche conosciuto come il Figlio del Diavolo, motivo a causa del quale la sua stessa esistenza era considerata un crimine.

A causa di questi pregiudizi infondati nei suoi confronti, fin dalla più tenera età Ace era torturato dai dubbi, e riteneva che, forse, non sarebbe dovuto affatto venire al mondo.

Ace aveva la sua ciurma, i Pirati di Picche, ma fu dopo essersi unito ai Pirati di Barbabianca che il ragazzo trovò finalmente un posto a cui appartenere. In seguito, divenne il Comandante della Seconda Divisione dei Pirati di Barbabianca, che considerava a tutti gli effetti il suo unico padre.

Del resto, Ace aveva già rinunciato alla pesante eredità di essere il figlio naturale di Gol D. Roger scegliendo di usare il nome di sua madre, Portgas D. Rouge, che lo portò in grembo per ben 21 mesi per allontanare i sospetti che potesse essere figlio del Re dei Pirati.

Tuttavia, finì per essere catturato da Barbanera, un tempo suo sottoposto e in seguito ammutinatosi: Marshall D. Teach aveva rubato e mangiato lo Yami Yami no Mi, destinato al suo ex compagno Tatch, così Ace, che era il suo diretto superiore, lo andò a cercare, ma venne sconfitto.

Alla sua esecuzione, Barbabianca portò tutto il suo equipaggio e molti alleati per salvarlo. Anche Lufffy, che per Ace era l’unico dei suoi due fratelli rimasto in vita, si presentò per salvargli la vita, ma, ironia della sorte, Ace ha finito per salvare Luffy sacrificando la sua vita.

Portgas D. Ace è morto tra le braccia di suo fratello a soli 20 anni e lo ha ringraziato per aver amato qualcuno come lui, nelle cui vene scorreva il sangue di un demone. Ace è morto senza rimpianti, consapevole dell’immenso amore nutrito nei suoi confronti da suo fratello e dai tanti amici che erano andati a Marineford per salvarlo dall’esecuzione pubblica, e con il sorriso sulle labbra.

Ora, le sue spoglie mortali riposano accanto a quelle di suo padre Edward Newgate sotto un monumento funebre eretto per entrambi da Shanks il Rosso, il quale, quando vide il modo in cui Ace perse la vita, affermo che fece esattamente ciò che avrebbe fatto “il Capitano”, riferendosi proprio a Gol D. Roger, sulla nave del quale Shanks prestò servizio insieme a Buggy il Clown come mozzo.

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