7 anime bannati in vari paesi

Pubblicato il 30 Luglio 2019 alle 21:00

Legalità e legittimità sono temi delicati e spinosi. Per quanto si voglia garantire il diritto alla libera espressione ci sono confini che è meglio non valicare se non si vuole rischiare che la propria opera subisca tagli, censure o divieti.

Così come succede per film, serie tv e libri, anche per gli anime valgono le medesime regole. Per fortuna in Italia siamo abbastanza permissivi, il problema principale è che della maggior parte degli anime non vengono proprio acquistati i diritti, ma non tutti gli stati la pensano allo stesso modo.

Ci sono state serie che per uno o più motivi non hanno ricevuto l’approvazione alla messa in onda. Per farla semplice il paese ha vietato la trasmissione di questi anime. Quali serie e il perché della decisione è il tema dell’appuntamento di oggi.

Hetalia vietato in Sud Corea

Hetalia

Che Hetalia axis powers fosse un mini anime da non prendere sul serio è evidente già dai primi minuti. Dopotutto ridicolizzare sulla seconda guerra mondiale mettendo in scena ragazzi che rappresentano il proprio paese (Giappone, Italia, Cina e così via) stereotipandoli al massimo dice già tutto.

Se in molti hanno storto il naso vedendo l’anime, ma hanno lasciato correre nonostante tutto, lo stesso pensiero non lo ha avuto la Coreo del Sud. Offesa e indispettita per il modo in cui è stata rappresentata dalla serie ha deciso di vietarne la trasmissione in patria.

Kinnikuman vietato in Francia

Kinnikuman

Avvicinandoci al nostro paese, la censura totale di un personaggio si è abbattuto su Kinnikuman. In realtà Brocken jr non è un wrestler cattivo o offensivo, anzi nell’anime è considerato come il migliore istruttore che ci sia.

Purtroppo per lui il popolo francese non ha digerito la storia del suo passato: figlio di un soldato nazista, anche nell’anime porta una divisa che ricorda quelle delle terzo reich. Una pagina di storia mondiale che sono in molti a dover ancora accettare.

Fate kailed liner prysma Ilya vietato in Russia

Fate kailed liner prysma Ilya

L’unione di giovanissime ragazze e scene sessualmente esplicite è un mix pericoloso. Certo l’anime non è considerato come un hentai, ma in più punti il confine è molto sottile. In realtà in Russia l’intero settore hentai è vietato e la distribuzione è illegale.

Vista la natura sessuale dell’anime era prevedibile che la piccola Ilya non sarebbe mai apparsa sugli schermi dei televisivi russi.

Transformer prima puntata vietata in USA

Transformer

Fa sorridere sapere che anche un paese che proclama al mondo intero la sua superiorità e la sua convinzione nel rispetto verso la totale libertà di pensiero ed espressione, ha vietato la messa in onda di un anime. In realtà si tratta solo di alcuni episodi della saga animata di Transformer e i motivi sono giustificabili.

Nella prima puntata e in altre successive vediamo la completa demolizione di enormi grattacieli ad opera dei tanto amati mecha. Nulla di strano se non fosse che queste immagini sono andate o sarebbero andate in onda negli stessi giorni del 9/11.

Shingeky no kyogin vietato in Cina

Shingeky no kyogin

L’attacco dei giganti è solo un esempio, la lista degli anime vietati dallo stato cinese è lunga. Altri titoli famosi riguardano Death note e Tokyo ghoul. Il motivo principale è legato alle tematiche molto crude e violente delle serie. Secondo lo stato cinese simili anime hanno un’influenza negativa sui bambini in quando li istigherebbero alla violenza ingiustificata.

Bisogna ammettere che su questo aspetto gli anime non sono gli unici prodotti colpiti anche film, videogame e libri hanno subito pesanti censure e divieti.

High school DxD vietato in Nuova Zelanda

High school DxD

Un ragazzo che acquisisce potere pensando o toccando il seno della propria presidentessa di club, tette che escono fuori ogni cinque minuti e un harem composta da ragazze molto attraenti e disponibili tra cui scegliere. Non ci sono motivi per vietare l’anime…

Non è stato dello stesso avviso la Nuova Zelanda che ha visto in High school DxD un’opera troppo sessualmente esplicita. In realtà le motivazione fornite erano molto più contorte, ma che quello fosse il motivo era evidente a tutti.

Pokemon vietato in Arabia Saudita

Pokemon

Cospirazione ebraica, è questo il motivo per cui sia la serie animata che il gioco di carte collezionabili che l’intero franchising dei Pokemon è stato vietato in Arabia Saudita. Ebbene sì, anche i teneri amici dei Pokemon e il povero Ash sono stati accusati di far parte di una diabolica cospirazione religiosa.

La serie, con i suoi pericolosissimi temi, avrebbe corretto la mente di un’intera generazione di bambini islamici che sono cresciuti senza Pokemon. Se questa si può definire infanzia…

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