Veronica Mars – Stagione 4 | Recensione
Pubblicato il 10 Agosto 2019 alle 15:00
Una quarta stagione che mantiene lo spirito della serie ma intacca alcuni personaggi che ritenevamo protagonisti.
Titolo: Veronica Mars
Genere: teen drama, giallo, mystery, crime, azione, romance
Creatore: Rob Thomas
Cast: Kristen Bell, Enrico Colantoni, Jason Dohring
Distribuzione Usa: HULU
Distribuzione Italia: Al momento sconosciuta
Episodi: 8
Durata: 50-60 min. ca.
Messa in onda: 19 luglio 2019
“A long time ago we used to be friend.”
E’ la celeberrima frase che accompagna il brano della sigla del teen mystery drama Veronica Mars, ideato da Rob Thomas e da lui riportato in vita ben due volte, prima col film del 2014 e ora nel 2019 con questa miniserie revival, che di fatto è una quarta stagione di 8 episodi. Noi saremo ancora amici del telefilm dopo questi nuovi episodi?
Veronica Style
Finite le presentazioni, passiamo al sodo. Quanto è rimasto di Veronica Mars in queste nuove puntate? Tutto, o quasi. C’è il voice over sarcastico di Veronica nel mostrarci la sua vita. C’è lo spirito irriverente, le battute in riferimento alla pop culture e alla società americana, i giochi di parole. La serie però è più matura, sono cresciuti i personaggi e noi con loro, sono diventati adulti da che erano adolescenti. La fotografia è più cupa, la regia più invasiva della serie originale. Questa volta siamo di fronte a una storia fatta di rapporti: quello di Veronica con il padre Keith – uno dei più genuini del piccolo schermo – e quello con Logan, l’eterno amore-odio-pericolo-ancora di salvezza della nostra eroina protagonista, e quello di Veronica con tutti gli altri. Anti-eroina moderna, come è sempre stata, precorritrice dei tempi, Veronica è ancora alla ricerca della verità, no matter what, come ci ricorda in quel dialogo con la new entry-presto amica del cuore Nicole.
Il caso stagionale
Rob Thomas aveva dichiarato che la sua attenzione sarebbe stata focalizzata sul caso stagionale in questi nuovi episodi, sul mistero, che ha sempre contraddistinto il 50-60% di riuscita della serie tv. Un caso pieno di plot twist e basato sul colpo di scena da giallo classico, così come ci hanno sempre abituato il serial e la scrittura di Thomas, pane per i denti degli appassionati del genere. Forse un po’ ridondante nella risoluzione finale del continuare a incolpare la “guest star” Patton Oswalt per poi dirci che era stato effettivamente lui… anche dopo che è stato arrestato.
L’assenza del caso della settimana e dei personaggi “secondari”
Ciò che è mancato in questa stagione, invece, è stato il caso della settimana. Inoltre la decisione di diffondere i nuovi otto episodi tutti insieme a favore del binge watching ne ha ucciso lo spirito settimanale. Una scelta pro-fan – come la pubblicazione anticipata al 19 luglio in occasione del Comic-Con e del compleanno di Kristen Bell – ma meno in linea con la pubblicazione tipica di HULU (i primi tre episodi insieme e il resto settimanalmente) che avrebbe mantenuto maggiormente lo spirito “da appuntamento” di Veronica Mars. Thomas, date le poche puntate a disposizione, ha preferito concentrarsi sul caso stagionale e sulla protagonista, una Jessica Fletcher giovane e moderna, come lui stesso l’ha definita scherzando sul fatto che vorrebbe che la serie oramai fosse lei che continua a indagare, e gli abitanti di Neptune anche a lei cari che muoiono uno dopo l’altro. Le regole della serialità sono cambiate, ma noi aficionados di Veronica (marshmellows se preferite), principali fruitori di questi nuovi episodi, lo siamo meno, e forse questo non andava dimenticato nello strutturare e pubblicare la quarta stagione.
Fin dalla nuova sigla, appare chiaro come queste nuove puntate si concentrino sulla Triade principale del telefilm – Veronica-Keith-Logan, lasciando gli altri sullo sfondo o quasi, anche se non sono mai stati dei veri e propri comprimari ma uno specchio importante sulla vita di Veronica. In queste nuove puntate Weevil ha avuto il suo spazio, così come Dick, Leo, Vinnie e Cliff (le scene con Leo le più autentiche, quelli con Vinnie e Cliff gli scambi di battute più spassosi), ma Wallace è stato quasi di contorno e Mac totalmente assente (a causa di impegni dell’attrice, pare) anche se più volte citata. Al tempo stesso ampio spazio è stato dedicato a new entry come la mini-Veronica Matty, la guest star di prestigio J.K. Simmons e la sopracitata Nicole, insieme al ragazzo delle pizze e alla famiglia del politico Maloof. Una scelta giustificata ma che doveva essere meglio bilanciata ai personaggi storici, e soprattutto dare una ragione alla parentesi del Cartello della Droga messicano con i due sicari di coheniana memoria.
La stagione 4 ci ricorda insomma come Veronica sia maturata, cambiata ma sia rimasta sempre la stessa, proprio come Neptune, proprio come noi spettatori, proprio come la sua scelta – perfetto quello scambio di battute “pensa ai miei genitori, pensa ai tuoi” – di rifiutare la proposta di matrimonio di Logan, inizialmente. Forse meno il suo tornare in se dopo una grande tragedia e il risvolto un po’ soap del finale.
Il controverso finale
Veniamo alla nota più dolente della stagione, la decisione di Rob Thomas di far morire Logan Echolls, storico personaggio di Veronica Mars interpretato da Jason Dohring e storico interesse amoroso della protagonista, che insieme hanno formato il LoVe più puro. Una cerimonia intima tanto attesa, pronti per la Luna di Miele, lui esce per spostare la macchina… ma l’ultimo agguato da parte del colpevole della stagione si fa sentire ancora. Un’esplosione, si passa velocemente a un anno dopo col voice over ora amaro e algido di Veronica che ci racconta come le cose siano cambiate e come lei si stia recando fuori città per “un caso”.
Logan sarà morto davvero? Non abbiamo visto in realtà ciò che poteva essere rimasto del cadavere, non c’è stato un vero e proprio funerale, ma abbiamo visto il lutto vissuto dalla protagonista, che ha sempre avuto la Morte ad accompagnarla e farla crescere prima del dovuto. Prima la migliore amica in età adolescente, ora il fidanzato. Tutta una strategia di Thomas per un plot twist in un’eventuale quinta stagione? O semplicemente un modo per concentrarsi, come dicevamo prima, sul caso stagionale e sulla protagonista che indaga, uno strumento – quello della morte di uno dei protagonisti principali – che spesso i revival utilizzano per azzerare quanto accaduto finora e ricominciare daccapo? Ai posteri e a una quinta stagione l’ardua sentenza.
In Breve
Giudizio Globale
7.5