Kyokuto Kitan vol. 1 di Yuu Kinutani – Recensione
Pubblicato il 2 Maggio 2012 alle 11:00
Il talento di Yuu Kinutani prende forma per raccontare “Kyokuto Kitan”, manga di ambientazione storica dalle atmosfere oniriche, in bilico tra realtà e sogno.
Kyokuto Kitan vol. 1
Autore: Yuu Kinutani (storia e disegni), Mimi-Natto (collaborazione al soggetto)
Editore: GP Publishing
Provenienza: Giappone, 2007
Target: seinen
Genere: soprannaturale
Prezzo: € 5,90
Anno di pubblicazione: 2012
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Giappone, epoca Meiji. Il misterioso Kuki si offre di curare la giovane Kureo, riscattandola dal bordello cui è stata venduta. Inizia quindi la ricerca delle origini della ragazza, per debellare il fiore antropogamo che vive dentro di lei, in un viaggio soprannaturale fuori e dentro la mente dei protagonisti.
GP Publishing propone al suo pubblico “Kyokuto Kitan – La leggenda dell’estremo oriente”, miniserie in tre volumi firmata da Yuu Kinutani (Leviathan, Amon – The dark side of the Devilman, Steamboy, Ghost in the Shell – Stand Alone Complex).
La grande esperienza nel disegno di Yuu Kinutani, che ha potuto cimentarsi con generi diversi, assicura un reparto grafico di alto livello, realizzato con mano sicura e precisa. Ne risultano disegni estremamente curati in ogni minimo dettaglio, per un’attenzione scrupolosa a ogni singola linea, tanto nella rappresentazione delle figure umane, quanto in quella delle complesse scenografie, di stampo realistico.
In quest’opera va poi ad aggiungersi un notevole gusto grafico, che si traduce nella realizzazione di elaborati motivi decorativi, impiegati per ricreare su carta le atmosfere oniriche che permeano di sé tutta la storia, dalla prima all’ultima pagina, per un vero e proprio caleidoscopio di sensazioni che senza soluzione di continuità esplora la realtà e il sogno, a scapito, a volte, della chiarezza di alcuni passaggi.
Le pagine scorrono velocemente e senza alcuna fatica, grazie a tavole articolate in poche vignette di grandi dimensioni, che sfruttano numerose splash, e che seguono una regia cinematografica di grande impatto e di ampio respiro, limitando al minimo i dialoghi e puntando tutto sugli effetti visivi.
Il risultato finale è un manga insolito, che per alcune affinità tematiche sembrerebbe richiamarsi a “Mushishi”, ma che si dimostra meno delicato e poetico dell’opera di Yuki Urushibara.
L’edizione curata da GP Publishing è ben confezionata, per un volume da fumetteria di grande formato (13×18), di 216 pagine in bianco e nero, stampato su carta bianca che tiene bene i neri. Scorrevoli gli adattamenti, per un’opera di traduzione che si avvale anche di riferimenti esterni per le numerose citazioni letterarie. Dal momento che si tratta di un’opera basata su leggende e miti del Sol Levante, molti dei quali meno noti di quelli più comunemente sfruttati nella letteratura manga arrivata in Italia, sarebbe forse stato opportuno integrare l’albo con delle note esplicative più esaustive di quelle riportate nelle varie pagine.
“Kyokuto Kitan”, concludendo, è una lettura sui generis, piacevole e molto ben realizzata, adatta agli amanti del mistero e del soprannaturale, che non temono di confrontarsi con una storia non convenzionale, molto simile a un flusso di coscienza in bilico tra reale e fantastico.