Una Famiglia al Tappeto di Stephen Merchant | Recensione
Pubblicato il 31 Luglio 2019 alle 20:00
Il film sarà in programmazione nelle sale italiane dal prossimo 1 agosto.
Titolo originale: Fighting With My Family
Durata: 108 min.
Genere: drammatico, commedia, biografico
Regia: Stephen Merchant
Sceneggiatura: Stephen Merchant
Cast: Florence Pugh, Lena Headey, Nick Frost, Jack Lowden, Vince Vaughn, Dwayne Johnson, Julia Davis, Stephen Merchant, Stephen Farrelly
Produzione: Metro-Goldwyn-Mayer (MGM), Channel 4 Television Corporation, Film4
Distribuzione: Eagle Pictures
Data di uscita: 1 agosto 2019
La Vedova Nera è una mossa speciale di wrestling in Una Famiglia al Tappeto di Stephen Merchant, biopic sulla giovane wrestler Paige che per l’occasione ha il volto di quella stessa Florence Pugh che l’anno prossimo vedremo nel film stand-alone La Vedova Nera dei Marvel Studios nei panni biondissimi di Yelena Belova (forse futura Vedova Nera nel post-Endgame senza Scarlett Johansson).
Biondissima ad un certo punto in questo film ci diventerà anche Paige, nome d’arte dietro cui si nasconde Saraya Bevis, figlia dei coniugi Julia (Lena Headey) e Ricky (Nick Frost): di Norwich, Inghilterra, marito e moglie un tempo wrestler incapaci di sfondare hanno trasmesso il loro sogno alla figlia e al figlio Zak (Jack Lowden), dopo che Roy (fratellastro dei due protagonisti perché figlio di Rick da un precedente matrimonio) anni prima aveva fallito i provini finendo in prigione per una reazione particolarmente spropositata.
Molto uniti ma totalmente fuori dal comune, i Bevis gestiscono una palestra di wrestling a conduzione familiare che offre qualcosa sia ai ragazzini del quartiere per tenerli lontani dalla strada sia al pubblico pagante del ceto medio, che non disdegna un po’ di sano intrattenimento live in compagnia dei quattro squinternati: il sogno, però, è la WWE, e quando un loro video viene notato da Hutch Morgan (Vince Vaughn), un allenatore-reclutatore legato all’associazione, il sogno della vita per la prima volta in assoluto sembra potersi concretizzare.
Se l’unica dei due fratelli ad essere diventata famosa è Paige potete già immaginare che per qualcuno le cose non andranno benissimo, ma Stephen Merchant (altro debutto sul lungo della settimana dopo quello di Drew Pearce con Hotel Artemis: se fosse un match di wrestling a trionfare sarebbe comodamente il primo) si dimostra in grado di saper gestire i rapporti fra i personaggi e renderli credibili il giusto al fine di imbastire intorno ad essi l’intero film.
Giunta negli Stati Uniti Saraya infatti si ritroverà completamente sola, forse presa di mira dalle altre aspiranti wrestler per via del suo aspetto tutt’altro che trendy, forse con l’unico legame sul quale ha sempre potuto contare (quello col fratello, la sua ancora) irrimediabilmente incrinato. La celebrazione del freak – anzi dell’underdog per rimanere nell’ambito del gergo sportivo – è quella che è stata resa canonica nei drammi sportivi dai tempi di Rocky, tutto è più zuccheroso rispetto alla storia dello Stallone di Stallone ma i toni da commedia pura sono calibrati bene e Merchant è bravo a piegare questa storia vera per mandarla nella direzione che desidera (quella della favola sui sogni, sul credere in se stessi e sulla realizzazione di quei sogni).
La Pugh, vista settimana scorsa nel clamoroso nuovo film di Ari Aster, Midsommar, prosegue la sua striscia positiva ininterrotta (dall’esordio nel 2014 nel film britannico The Falling, tra cinema e serie tv non ha ancora steccato un progetto) e conferisce la giusta gravitas alla sua interpretazione: Lowden la segue a ruota fornendo un ottimo contraltare drammatico, Vaughn con l’autopilota rifà lo stesso personaggio divertentissimo che Mel Gibson gli affidò ne La Battaglia di Hacksaw Ridge (e tanto basta) e Dwayne ‘The Rock’ Johnson nei panni di se stesso ci regala probabilmente il cameo più divertente del 2019 (durante il quale si permette perfino di lanciare una frecciatina all’ormai apertamente rivale Vin Diesel).
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